“Who are we hurting?”: la battaglia per la legalizzazione in Australia
8 anni di battaglie epiche, che hanno fatto il giro del mondo, per questi due attivisti che puntano alla piena regolamentazione della pianta
Hanno sistemato decine di piante (finte) per la capitale Sidney, “aperto” un “temporary shop” in pieno centro senza aver alcun permesso, posizionato una mega statua a forma di pianta di cannabis come albero di Natale in una delle piazze principali, spedito circa mezzo chilo di cannabis al Primo ministro dell’Australia Scott Morrison come “offerta di pace” per la Guerra alla droga, e sfilato con un carro armato per le strade della città per dichiarare guerra alle bolse politiche sulla droga del Paese.
Sono Will Stolk e Alec Zammit e da 8 anni – con il nome “Who are we hurting?” (chi stiamo ferendo?) – si stanno battendo, spesso con azioni spettacolari, per vedere finalmente la cannabis libera in Australia.
«Il nostro obiettivo è essere il cambiamento o innescare il cambiamento che porterà alla legalizzazione della cannabis in Australia», racconta Will a Dolce Vita spiegando che: «Come ha detto l’artista Keith Haring, “Non sono un inizio. Non sono una fine. Sono un anello di una catena”. Vogliamo solo essere in grado di coltivare la nostra cannabis legalmente e andare in un dispensario e acquistare una gamma di prodotti proprio come accade con birra o vino».
La speranza è alimentata da ciò che sta accadendo in tutto il mondo: «I paesi stanno iniziando a cambiare idea, il Brasile ha appena depenalizzato l’uso personale cannabis, la Germania ha un programma di legalizzazione in atto, gli Stati Uniti si muovono verso la legalizzazione della cannabis, anche a livello federale, quindi questi sono tutti segnali positivi di cambiamento».
Sui progetti futuri racconta che: «Attualmente stiamo lavorando con il partito per la legalizzazione della cannabis qui in Australia per promuovere il cambiamento delle politiche sulla guida per i pazienti australiani. Inoltre sono iniziate le riprese per un documentario in stile Netflix sul nostro decennio di attivismo per la cannabis, e stiamo espandendo i nostri marchi di cannabis Phenohunts e Zero to hero in nuovi
stati negli Stati Uniti e puntiamo a lanciarlo presto in Germania e nel resto d’Europa».
Ma le azioni portate avanti fino ad oggi sono diverse e spettacolari, vediamo alcune insieme.
LA CANNABIS ALL’OPERA DI SIDNEY
Quella che fino ad ora è stata probabilmente la loro azione più eclatante l’hanno portata avanti nel 2022, ma, a causa dei lunghi strascichi giudiziari, si è conclusa solo nel 2024 con un’assoluzione piena.
I due attivisti, infatti, il 20 aprile del 2022, per celebrare al meglio la giornata internazionale dedicata alla pianta, proiettarono sulla Sidney Opera House – tra i monumenti più riconoscibili al mondo e definita dal Premier australiano Scott come “il più grande cartellone pubblicitario di Sidney”, delle foglie di cannabis, la scritta 4:20 e il loro motto: “Who are we hurting?”.
Per farlo si erano posizionati al Park Hyatt Hotel, che sorge proprio davanti alla struttura, dove poco dopo si è presentata la polizia, facendo irruzione nella loro camera d’albergo. Il teatro, infatti, è protetto da numerose leggi sul patrimonio e sulla pubblicità. L’accusa ai due attivisti era proprio quella di aver distribuito pubblicità nei locali del Teatro dell’Opera.
Dopo due anni di multe e processi, all’inizio del 2024 i due attivisti hanno vinto la loro lunga battaglia legale con la polizia, che ha ritirato le accuse, e potranno anche recuperare più di 5mila dollari di spese legali.
«Le leggi in base alle quali siamo stati multati non sono mai state applicabili, nessun crimine è avvenuto il 20 aprile 2022 ed è triste che ci sia voluto così tanto tempo perché ciò diventasse evidente. La polizia l’ha usata come tattica molesta per sopprimerci e prosciugare i nostri conti bancari; tuttavia, speriamo che ora siano loro a pagare il conto», avevano sottolineato dopo l’assoluzione.
