Più CBD o più THC, erba finta o erba vera: una battaglia culturale
Dagli inizi dell’avventura italiana nel mercato della cannabis ad alto contenuto di CBD si sono create, nel mondo degli amanti della canapa, fazioni pro e contro particolarmente accanite, degne della tradizione italica del divisionismo in stile guelfi e ghibellini.
Alcuni tra i consumatori abituali di cannabis hanno assunto, negli anni, un atteggiamento denigratorio nei confronti della cannabis a basso contenuto di THC, come se fosse la versione “finta” della tanto amata erba classica.
Appare ora chiaro quanto questa visione sia dannosa per tutti gli amanti della cannabis e per lo stesso movimento antiproibizionista.
Decidere se fare uso di varietà a basso o alto contenuto di THC o CBD è una scelta individuale ed è sempre pro-cannabis. Chi è contro la cannabis non fa nessuna distinzione, e ciò esige che il fronte antiproibizionista sia unito e compatto.
Le piante usate tradizionalmente in tutto il mondo dagli albori della storia umana erano piante con alti livelli di CBD. In questa ottica anche il “pothead” più accanito potrebbe riconoscere il merito di girare un joint puro con della cannabis, magari autoprodotta, insieme ad una varietà eccellente di erba legale. Se non altro per ricreare un equilibrio di cannabinoidi (come nelle più amate varietà 50/50 indica/sativa) e per smettere di sostenere l’industria del tabacco col suo monopolio dannoso per tutti tranne che per quei pochi soggetti ed enti che ne traggono profitto e controllo.
Chi lavora in questo mercato sa quanto siano forti le spinte monopolistiche.
Noi di Weediamo sosteniamo la cannabis, tutta, e ci auguriamo un futuro antiproibizionista ed antimonopolista che ci permetta di concentrarci tutti sulla ricerca, sulla qualità e sui mille usi di questa pianta meravigliosa.