Wild Rose di Sweet: “Adoro i piani ben riusciti”
Ed infine a volte, si giunge alla meta. O meglio, si giunge ad una delle mete che ci si prefigge. E’ di questi giorni infatti, il primo assaggio di Wild Rose di Sweet Seeds dopo ben 57 giorni di barattolo: Banana, banana pura. “Adoro i piani ben riusciti”, così credo abbiano detto alla Sweet Seeds una volta testata la fanciulla. Mamma Rosetta Stone (Grimm Brothers), femmina canadese che si concede a pochi oramai e purtroppo, e papà (Boss) Hog della TH-Seeds, ringraziano compiaciuti di tanti complimenti per il frutto del peccato generatosi
dalla loro unione.
Di mamma, la giovine acquista la velocità nella fioritura, ed il profumo davvero accattivante di cui ci si innamora subito.
Di papà, prende invece la struttura massiccia ma poco ingombrante, ed il sapore, tutto suo, di banana, banana pura.
Cresciuta in indoor sotto 600W fa miracoli. Sotto una 400W li sfiora. 30 giorni a 18 ore vi troverete con dei piccoli cespugli da portare in fioritura dove ci si aspetterebbe, dopo qualche giorno, di trovare il box pieno… ed invece niente… aspettiamo ancora, passano i giorni e nulla. Piante bloccate, bellissime, in pienissima salute, ma tremendamente ferme. Tranquilli, per Wild Rose è tutto sotto controllo, non c’è da spaventarsi. Perché alla 4/5 settimana un bel giorno, tutti belli e tranquilli, aprirete
la porta del box, sgranerete gli occhi e vi guarderete attorno cercando di capire se vi trovate ancora a casa vostra o in qualche stanza di un canapaio olandese. Impressionante, cose piccolissime diventate enormi, il miracolo della zucca trasformata in carrozza si è ripetuto! Peletti bianchicci che fanno capolino ovunque dal verde. E’ lei, è Wild Rose.
Prima di iniziare un ciclo ci si documenta, e questa crescita sarebbe un evento quasi atteso. Ma tra il dire ed il fare, non mi aspettavo vi fosse… l’oceano! Ed è anche un oceano facilissimo da gestire. Una volta toppate quando sono giunte al quarto internodo e fertilizzate 4 giorni dopo per la prima volta, si sono sfruttati i giorni seguenti di vegetativa aiutandole solamente una seconda volta ad una settimana dalla messa in fioritura.
Genetica stabilissima, nessun figlio degenere, ma cloni l’una dell’altra. Nelle toppate, un leggero stretch ad inizio fioritura genera molti apicali che lottano per la supremazia e di conseguenza è la normalità trovarsi piante con 4 bastoni enormi ed una miriade di piccole cime sottostanti. Ovviamente con legature fatte ad arte il numero di apicali aumenterebbe ma, sperimentando legature estreme su due soggetti direi che i risultati sono stati negativi, con piante che fermano la crescita, perdono vigore e tante altre brutte cose che non vi sto qui a dire. Toppiamo dunque, ma poi lasciamo Wild Rose libera di esprimersi, d’altronde non per niente è “wild”. E come già accennato, alla quinta settimana di fioritura, il “selvaggio” della bella viene fuori. Le cime strabordano di fiori in pochissimi giorni, e nei primi giorni potreste anche osservare un accrescimento di un centimetro al giorno del diametro delle cime più grandi. In qualche individuo dovrete ricorrere a bastoni e supporti per i rami più carichi. Nonostante la struttura portante sia più che solida il peso delle infiorescenze ha la meglio molti giorni prima della maturazione. Terminare la fioritura non richiede un grande impegno in termini di tempo, e le 9 settimane dichiarate da Sweet Seeds sono più che reali.
Al momento della raccolta, apprezzare la compattezza delle cime è euforizzante: fiori di piccole dimensioni tappezzano ogni millimetro, la quantità di resina è molto abbondante tanto che il risultato della pulizia sono state due palline di un materiale nero che lasciate riposare più di un mese hanno allietato qualche serata tra amici ed estimatori.
Far asciugare Wild Rose non è impresa facile quanto sia il coltivarle che la struttura degli apicali di certo non ci vengono incontro. Ma Santa Pazienza è sempre in nostro aiuto e quindi non vi costerà fatica attendere una ventina di giorni prima di iniziare la concia. Provate, se già non lo fate, a conciare i frutti del vostro orto per due settimane nella carta paglia, quella vera, non le classiche buste del pane, per poi usare il barattolo per il periodo seguente. Beh, giovani, è tutta un’altra cosa! I sapori sembrano più concentrati rispetto al vetro, ed inoltre acquisisce quel grado di umidità giusto per cui i terpeni, nel loro volteggiare, incontrano il vapore residuo regalando una morbidezza molto simile a quella del Narghilè.
E dopo 57 giorni di barattolo avrete una confettura che al naso ricorda molto l’uva fragola caratterizzata dalle leggere note aspre del tannino. Spalmatela su una bella fetta di carta e assaggiandola vi renderete conto dello scontro la odore e sapore. Stavolta Banana, Banana pura.
Effetti marcatamente da indica, gambe quasi tagliate, ma il viaggio interplanetario che ci attende distrae abbastanza dal torpore muscolare e stimola di riflesso il pensiero, il ragionamento ed infine l’elucubrazione. Tanto che una sera, ad un verde cavaliere di montagna, primo fra gli assaggiatori, forse parve di essere al Mc Donald’s, perché dopo profonde inspirazioni e lunghe espirazioni ad occhi chiusi, si alzò in piedi, braccia aperte come immerso in una visione… Un attimo dopo, un altro Cavaliere, mozzicone in bocca e sorriso soddisfatto, così si espresse: “Adoro le piante ben riuscite!”
Cav. Psycogreen