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Varietà e semi di cannabis

Dal punto di vista tecnico e legale tutta la cannabis, sia che si tratti di corda o di droga, è classificata come Cannabis sativa (C. sativa). Nell’ambito del diritto internazionale infatti tutta la cannabis è considerata Cannabis sativa, a prescindere dalle sue origini. Tuttavia secondo la pubblicazione Hemp Diseases and Pests (Dr. J.M. Mc Partland, R.C. Clarke, e D.P. Watson, edito da CAB International), la Cannabis sativa può essere ulteriormente classificata in: Cannabis sativa (= C. sativa var. sativa), Cannabis indica (= C. sativa var. indica), Cannabis ruderalis (= C. sativa var. spontanea) e Cannabis afghanica (= C. sativa var. afghana). Ognuna si contraddistingue per il suo modello di crescita, aspetto, odore, gusto, ecc.

CANNABIS SATIVA
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Le origini della Cannabis sativa (= C.sativa var. sativa), sono localizzabili prevalentemente in Asia, nelle Americhe e in Africa. Ciascuna area di provenienza determina delle caratteristiche specifiche, però in generale le piante di sativa presentano certi tratti comuni: una statura alta, ampi spazi internodali, un sistema radicale esteso e disordinato, foglie lunghe e strette e fiori un po’ radi quando viene coltivata al chiuso, sotto le lampade.

Le piante di sativa fioriscono diverse settimane o mesi più tardi rispetto alle indica. Mentre all’aperto la loro produzione è cospicua (spesso diventano alte fino a 4,5 m. o più), spesso le sativa pure crescono eccessivamente in un ambiente indoor, fino a diventare alte 10 piedi (3 m.) in tre mesi, rendendosi poco pratiche per la coltivazione in una growroom. Una lampada HID (a scarica di ioduri metallici) non riesce a illuminare efficacemente delle piante così alte, quindi la resa per Watt o per metro quadrato di spazio è molto scarsa.

La Messicana, la Colombiana, la Tailandese e la Giamaicana possono essere varietà molto potenti con un rapporto tra THC e CBD elevato, che produce un effetto sublime, energetico e “speedy”. Ma la loro potenza può anche essere minima, con un livello di THC basso. La maggior parte della Marijuana Colombiana, Messicana, Tailandese e Giamaicana esportata viene maltrattata quando in vita e strapazzata quando viene asciugata e confezionata. Tale maltrattamento causa una più rapida degradazione del THC.
Di conseguenza, i semi provenienti da una buona erba sono spesso più potenti dei “genitori”. Le sative centroafricane, compresa la “Congolese”, dal contenuto potente di THC, si sviluppano in modo simile alla qualità Colombiana, con la sua statura alta, spesso cresce oltre i 4,5m (15 piedi) d’altezza, con fiori poco fitti.

Il Sud Africa ha dei porti marittimi importanti. I navigatori portarono la Cannabis sativa da molti luoghi diversi e la piantarono in Sud Africa. Di conseguenza, l’erba del Sud Africa può avere una potenza molto elevata o molto tenue e la pianta può crescere bassa oppure alta, cespugliosa, allampanata, ecc. La famosa Durban Poison, da cui si raccolgono gemme precoci e potenti color verde pallido, è la varietà sudafricana più conosciuta. Le sative asiatiche, comprese la tailandese, la vietnamita, la cambogiana, la laotiana e la nepalese hanno caratteristiche di crescita diverse e variano in modo significativo per quanto riguarda la potenza.

Anche se la Tailandese ed altre sativa provenienti dalla stessa area sono spesso potentissime in termini di THC, sono fra le più difficili da coltivare in spazi indoor e le più lente a maturare. Le varietà thailandesi producono fiori molto leggeri ed esili dopo una fioritura di circa quattro mesi su piante con grandi rami scomposti. Le sativa Tailandese, Vietnamita, Cambogiana e Laotiana sono le più inclini a trasformarsi in ermafrodite da adulte. Le sativa nepalesi possono presentarsi come piante alte e smilze dalle foglie sproporzionatamente grandi; producono infiorescenze rade e a fioritura tardiva, sebbene altre varietà provenienti dalla stessa regione si sviluppino come arbusti bassi e compatti, con una fioritura più precoce.

Tutte le varietà di canapa sono considerate Cannabis sativa. La canapa, chiamata affettuosamente “cordame”, non è altro che la Cannabis sativa, coltivata per il suo contenuto di fibra. La canapa perlopiù contiene anche semi e ha dei livelli di THC decisamente scarsi.

CANNABIS INDICA

4La Cannabis indica (= C. sativa var. indica) ha origini pakistane e indiane. L’indica è apprezzata dai coltivatori indoor e dagli ibridatori per la sua conformazione tozza e cespugliosa; ha un sistema radicale condensato, gambi robusti, foglie larghe e fiori densi, grossi e pesanti, carichi di THC. Il fogliame è di un verde molto scuro e, in alcune varietà, le foglie attorno al fiore diventano dal rossastro al viola. I pistilli corti e bianchicci assumeranno tinte rossastre o violacee.

Alcune indica di questa parte del pianeta hanno foglie più strette, lunghi pistilli bianchi, e fogliame di un verde pallido. Le varietà di indica generalmente contengono una più alta percentuale di CBD che di THC; il primo causa un effetto spesso descritto come una botta pesante, disabilitante, “da sasso sulla testa”. La potenza dell’ebbrezza varia da soddisfacente a sbalorditivo. Alcune indica hanno un odore caratteristico simile a quello di una puzzola o di urina di gatto, mentre altre hanno un profumo dolce ed esotico. Queste piante, pesantemente cariche di resina, tendono a essere le più resistenti contro la maggior parte delle muffe e infestazioni. Talune indica, dai fiori pesanti densi e compatti, sono resistenti alla muffa grigia.

