Vivere fuori dal coro: riappropriamoci di borghi e campagne
Architetti, medici, ricercatori, informatici, filosofi hanno firmato una lettera con quattro proposte per far fronte a un futuro in cui si dovrà convivere con le pandemie. Sono un privilegiato perché ho spazio e aria. Ma la vita in campagna o nei borghi non può essere un lusso. Deve diventare un’alternativa per tutti. E dunque un posto in cui studiare e lavorare. Negli Anni Settanta i giovani scappavano dalle città funestate dal terrorismo, dalla crisi economica e dalla droga. Succederà di nuovo perché le nostre città che erano, per definizione, il luogo della libertà, si sono rivelate grandi carceri.
Gli scienziati dicono che il virus in campagna sia più debole non solo perché c’è meno contatto sociale, ma perché tira il vento, c’è meno metallo e meno plastica e, se sei vicino al mare, l’aria è carica di iodio. Gli Appennini, l’Umbria, il Lazio, il Sud sono pieni di borghi abbandonati. È l’occasione È l’occasione per rigenerarli. La fuga dalla città potrebbe dare linfa a bellissimi luoghi che sono l’identità d’Italia: San Benedetto da Norcia e gli ordini monastici, San Francesco d’Assisi, Dante, Giotto, Urbino, la pittura e poi la transumanza, la lana, la ricchezza dei Medici, la Serenissima Repubblica di Venezia e la sua enorme ricchezza che arrivava dalle campagne e dal mare
In Italia ci sono 5.800 centri sotto i 5mila abitanti, e 2.300 sono in stato di abbandono. Se le 14 aree metropolitane adottassero questi centri e borghi, con vantaggi fiscali e incentivi, il tutto sarebbe facilitato, nel frattempo una mano la sta dando il Governo che ha legiferato il reddito di residenza consistente nel fatto che se vai a risiedere in un centro abitato di meno di 5000 abitanti e porti lì non solo la tua residenza ma la tua attività lavorativa lo Stato ti offre un incentivo triennale da 24.000,00 euro
spalmato su tre anni con 8.000,00 euro l’anno che arrivano direttamente sull’IBAN.
Per chi invece volesse vivere in campagna “fuori dal coro” senza rinunciare alla comunicazione ed alla civiltà, acquisterà a buon prezzo dai 3 ai 5 ettari di terra con un casale sopra, fosse anche un rudere. Lo ristrutturerà con i benefici provenienti dai vari bonus (superbonus, eco bonus, sisma bonus), si produrrà l’energia elettrica, l’acqua calda sanitaria e quella da riscaldamento da solo con l’acqua usando la tecnologia dell’idrogeno termico già in commercio, pagando l’energia autoprodotta 0,01 euro/kwh e cedendo il surplus in rete a 0,05 euro/kwh. Vivendo in maniera etica in quanto oggi sappiamo da un rapporto dall’OMS che 9 persone su 10 respirano aria altamente inquinata e che ogni anno 7 milioni di persone (500mila solo in Europa) muoiono ogni anno per inquinamento ambientale, manco a farlo apposta l’Italia ha un triste primato in Europa con 90mila morti premature/anno da inquinamento ambientale
Quindi se voglio andare a vivere in campagna o in un borgo in primis devo produrmi l’energia elettrica e termica in maniera etica e sostenibile senza inquinare: il nostro target sarà produzione di C02= 0 e l’energia generata non deve andare dispersa ma riutilizzata. In questo caso lo Stato mi viene in aiuto permettendomi di installare un cogeneratore ad idrogeno che produrrà energia pulita, pagandomi l’intervento tramite l’ecobonus 110% fino ad un incentivo diretto tramite la cessione del credito di 25.000,00 euro seppur questo intervento non è considerato trainante o trainato, non rientra tra gli interventi in cui è necessario richiedere l’A.P.E. e non contribuisce a migliorare la classe energetica dell’abitazione. Ma quanta energia pulita produce un generatore ad idrogeno termico? (che genera vapore e da esso acqua calda ed energia elettrica). Chiariamo che una grande caldaia a gas metano per un appartamento di 150 metri quadrati produce giornalmente al massimo della sua potenza 28 kwht ( termici) mentre il generatore ad idrogeno ne produce 31 kwh pari a 27,000 kcal/h e al contempo 6,2 kwp/h (kwh elettrici). Quindi il generatore produce ogni giorno, 24 ore su 24 ben 648.000 kcal/giorno e ben 148,80 kwh elettrici, il tutto prodotto dal generatore che come
combustibile usa l’acqua del mio pozzo.
Essendo un micro cogeneratore posso cedere in rete il surplus e considerando che una famiglia ISTAT Italiana composta di 4 individui consuma ogni anno circa 2100 kwh elettrici e 1100 mc di gas metano per una bolletta energetica variabile dai 3.000 euro a 3.500 euro/anno; non solo otteniamo un risparmio ma addirittura un guadagno poiché il generatore mi produrrà ogni anno ben 54.312 kwh elettrici di cui ne userò al massimo 3000, quindi cederò in rete (usufruendo della legge dello Stato sui micro cogeneratori che permette di cedere energia in eccesso a € 0,05/kwh) 51.312 kwh per un introito annuale di 2.565,50 euro oltre all’energia termica che cercherò di non sprecare… Ma come?
