Zimbabwe: no all’estrazione di carbone nei parchi naturali
Il governo dello Zimbabwe, con un inaspettato dietrofront, ha vietato la ricerca e l’estrazione mineraria nelle riserve naturali dopo le proteste degli ambientalisti che hanno accusato due società cinesi di cercare il carbone nel parco nazionale Hwange con tutti i rischi che ciò comporta per elefanti, leoni, giraffe e le altre centinaia di animali che lo abitano.
“L’estrazione mineraria nelle aree dei parchi nazionali è vietata con effetto immediato. Sono in corso iniziative per annullare immediatamente tutti gli accordi presi in precedenza che riguardano gli 11 parchi nazionali del paese che non sono in linea con questa nuova direttiva“, ha detto il ministro dell’Informazione Monica Mutsvangwa.
Una decisione in favore dell’ambiente tanto più lodevole se si considera che lo Zimbabwe lotta da decenni con una forte inflazione – una cifra che si attesta attualmente intorno al 737% – e le entrate dalle concessioni di operazioni minerarie a Hwange sarebbero stata utili per il governo. Tuttavia, poiché il turismo sta tornando a crescere dopo i blocchi del COVID-19, il governo ha ritenuto che mantenere i parchi nazionali incontaminati sia la scelta più sostenibile e redditizia.