Verve – Forth
Riprendere le fila del brit pop, riannodare il discorso e dare uno schiaffo morale alle orecchie prevenute dei detrattori. C’è poco da dire, il credito sembrava esaurito e la ribollita pareva inevitabile. Ma l’antipatia del malaticcio Richard Aschroft nasconde ancora briciole di buon senso per ricostituire un gruppo già consegnato alla naftalina.
L’intuito in verità sembrava già sulla strada giusta, quella costruita nell’immaginario etereo delle nuvole gravide di chiarori leggeri della copertina. Banchi bianchi e lievi. Psichedelica e allucinazioni, trame dilatate. Gusto melodico. Intarsi. Visioni. Forse è un’alba, forse una schiarita. Sit and wonder, Love is noise, Appalachian springs. Pop di fattura, evocativo. Da inalare nei momenti di mezza luce.
a cura di Giampaolo Berti