YouTube ha lanciato una vera e propria guerra ai canali dedicati alla cannabis
Si moltiplicano gli episodi di censura contro associazioni e aziende del settore della cannabis. Dopo il caso che ha coinvolto Facebook nelle scorse settimane ora è la volta di YouTube, il popolare servizio di video sharing di proprietà di Google, che negli ultimi giorni ha proceduto unilateralmente alla chiusura di decine di canali dedicati alla cannabis in tutto il mondo.
Senza alcun avviso preventivo sono stati chiusi molteplici canali in tutto il mondo. Una lista provvisoria e assolutamente incompleta comprende importanti seedbank (Dinafem Seeds, Delicious Seeds, Buddha Seeds, Dutch Passion, Royal Queen ed altre), media antiproibizionisti (dalla canadese PotTv fino al canale spagnolo lamarihuana.com, passando per Undergrow Tv e altri), canali che illustravano tecniche e tutorial di coltivazione (come gli americani Grow420guide e Greenbox Grown) fino al canale personale di uno dei growers più famosi al mondo, Jorge Cervantes.
Questi canali sono caduti ad uno ad uno, senza ricevere alcun preavviso né alcuna motivazione. A tutti YouTube ha destinato lo stesso scarno messaggio: «Il contenuto del canale era stato contrassegnato per la revisione e si è scoperto che violava le linee guida di YouTube». Ogni canale che abbia provato a contattare la piattaforma per avere ulteriori informazioni non ha ottenuto nulla più che vaghe risposte automatiche che non forniscono alcun dettaglio.
Anche un video del canale YouTube di Dolce Vita è stato censurato nei giorni scorsi. La scure del portale si è abbattuta su un contenuto dal titolo “Marijuana: la coltivazione outdoor”, che si limitava a presentare alcune istruzioni di coltivazione. Nel messaggio inviatoci da YouTube (vedi immagine qui sotto) ci veniva semplicemente comunicato che il video non rispettava le norme guida del portale, senza spiegarci quale di esse avremmo violato.
Le chiusure hanno ovviamente generato proteste da parte dei canali colpiti, che hanno fatto notare come sulla piattaforma siano ancora regolarmente raggiungibili video che spiegano come fabbricare ordigni esplosivi in casa o di espliciti contenuti violenti, sessisti o razzisti, mentre si nega a milioni di utenti di informarsi su come coltivare cannabis. La censura di Youtube segue quella già messa in campo ripetutamente da Facebook, che nelle ultime settimane ha chiuso senza fornire spiegazioni anche le pagine di molte aziende italiane del settore della cannabis light.