CANNABIS RUDERALIS

Cannabis_ruderalis_habitusLa Cannabis ruderalis (= C. sativa var. spondanea) fu portata per la prima volta ad Amsterdam dall’Europa centrale all’inizio degli anni ottanta dalla Seed Bank per potenziare il loro programma di ibridazione. Delle “ruderalis” molto simili, se non esattamente le stesse piante, crescono in un’area che va dal Minnesota settentrionale, fino a Manitoba e Saskatchewan, in Canada. La Cannabis Ruderalis è una pianta bassa, magra e irsuta, che contiene pochissimo THC, ma comincia a fiorire dopo poche settimane di crescita. Non è il fotoperiodo a indurre la Cannabis Ruderalis a fiorire. A volte confusa con la più potente indica, la C. ruderalis pura è veramente un’erba da lasciare perdere. Provoca un mal di testa, piuttosto che un’ebbrezza! Adesso certi ibridatori hanno incorporato la fioritura precoce dei geni di C. ruderalis con altri di C. sativa, C. indica e Cannabis Afghana a fioritura precoce.

CANABIS AFGANICA

Afghanica-Growing-OutdoorsLa Cannabis Afganica (=C. sativa var. afghanica) ha origine in una regione vicina all’attuale Afghanistan. E’ abbastanza bassa (raggiunge raramente i due metri) e presenta una ramificazione densa, con internodi corti. Quasi sempre ha delle caratteristiche foglie larghe, verde scuro, dal lungo picciolo: sono i tratti salienti del profilo della C. Afghanica.

Fra gli esempi più comuni di C. Afghanica pura vi sono le molteplici “piante da hashish” e le qualità afgane. La C. Afghanica è coltivata esclusivamente come stupefacente e la maggior parte della resina viene convertita in Hashish. E’ conosciuta per il suo elevato contenuto di cannabinoidi. Molti coltivatori e ibridatori non fanno distinzione fra la C. Afghanica e la C. Indica, raggruppandole entrambe nella categoria della C. Indica.

SEMI

semi-di-canapaLa crescita esplosiva di produttori di semi e di vendite legali di semi in Olanda, Regno Unito, Canada, Francia, Svizzera, Spagna, Italia ecc., ha aperto la strada a tante nuove qualità di Cannabis mai viste prima. Le più popolari qualità di Cannabis sono il risultato della combinazione di due o più delle seguenti specie: C. sativa, C. Indica, C. ruderalis, C. afghanica. Ma ci sono anche molti semi con i geni di solo una delle specie sopra elencate. Si tratta di qualità di Cannabis selezionate in modo mirato per crescere bene in un ambiente indoor. Altre crescono meglio in serra e altre ancora all’aperto, in specifiche condizioni climatiche.

Un seme contiene le caratteristiche genetiche di una pianta. I semi sono il risultato di una propagazione sessuale e contengono i geni di entrambi i genitori, maschio e femmina. Alcune piante, chiamate ermafrodite, portano sia i fiori maschili sia quelli femminili sulla stessa pianta. I geni contenuti in un seme determinano la grandezza di una pianta, la sua resistenza alle malattie e alle infestazioni; la produzione di radici, stelo, foglie e fiori; il livello di cannabinoidi e molti altri tratti. La composizione genetica in un seme è il fattore di per sé più importante nel determinare se una pianta crescerà bene sotto la luce artificiale o sotto la luce naturale del sole e quali livelli di cannabinoidi produrrà. Genitori forti e sani e cure appropriate danno semi forti, che germinano bene. Semi forti producono piante sane e raccolti ingenti. I semi conservati troppo a lungo germinano lentamente e comportano un’alta percentuale di insuccessi. Con dei semi vigorosi la crescita ha inizio nel giro di sette giorni o meno: i semi che impiegano di più in un mese a germinare potrebbero essere sempre lenti e produrre di meno.

Tuttavia, alcuni semi impiegano di più a germinare anche nelle migliori condizioni. Il guscio – l’involucro protettivo esterno – in alcuni semi non si sigilla adeguatamente. Ciò permette all’umidità e all’aria di penetrare, provocando inoltre una dissipazione della concentrazione di ormoni, che rende il seme meno vitale. Semi permeabili lasciano le porte aperte a malattie e infestazioni.

Tali semi sono immaturi, bianchi, fragili e si schiacciano facilmente con una leggera pressione fra il dito e il pollice. Sono semi deboli, privi del vigore necessario per crescere bene. Solitamente un coltivatore che acquista una busta da dieci semi da una società di semi rispettabile, li fa germinare tutti contemporaneamente. Una volta germinati, vengono piantati con cura e fatti crescere fino alla maturità. Complessivamente, su dieci semi, alcuni daranno vita a dei maschi, altri diventeranno femmine deboli e cresceranno poco.

Due o tre semi si svilupperanno diventando delle forti femmine eccellenti. Di queste super femmine, una sarà più robusta e potente dei suoi fratelli. Questa super femmina sarà selezionata per diventare la madre di innumerevoli super cloni.

Una semplice immagine di un seme rivela un embrione contenente i geni e una riserva di cibo, avvolta da un involucro protettivo esterno. I semi maturi, duri, con un colore dal beige al marrone scuro, chiazzati o variegati, hanno la più elevata percentuale di germinazione. I semi morbidi, pallidi o verdi sono immaturi e sarebbero da evitare. I semi immaturi germinano poco e spesso producono piante malaticce. I semi freschi, asciutti e maturi, con meno di un anno di vita, spuntano velocemente e originano piante robuste.



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