Prima volta in Tibet? Ecco da dove iniziare
Il Tibet è una nazione che evoca da sempre un sentimento religioso, mistico, di pace in contrapposizione al Paese dal devastante materialismo consumistico che lo ha occupato da decenni, la Cina. Un Paese oppresso, che non smette di rivendicare la sua autonomia e indipendenza, la cui stessa cultura e la propria lingua rischiano di essere perdute per sempre.
Per chi volesse accostare il Tibet da turista immergendosi nelle meraviglie della sua antica tradizione culturale permeata e formata dal Buddismo, ecco alcune indicazioni fornite da Stefano Bottesi, fotografo italiano che non solo per lavoro ha frequentato con rispetto e ammirazione questa terra.
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L’itinerario
È bene partire dalla scoperta di Lhasa e dintorni, visitando i grandi monasteri e il Potala, il palazzo dove visse il Dalai Lama sino al momento del suo esilio in India. Per aggiungere un tocco di meraviglia in più, meglio organizzare il viaggio in inverno, a gennaio, quando a Lhasa arrivano da tutto il Tibet le famiglie dei nomadi per visitare i loro templi più sacri. È allora che si può avere una visione meno turistica e più autentica del rapporto che ancora oggi i Tibetani hanno con la loro tradizione spirituale: è emozionante vederli a migliaia affrontare il percorso circolare attorno al tempio di Jokhang nel centro di Lhasa, a ogni ora del giorno e della notte.
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Visti e permessi
Si tratta di un viaggio che necessita di un’organizzazione coordinata tra agenzie italiane e sino-tibetane e servono doppi visti e permessi: oltre al visto per la Cina anche quello per entrare a Lhasa che generalmente è gestito da un’agenzia locale che fornisce poi una propria guida.
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Guide locali
La cosa più importante è affidarsi a persone preparate e competenti che possano davvero aiutare il viaggiatore a incontrare la cultura tibetana nel modo più autentico possibile, senza limitarsi alla superficialità tipica dell’industria turistica che purtroppo ha raggiunto anche quel mondo.