Senza vergogna: il Ddl Sicurezza diventa decreto e va verso l’approvazione
Per evitare ulteriori discussioni il governo trasforma il disegno di legge in decreto preparandosi a mandare in fumo i 2 miliardi l'anno di impatto economico della cannabis light
Il Ddl Sicurezza, osteggiato dalle opposizioni, dai cittadini nelle piazze, oltre che da tutte le associazioni agricole di categoria, è stato trasformato in decreto dal governo per fare in modo di approvarlo il prima possibile, forse già stasera, durante il consiglio dei ministri previsto per le 18.
Un decreto, rispetto a un disegno di legge, viene emanato dal governo in caso di necessità o urgenza e diventa subito legge, anche se deve essere convertito dal Parlamento entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
E dunque il governo tira dritto, nonostante le dure proteste di questi mesi e l’iter accidentato della legge, in Parlamento dal 2024, che, all’esame del Senato, era stato rimandato alla Camera perché non c’erano le coperture economiche.
Nel momento in cui i dazi di Trump preoccupano e non poco le aziende e le associazioni del comparto agroalimentare, il governo sceglie di affossare definitivamente il settore della cannabis light, che, secondo uno studio aggiornato di MPG Consulting commissionato da Canapa Sativa Italia, già oggi è protagonista di un mercato che vale 2 miliardi di euro, con 22mila lavoratori a tempo pieno. Non solo, perché le infiorescenze con THC sotto i limiti di legge europei e italiani, saranno comunque considerate come uno stupefacente, mandando in crisi anche le altre filiere, come la bioedilizia, la cosmetica, l’alimentare e il tessile.
Una scelta scellerata, che vede Salvini e Mantovano come principali artefici di questa normativa che, in nome dell’ideologia, fa piazza pulita di aziende agricole e commercianti, che per mesi hanno provato a dialogare con un governo che non vuole sentire ragioni.

LE MODIFICHE AL DECRETO
Le modifiche previste nel passaggio da ddl a decreto sono quelle che erano state suggerite dal presidente della Repubblica Mattarella, e quindi sulla misura sulle detenute con figli fino ad un anno di età dovrebbe tornare il rinvio facoltativo della pena mentre per il divieto di Sim ai migranti l’ipotesi è che basterà il passaporto o una carta d’identità per acquistare la carta. Con il nuovo testo è attesa una migliore definizione della resistenza passiva tra le condotte che integrano il nuovo reato in carcere. Previsto anche il ripristino della “mera facoltà”, per le amministrazioni e le società partecipate, di rispondere alle richieste di collaborazione dei servizi segreti. Stop.
IN PIAZZA PER DIRE NO AL DDL SICUREZZA
Le 200 associazioni della Rete No ddl sicurezza insieme alla Cgil e ai partiti di opposizione hanno annunciato una manifestazione per oggi alle 17.30 in piazza della Rotonda (Pantheon)
UNA SPERANZA DALL’EUROPA
L’ultima speranza, per la sopravvivenza del settore, resta la via europea, dopo la discussione presso la Commissione della petizione presentata da Mattia Cusani, presidente dell’associazione Canapa sativa Italia.
La decisione finale è stata quella di mantenere la petizione aperta, con l’invio di una lettera di reclamo alle autorità italiane. «Siamo lieti di annunciare questo importante passo avanti in sede Ue, in contrasto alle iniziative ideologiche e oscurantiste della destra che governa il nostro Paese e che ora dovrà rispondere in sede europea”, aveva dichiarato Cristina Guarda di Avs.
Dal quando riceverà la lettera, il governo avrà 90 giorni di tempo per rispondere ai rilievi della commissione Peti. C’è anche la possibilità che la lettera venga ignorata, in attesa della decisione finale della Commissione europea.
L’OPPOSIZIONE INTERNA
Dalla destra italiana, l’unica voce contraria al provvedimento è stata quella di Flavio Tosi, ex leghista, oggi europarlamentare di Forza Italia, e grande nemico di Matteo Salvini. «Come Forza Italia e come Partito Popolare Europeo», conclude Tosi, «abbiamo chiesto che questa petizione possa procedere per aprire la discussione. Se la discussione andrà a buon fine, e cioè se venisse certificato che la posizione dell’Italia è contro il libero mercato e danneggia le imprese del nostro Paese, potrebbe diventare voto al Parlamento europeo in una risoluzione, per fare in modo che a questi 10mila agri oltori venga data la possibilità di continuare a produrre quello che legittimamente quello che in tutta Europa viene legalmente prodotto, trasformato e commercializzato», aveva sottolineato in un videomessaggio.
Aggiornamento dello 05/12/25: Il decreto è stato approvato ed è già entrato in vigore: dovrà essere convertito dal Parlamento entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Si confermano le modifiche alla legge 242/2016 con l’espresso divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa coltivata. Ma è stata inserita nel decreto, nell’ambito delle coltivazioni lecite, la produzione agricola di semi destinati agli usi consentiti dalla legge entro i limiti di contaminazione stabiliti dal ministro della salute con decreto. I controlli sono affidati al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri.