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Write Ultras!

Write Ultras!Una cosa che mi è saltata subito all’occhio la prima volta che ebbi la fortuna di poter visitare la città di Napoli, oltre che naturalmente le sue innumerevoli bellezze storiche sia artistiche che architettoniche, sono state la presenza “massiccia” di scritte ULTRAS diffuse per tutta la superficie cittadina, dalle vie centrali sino a quelle periferiche, e la cosa non mi è passata indifferente per il semplice fatto della loro stretta somiglianza stilistica con il writing “cholo” di Los Angeles. La somiglianza per gli stili del lettering usato, come i blocchi o placas (nel gergo di L.A.) e l’uso dello stile gotico Old English e Fraktur sia per le scritte semplici che per quelle più elaborate come pezzi o anche per il rigore di come queste scritte vengano realizzate sia a pennello che a spray ed anche per il fatto che non sono quasi mai firmate da un unico autore ma che come per l’esempio delle gang ispaniche losangeline, appaia solamente il nome del gruppo a cui l’autore o gli autori fanno parte. Nell’articolo che segue non si vuole in alcun modo accendere una sorta di diatriba tra diverse fedi calcistiche, anche perché non è il mio compito e sinceramente non ne sarei neanche all’altezza data la mia scarsa conoscenza dell’ argomento “calcio”, ma solamente di documentare un fenomeno di arte urbana che a mio modesto parere vale la pena documentare. Chiudo ringraziando “Filz b.c.b.” mi è stato da fondamentale guida per la stesura di questo nuovo articolo. Ed ora benvenuti nel mondo di Napoli Writing Ultras.

Write Ultras!Le scritte ULTRAS ( Unione, Lealtà, Tradizione, Rispetto, Aggregazione, Stile) si dice comparvero a Napoli già dal ’86 ossia con i primi scudetti vinti dalla squadra partenopea; all’inizio naturalmente non erano così precise e sofisticate come appaiono oggi, quasi sempre veniva utilizzato un semplice stampatello dando più rilevanza al disegno come per le mascotte delle diverse tifoserie. L’attenzione si posava molto più sul disegno che sul lettering dato che non si prestava particolare attenzione a parole come: mentalità, ideale e gruppo, e non si faceva distinzione tra l’essere “ultra’” o “ultras”.
Verso la fine degli anni ’80 ci fù una scissione tra la tifoseria napoletana, andando così a creare due diverse fazioni, per l’appunto gli “ULTRA’” e gli “ULTRAS”, c’è anche da sottolineare che tra i diversi gruppi non esiste rivalità e quindi anche per le “scritte” vige il rispetto del lavoro comune. I primi mantenendo la loro tradizione nei propri lavori murali, come raffigurando il mitico ciuccio (asinello) o Gennarino, uno scugnizzo con cappellino e maglia della squadra, mentre gli Ultras iniziarono a marcare il territorio con scritte dal lettering più ricercato e curato.
Come avviene dall’altra parte del mondo a Los Angeles con il Cholo Writing anche in questo contesto seppur con tutte le differenze sia di filosofia e di modus operandi, le scritte servono per mostrare la grandezza del gruppo e per marcare il territorio; dato che a Napoli nello stadio tra “curva A” e “curva B” esistono una dozzina di gruppi, un gruppo più è grande e potente e più farà scritte grandi e curate con un tocco personale di stile che così lo farà spiccare sugli altri.
Le scritte appaiono belle e curate, solitamente sempre di un colore, il blu scuro o con anche i colori del Napoli: blu scuro, grigio e azzurro.
Questa azione avviene solitamente nel periodo estivo,quando termina il campionato.
Write Ultras!Le tecniche usate sono quelle classiche, lo spray per chi ha più dimestichezza con lo strumento, vengono spesso tracciate le linee con l’ausilio dello scotch di carta per ottenere così una maggiore pulizia del tratto, e gli stencil per riprodurre i loghi ufficiali dei diversi gruppi. Solitamente è un azione di gruppo, il più abile traccia i contorni e gli altri ne colorano l’interno.
Tra writers e ultras esiste giustamente una linea di confine che se non varcata determina un reciproco rispetto e sana convivenza; ma molti muri che inizialmente erano occupati dai writers sono stati presi dagli ultras, come quelli che circondano lo stadio e le sue vicinanze, la motivazione è abbastanza comprensibile però.
Gli ultras però non scrivono sui pezzi dei writers, eccetto il fatto che siano stati fatti dai meno esperti (toys/balocchi) o che siano semplicemente ammassi di tags o throw-ups; le Hall of Fame rimangono intoccate. Dipingere sui muri della città indubbiamente ha dalla sua che il messaggio che si vuole trasmettere può in questo modo raggiungere anche chi allo stadio non ci passa così tanto tempo e che quindi non può ammirarle dagli striscioni che lo ricoprono durante le partite.
E che te lo dico a fare?…

Un caro saluto e alla prossima.
Parola!
FLYCAT

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Luca “FLYCAT” Massironi



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