Willie Peyote – Educazione Sabauda
Lo scenario attuale è il seguente. In Italia, da quando è sbarcato il rap, la cultura musicale nazionale è stata spesso richiamata per sample o citazioni, bypassando una serie di aspetti che solo negli ultimi anni hanno assunto maggiore concretezza.
Rap meets cantautorato
Il rap-cantautorale – o cantautorap [cit. necessaria] – è entrato in una fase in cui parlare di sottogenere tramuterebbe in discorso da baretto un concetto ben più ampio.
“A metà tra rap hardcore e la canzone d’autore”
Tra le voci di spicco di questo 2015 Willie Peyote, già distintosi negli ultimi anni con gli EP Non è il mio genere, il genere umano e Quattro san simoni e un funerale, è ora fuori con Educazione Sabauda, terreno fertile in cui rap e cantautorato si dividono equamente il minutaggio complessivo.
Non solo sarcasmo
La sincerità. Il passo introduttivo estratto da Santa Maradona è il sipario che si alza su Willie Peyote: dopo i primi 3 minuti la direzione di Educazione Sabauda appare già chiara.
Sono un hater ma mi salvo con lo humor.
Willie Peyote fa del sarcasmo – più che humor in senso stretto – il suo cavallo di battaglia: non mancano all’appello letture personali e al contempo condivisibili sul dilagante dispotismo/buonismo, vedi l’inversione di ruoli proposta in La dittatura dei non fumatori (preceduta dal monologo/skit Vecchio ho fatto un sogno) tanto paradossale eppure tanto tangibile, o, restando sul sociale, C’era una vodka contaminata da estratti di Natalino Balasso, sugli stereotipi che attanagliano una scena rap restia dallo spogliarsi dei molti cliché posticci ma che al contempo si spoglia di un’identità con tutte le conseguenze del caso (l’outfit giusto è la cartina al tornasole dell’attuale rapper-medio), sulla religione in Nessuno è il mio signore affiancato da Paolito ed Ensi, senza mancare di virare sull’introspezione con Willie Pooh, Etichette e La scelta sbagliata questi ultimi due, forse i brani più del disco, con la presenza di un Tormento che ancora fatichiamo a trovare fuori forma, azzeccatissimo.
Smooth
Essenzialmente è il funk a fare da matrice ad Educazione Sabauda. Le virate ska concentrate nella prima metà del disco lo rendono di fatto accessibile, specie se conditi con il supporto di Frank Sativa – confermato il sodalizio tra i due – presente in gran parte del disco, e da dj Koma e Kavah. Quest’ultimo offre una prova matura in Che bella giornata, tanto smooth quanto controtendenza, in barba a chi abusa di sample pack di Roland 808 con poco criterio. Si distacca per impronta stilistica Truman Show prodotta da Godblesscomputers, distintosi per la prova offerta ma distante dal suo massimo potenziale se accostata ai suoi ultimi lavori.
In definitiva…
Educazione Sabauda è un disco che prende le distanze da una serie di stereotipi, riprende un rap che tratta l’attualità con una maturità superiore alla media di questi ultimi tempi. I tratti che lo distinguono confermano le peculiarità di Willie espresse nelle sue precedenti release, e l’humor che ne emerge, finché non risulta una forzatura, invoglia all’ascolto.
Da consigliare/regalare soprattutto a chi non è un assiduo ascoltatore di rap.
Tracklist
1 – Peyote451 (l’eccezione)
2 – Che bella giornata
3 – C’era
4 – La scelta sbagliata feat. Tormento
5 – Interludio (l’avvelenata)
6 – L’outfit giusto
7 – Willie Pooh
8 – Etichette
9 – Giudizio sommario
10 – Io non sono razzista ma…
11 – Vecchio ho fatto un sogno (skit)
12 – La dittatura dei non fumatori
13 – Nessuno è il mio signore feat. Paolito, Ensi
14 – Truman Show
15 – E allora ciao