Valpolicella Superiore Vigna del Peste alla prova dell’invecchiamento
Per la prima volta in questo spazio torniamo a recensire non solo la stessa azienda, ma addirittura lo stesso vino: il Valpolicella Superiore Vigna del Peste 2012 di Terre di Pietra a San Martino Buon Albergo (VR). Il motivo è duplice: innanzitutto l’azienda di Cristiano Saletti (che dal 2017 troviamo al timone dopo la prematura scomparsa della moglie Laura) rispecchia quei valori di sostenibilità ambientale, attenzione quotidiana alla natura e passione per il proprio lavoro che da sempre cerchiamo di divulgare e inoltre abbiamo voluto confrontare lo stesso vino a distanza di cinque anni dal precedente assaggio per valutarne l’evoluzione.
Cristiano usa poca tecnologia e riesce a ottenere risultati straordinari che esaltano le peculiarità dei suoi vini: le vigne in località Marcellise sono su terreni marnosi, unici per la Valpolicella, che conferiscono alle uve caratteri unici, esaltate dall’uso delle vasche di cemento, sia per la vinificazione che per l’affinamento di diciotto mesi, senza passaggi in legno.
A distanza di tanti anni, il colore è rimasto un bel rosso rubino luminoso, all’olfatto il bouquet di profumi è sempre diretto e caratteristico: fine e complesso con netti sentori di frutta e spezie. Ma è all’assaggio che gli anni di invecchiamento si fanno sentire: profondità e intensità sono cresciute donando al vino una persistenza e una struttura che prima non aveva. Insomma, l’invecchiamento ha fatto davvero bene a questo ottimo vino, che con questa promozione sul campo si candida anche ad abbinamenti con preparazioni di grande complessità e aromaticità.