Venezia: appello per lo stop alle grandi navi
“Venezia è, da oltre mille anni, città simbolo dell’equilibrio tra uomo e natura, la sua magia origina e vive nella e della straordinaria compenetrazione di artificio e natura, pietra e acqua, città e Laguna.”
Inizia con queste parole l’appello ai movimenti europei per la difesa dei territori, la giustizia ambientale e la democrazia che il comitato No Grandi Navi ha lanciato proponendo una “due giorni” internazionale per parlare di democrazia dal basso e di ambiente, sabato 23 e domenica 24 settembre.
Le adesioni non si sono fatte attendere. Dalla Valsusa al Salento, da Stop Biocidio di Napoli al No Muos di Sicilia sino alle Terre In Moto delle Marche. Moltissime e in continuo aggiornamento anche i movimenti europei che si battono contro le Grandi Opere: i francesi del Comitè contre la construction de l’aereporte de Notre Dame des Landes, i tedeschi dell’associazione Geheimagentur e del Movement against Stuttgart 21, i catalani dell’assemblea Ciutat per a qui l’habita, i portoghesi dell’Academia Cidadã, gli internazionali del quarto Forum Against Unnecessary Imposed Mega Project.
L’appello prosegue così: “Questo fragile equilibrio è seriamente minacciato dalla macchina del turismo di massa, di cui le grandi navi da crociera sono una delle peggiori espressioni: navi fuori scala, inquinanti, pericolose per l’incolumità di una città patrimonio Unesco, simboli galleggianti dell’arroganza delle multinazionali e della corruzione di una classe politica piegata alla difesa dei profitti privati a scapito del bene comune.
Ma Venezia è viva, contrariamente a ciò che vorrebbero le compagnie croceristiche, il ministro dei trasporti Del Rio, l’autorità portuale e il sindaco Brugnaro.
Da molti anni la città, grazie al Comitato No Grandi Navi, combatte contro il passaggio nella Laguna -e si sottolinea nella Laguna- di questi mostri e contro l’ipotesi di scavo in questa di nuovi canali (immaginate la costruzione di un’autostrada in una riserva naturale).
Il caos istituzionale è totale! In questi ultimi anni sono stati presentati diversi progetti che il Comitato ha contrastato in tutti i modi e che sono stati bocciati dalla commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Nonostante questo il ministro dei trasporti, l’autorità portuale e il sindaco insistono nella presentazione di due progetti, ipotesi assurde e devastanti volte a mantenere le grandi navi da crociera dentro la Laguna: il progetto del Canale Vittorio Emanuele che prevede di scavare fino a raddoppiare larghezza e profondità di un vecchio canale del 1925 -abbandonato da più di 30 anni- per far arrivare le navi da crociera, ancora una volta, all’interno della città, ed il progetto di nuovi approdi per le grandi navi da crociera nell’area industriale di Porto Marghera. V’è poi l’ipotesi di una soluzione mista tra le due sopra descritte.
Ambedue i progetti comporterebbero lo scavo di oltre sei milioni di metri cubi di fanghi inquinati ed inquinanti, il rischio di incidenti chimici con il passaggio delle navi da crociera in zone (l’area industriale di Porto Marghera) sottoposte ai piani di Protezione Civile e alle Direttive Seveso.
Ambedue i progetti interferiscono in maniera negativa con le attività produttive e le attività portuali commerciali presenti a Porto Marghera e nel Canale Malamocco –Marghera.
Ambedue i progetti erano stati presentati in passato e furono travolti da una marea di pareri tecnici negativi da parte di diversi enti ed istituzioni.
Ambedue i progetti innescheranno nuovi effetti devastanti nel delicatissimo ecosistema lagunare.
Il comitato si opporrà con tutte le sue forze a queste ennesime vergogne e come sempre dirà: fuori le grandi navi da crociera dalla Laguna!
La nostra Laguna è stata già coinvolta in un’altra grande opera inutile e devastante che, per di più, ha creato un vortice infinito di tangenti e corruzione: il sistema MOSE!
Venezia è una città unica, certo, ma è al contempo un simbolo globale.
Vorremmo che la nostra città divenisse per due giorni la cassa di risonanza di tutte quelle lotte che oggi, in Italia e in Europa, sono condotte per la difesa dei territori, per la giustizia ambientale e per la democrazia decisionale.
Non mancano certo le opere inutili e dannose, ma non mancano nemmeno meravigliosi esempi di resistenza: ci si batte contro linee ferroviarie ad alta velocità, la costruzione di aeroporti, le trivellazioni e le industrie del petrolio, contro l’inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua, contro la cementificazione del territorio, l’uso speculativo di terremoti e altre catastrofi, l’estrazione del carbone e l’industria mineraria e molto altro ancora. Ci si batte, quindi, di fatto, anche per un modello di sviluppo che tenga conto della giustizia climatica e per un’idea diversa di società, basata sul rispetto della volontà di chi abita i territori e non sul soddisfacimento degli appetiti di chi li vuole sfruttare a costo di distruggerli per profitto o calcolo politico.
Il 18 giugno abbiamo indetto un referendum popolare autogestito che in nove ore ha visto la partecipazione di oltre 18.105 persone: un successo clamoroso di cui hanno parlato tutti i media nazionali ed internazionali come esempio di democrazia diretta dal basso! 17.874 persone hanno votato SI all’estromissione delle grandi navi da crociera dalla Laguna e al divieto di nuovi scavi in Laguna.
Il 23 e il 24 settembre Vi aspettiamo dunque a Venezia per incontrarci, per confrontarci, per costruire una strategia comune, per agire, perché da qui può partire un nuovo ciclo europeo di lotte.”