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Vapor pressure deficit, cos’è e a cosa serve?

Vapor pressure deficit, cos’è e a cosa serve?

Chi coltiva cannabis indoor in growbox o growroom dispone normalmente di tutti i dispositivi di controllo per la gestione dei parametri ambientali fondamentali quali luce, temperatura, umidità e ricambio d’aria.

Come vedremo fra poco, non è la gestione indipendente di questi parametri ambientali a fare la differenza ma la sinergia tra loro. Se affiniamo le nostre competenze nella gestione di un impianto indoor munendoci delle giuste attrezzature aiuteremo la pianta a raggiungere il suo massimo stato di benessere.

La tecnologia ci supporta e una centralina per il controllo dell’umidità, una per il controllo della temperatura e un termometro a infrarossi saranno i nostri migliori alleati. Tutto reperibile sui più comuni e-commerce a prezzi economici ma più che efficienti nello svolgere il loro lavoro!

Vapor Pressure Deficit sta letteralmente per differenza di pressione del vapore acqueo. In sostanza indica la differenza tra l’ammontare di acqua in stato aeriforme che l’atmosfera (aria) è in grado di contenere a una certa temperatura e l’ammontare di acqua in essa contenuta in quel momento. Questa differenza di quantità, al pari della pressione, è misurata in kilopascal (KPa).

Vapor pressure deficit, cos’è e a cosa serve?Per meglio comprendere il concetto di quanta acqua l’aria può trattenere a determinate temperature, dobbiamo pensare al fenomeno della condensa. Sappiamo che il vapore acqueo venendo a contatto con una superficie che si trova a una temperatura più fredda si trasforma in goccioline di acqua. Di fatto la condensazione non è altro che il fenomeno che avviene quando l’aria a una determinata temperatura ha raggiunto un livello di saturazione tale che non può più contenere acqua in stato aeriforme formando goccioline liquide. Il valore di saturazione aumenta all’aumentare della temperatura, quindi maggiore sarà la temperatura, maggiore sarà la quantità d’acqua che potrà contenere l’aria prima di creare condensa. Viceversa quando le temperature si abbasseranno questa capacità dell’aria di trattenere acqua in stato aeriforme diminuirà.

Creando nella nostra growroom o growbox il giusto equilibrio tra temperatura ottimale per la crescita (meglio se rilevata sulla foglia) e l’umidità dell’ambiente riusciremo a ottimizzare il processo che permette alle piante di assorbire al meglio i nutrienti sia dall’aria per mezzo dell’apparato fogliare sia dal substrato qualunque esso sia. Il risultato che vedremo sarà quello di una pianta sana, in salute ed estremamente prorompente nella sua crescita e fioritura.

Nel grafico di seguito (se ne possono trovare di diversi facendo una semplice ricerca su Google), si possono osservare i valori ottimali tra temperatura fogliare e umidità per ottimizzare al massimo la capacità di traspirazione delle nostre piante. In verde i valori ottimali, in giallo i valori che permettono alla pianta di svilupparsi ma con un potenziale che non sarà espresso al meglio. Fuori da questi valori possiamo parlare di pianta in sofferenza e si noteranno una crescita stentata, turgidità compromessa e colori poco vivaci.

Grafico

All’interno di valori compresi tra 0.50 e 1.1KPa le piante tenderanno ad aprire più agevolmente i loro stomi, i piccoli organi sotto fogliari che le permettono di traspirare. Questi organi, aprendosi, svolgono due importanti e fondamentali funzioni: immettono nell’aria piccole e costanti quantità di acqua per regolare la temperatura interna della pianta scambiando calore e assorbono CO2 facendola penetrare all’interno dei tessuti. Quando l’acqua fuoriesce dalla pianta attraverso gli stomi per regolarne la temperatura, crea una condizione di depressione tra i liquidi interni delle cellule. La fisica fa il resto facendo riequilibrare questo scompenso di pressione “aspirando” nuova acqua per mezzo dell’apparato radicale. Questo meccanismo di compensazione è il sistema che permette alle piante di spostare in alto e verso parti aeree l’acqua e nutrienti presenti nel substrato; non dobbiamo dimenticare infatti che i vegetali non posseggono dei muscoli per svolgere le loro funzioni vitali. È tutta una questione di fisica.

Il ripristino degli equilibri di pressione interna non è un meccanismo che avviene in maniera istantanea e dobbiamo tenere presente che la pianta avrà bisogno di un po’ di tempo per reagire. Un eccesso di traspirazione può causare una repentina disidratazione che anche dopo l’apporto d’acqua al substrato richiederà alla pianta un po’ di tempo prima di ristabilire il suo equilibrio. Questa dinamica di sofferenza crea forte stress.

Abbiamo accennato al fatto che gli stomi oltre che rilasciare acqua nell’atmosfera circostante permettono alla CO2 di essere immessa all’interno dei tessuti vegetali. Ottimizzando il binomio temperatura fogliare e umidità seguendo i valori VPD ottimali, la nostra pianta sarà in grado di assorbire anche la quantità ideale di CO2. Se abbiamo acquisito nozioni sull’arricchimento carbonico nelle growroom o growbox è chiaro che il VPD ci aiuta a dare quella stabilità in più al nostro canopo rendendolo più forte, sano e produttivo di sempre.
Dopo tanti “giri di prova” e qualche minuziosa attenzione in più, posso dire che l’esperienza personale mi ha portato a seguire 0.9Kpa come riferimento ottimale in vegetativa e 1.3 o anche 1.5Kpa in piena fioritura per incentivare la produzione dei tricomi con un ambiente particolarmente secco. Quando le foglie “prendisole” saranno protese verso l’alto, allora staremo osservando una pianta traspirare.

Se vogliamo provare ad avere un approccio certosino e diventare maestri nella gestione del VPD è bene avere buona potenza luminosa, un efficiente ricambio d’aria (quindi apporto di CO2) e la strumentazione di controllo ambientale adatta. Seguendo i parametri VPD ideali vedrete il miglior risultato di sempre.

Il modo più elementare per iniziare è allineare la temperatura fogliare rilevata con un termometro a infrarossi con la sonda di temperatura della centralina che gestisce l’estrazione dell’aria o i raffreddatori. A questo punto, controllando le tabelle VPD, impostiamo sull’igrostato l’umidità da dover raggiungere e mantenere tenendo conto della temperatura rilevata. La qualità progettuale dello spazio di coltivazione come l’uniformità luminosa, la ventilazione interna e la distribuzione di CO2 faranno la differenza nell’ottenere un setting che mantenga uniformi le condizioni ambientali.

Il nostro canopo (in indoor indica la superficie utile esposta alla luce) a questo punto avrà tutto per svilupparsi al meglio e ci ricompenserà con una crescita prorompente e una fioritura entusiasmante.

Provare per credere!

Vapor pressure deficit, cos’è e a cosa serve?

A cura di Daniele D’Agata
THC university certified grower

TG DV


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