«Siamo un collettivo di persone appassionate che sono state impegnate in acrobazie e blitz pubblicitari negli ultimi otto anni, con l’obiettivo di stimolare il dibattito sulla legalizzazione della cannabis in Australia. Recentemente siamo stati coinvolti in una battaglia legale di alto profilo con la polizia dopo aver proiettato arte sulla cannabis sull’iconico Teatro dell’Opera di Sidney, che ora abbiamo vinto», spiegano infatti oggi a Dolce Vita.
Ma il loro attivismo viene da lontano: ripercorriamo insieme le principali tappe.
2017: UN NEGOZIO DI CANNABIS SU WILLIAMS STREET
Il 20 aprile 2017, dalla vetrina di un negozio nella trafficata Williams Street si poteva osservare un impianto di coltivazione idroponica in funzione, con diverse piante di cannabis e la frase “Who are we hurting?” come nome del negozio. La polizia è stata chiamata sul posto e non è stato fatto nulla per risolvere la situazione poiché non è stata infranta alcuna legge.
2018: PIANTE DI CANNABIS IN TUTTA SYDNEY
Come opera d’arte performativa per normalizzare la cannabis il gruppo nel 2018 ha posizionato piante di cannabis finte in tutta la città di Sydney durante l’Hemp Health and Innovation Expo. Il duo ha collaborato con l’Expo per lanciare questa trovata.
2019: ALBERO DI NATALE ALLA CANNABIS DI MARTIN PLACE
Desiderosi di fare una dichiarazione, Zammit e Stolk hanno posizionato una statua alta 9 metri che riproduceva una pianta di cannabis nel cuore della città di Sydney a Martin Place, nel tentativo di inviare un messaggio al governo australiano troppo grande per essere ignorato.
2020: CONSEGNA DI CANNABIS AL PRIMO MINISTRO
Il 20 aprile 2020 Stolk e Zammit hanno consegnato circa mezzo chilogrammo di cannabis al primo ministro Scott Morrison come “offerta di pace” per la guerra alla droga, insieme a una lettera in cui si chiedeva di legalizzare la cannabis una volta per tutte.
2021: ENTRATE FISCALI
Nel 2021 hanno collaborato con Jenny Hallam – produttrice di cannabis e attivista – e altre associazioni per mettere in scena un’opera d’arte performativa al Parlamento di Canberra. Hanno mostrato pacchi di soldi per un totale di 420mila dollari come cifra simbolica che rappresenta i costi dell’applicazione del divieto sulla cannabis e le potenziali entrate derivanti da un mercato legale della cannabis.
2023: LA SFILATA MILITARE
Se il 2022 è stato l’anno della proiezione, nel 2023 sono tornati a stupire con un convoglio di veicoli blindati, incluso un carro armato, che ha attraversato le strade di Sydney. L’idea alla base era quella di trasformarsi in un simbolico ariete contro le obsolete politiche sulla droga sulla guida sotto l’influenza della cannabis, che danneggiano soprattutto i pazienti, mostrando il proprio talento nel fondere la protesta con la performance artistica.
LA CANNABIS IN AUSTRALIA
Era il 2016 quando l’Australia legalizzò la cannabis a scopo medico e di ricerca a livello federale, permettendo l’accesso ai pazienti, mentre l’anno successivo sono stati autorizzati i cibi a base di canapa con bassi livelli di THC.
Il 2019 è stato l’anno in cui è stato legalizzato il possesso di piccole quantità di cannabis e l’autoproduzione, ma solo nel territorio conosciuto come Federal Capital Territory, dove c’è la capitale Canberra.
Nell’estate del 2023 è stata invece presentata una legge per una legalizzazione vera e propria in tutto il Paese, che istituirebbe un mercato di cannabis con licenze per i produttori e per i negozi che la distribuirebbero. Ad oggi non è ancora stata approvata.