Visto che sono in campagna per mantenermi e lavorare al massimo 2 ore al giorno, realizzerò un impianto per la produzione dell’alga spirulina che è un prodotto agricolo alimentare ma anche un prodotto farmaceutico e nutraceutico molto richiesto se prodotto in Italia, tramite il quale posso siglare un contratto quinquennale per la cessione della spirulina prodotta per 35,00 euro/kg. Ipotizzando un piccolo impianto su 220 metri quadrati in una piccola serra bassa (alta max 3,50 mt) vado a realizzare un’analisi finanziaria costi/ricavi, considerando l’impianto a conduzione familiare, come da schema che riporto qui di seguito:
ANALISI FINANZIARIA – PREZZO VENDITA DELLA SPIRULINA AD € 35,00/KG | ||||
VALORE DI INVESTIMENTO ( CAPEX) € 110.614,20 Capitale proprio 100% | ||||
ENTRATE/ANNO: € 178.390,20 | ||||
COSTI DI GESTIONE /ANNO | RICAVI | |||
Costo del reddito | € 0 | PRODUZIONE | ||
Analisi di Laboratorio | € 10.000,00 | Produzione giornaliera in kg | 14,00 | |
Consumi elettrici | € 0 | Produzione annua in kg | 5.096,90 | |
Fertilizzanti | € 20.000,00 | |||
Consulenze | € 2.000,00 | RICAVI | ||
Manutenzione ordinaria | € 2.000,00 | Vendita | € 178.315,00 | |
Costi assicurativi | € 7.734,00 | |||
Accantonamento Fondi | € 5.531,00 | |||
Totale Costi Gestionali | € 47.265,00 | |||
FLUSSI DI RECUPERO | € 131.050,00 | |||
PAY BACK /ANNI | 0,8 |
Avrete notato che sul report relativo all’analisi finanziaria alla voce costi di gestione: consumi elettrici e termici ho inserito il valore 0 euro, il perché è semplice, visto che ho a disposizione 5 ettari (ISMEA raccomanda 27 ettari per un’Azienda Agricola reddituale) e che con 220 mq di serra mobile e vasche mobili (noi non usiamo cemento) in 8 mesi ho ammortizzato l’investimento e che nei 4 mesi rimanenti incasserò +/- 10.920,00 euro/mese (43.680,00 euro nei 4 mesi post ammortamento) e che ogni anno potrò beneficiare di un flusso costante di 131.050,00 euro a cui debbo sommare l’energia ceduta in rete per altri 2.565,50 euro/anno, se voglio risparmiare altri 10.000,00 euro di fertilizzanti posso seminare 3 ettari di terreno con la canapa da cui ricaverò indipendentemente dai guadagni portati dalla vendita al litro dell’olio di canapa (48,00 euro/litro). Ne produrrò ogni anno circa 600 litri e circa 1 tonnellata di farina di canapa a +/- 5,00 euro/kg, mi rimarranno al minimo dalle 25 alle 30 tonnellate di paglie di canapa che trincerò e con una piccola parte di questo quantitativo alimenterò la mia alga che gradisce fortemente questo prodotto e quindi risparmiando altri 10.000,00 euro sui fertilizzanti porterò la mia piccola azienda agro energetica ad un turnover a 143.615,00 euro di ricavi.
Chiaramente nel godermi la vita nei borghi, non posso farmi mancare la tecnologia ma in campagna non arriva la fibra, non c’è il wi-fi, è un vero problema connettersi ad internet… In realtà lo era fino a pochi mesi fa, prima che la Starlynk di Elon Musk completasse la messa in orbita dei satelliti a bassa quota in tutto il globo, quindi con 450,00 euro acquisterò il kit che contiene un’antenna autoinstallante, il router e potrò viaggiare su internet al triplo della velocità della fibra disponibile in Italia, potrò riceve e telefonare grazie all’antenna in 4G o 5G pagando una cifra mensile intorno ai 90,00 euro che visto quanto incasso mi potrò permettere e mi godrò la vita.
Non solo: piantumando 3 ettari di canapa catturerò l’equivalente di C02 che catturerebbero dall’aria ben 12 ettari di foresta pluviale amazzonica e visto che amo gli animali, per il solo piacere di avere il privilegio di vivere e giocare con il mio cane e per il solo piacere di vederle al mattino mi concederò l’acquisto di 2 mucche highland che tratterò con cura, non le macellerò rispettando ciò che scrisse Leonardo da Vinci sugli animali: “Quando gli uomini soffriranno per la perdita dei loro animali come la perdita di un loro familiare, allora la razza umana potrà considerarsi civile”.
Tutto sommato mi conviene andare a vivere in campagna.
Giovanni De Caro – Ingegnere, esperto di ambiente ed energia, divulgatore e presidente dell’associazione Canapa Tuscia