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Verso Vienna 2012

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E’ arrivato il momento, il 2012 sarà l’inizio della fine del proibizionismo.
È arrivato il momento di riunire le forze per tentare di avanzare e Vienna 2012, dove ogni anno si riunisce l’ONU a marzo per discutere le politiche mondiali sulle droghe. Dopo molti anni di divisione e annichilimento il movimento antiproibizionista sta riprendendo le sue attività, consci del fatto che i segnali internazionali sono concreti.

L’ideologia proibizionista inizia a scricchiolare dopo aver raggiunto il massimo splendore negli anni precedenti, senza crepe e senza nessun ragionevole dubbio riempiva i programmi elettorali delle destre non solo nostrane e proponeva iniziative fuori dal normale, che a volte andavano a segno. Esempio lampante di questo delirio è la tollerante Olanda, che dopo decenni di resistenza alle pressioni internazionali sta cominciando a dare segnali preoccupanti.


Due in particolare i sintomi della patologia olandese. In primis la legge sperimentale secondo la quale i coffeeshop non possono vendere sostanze a turisti stranieri, sono moltissimi anni che i giornali annunciano questo provvedimento come già in vigore a livello nazionale. In verità la legge è attiva in via sperimentale solo a Maastricht. Il punto davvero scandaloso del provvedimento non è che gli olandesi vietino ai cittadini stranieri (ma non siamo nell’Europa unita?) di entrare nei coffeshop, lo scandalo risiede nel fatto che si faccia distinzione tra turisti, discriminazione tra italiani, francesi e spagnoli i quali non possono entrare e usufruire dei servizi, mentre i belgi, i tedeschi e gli olandesi si, alla faccia dell’Europa unita. La Corte Europea, infatti, si è già pronunciata a favore del provvedimento, negando che si tratti di una ingiusta discriminazione ai danni degli altri cittadini dell’Unione Europea. Immaginate di entrare in un locale pubblico, vi chiedono un documento e vi dicono che non potete entrare. Voi chiedete educatamente come mai e vi indicano un cartello con una scritta e delle bandierine disegnate, dove c’è un divieto su quelle che rappresentano Italia, Spagna, Francia e altre, mentre un lasciapassare con le bandiere della Germania, del Belgio e dell’Olanda, se non è discriminazione questa non saprei proprio come altro definirla. Personalmente mi sono trovato nella sgradevole situazione che mi ha fatto sentire cittadino discriminato e di serie B, ero li con due amici di cittadinanza belga, volevamo entrare ma loro potevano e io no, anche loro erano sconvolti. 


L’altro segnale preoccupante lo abbiamo avvertito alla Cannabis Cup olandese, storica manifestazione dalla durata di una settimana, che richiama migliaia di appassionati da tutto il mondo e da 24 anni si svolge senza problemi di alcun tipo.


Nell’edizione del 2011, nel luogo dove ci sono gli espositori dove si svolge la premiazione è arrivata la polizia che ha perquisito tutti i partecipanti e tutti gli stand, distribuendo multe salatissime e molta preoccupazione per il futuro.


Sappiamo che questo tipo di deliri derivano anche e soprattutto dalle pressioni che l’ONU ogni anno discute sul tema e dopo 54 anni cominciano a scricchiolare le loro convinzioni, schiacciati dai costi sociali ed economici del proibizionismo.
Per noi il 2012 sarà l’anno dell’inizio della fine del proibizionismo, non la fine del mondo nel 2012, ma la fine del mondo proibizionista. Per noi Italiani inoltre sarà la speranza della fine di un incubo che miete vittime da troppi anni e che porta il nome di Fini e del diversamente intelligente Giovanardi.

 



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