L’uso adulto di cannabis in giro per il mondo
Quali sono i Paesi del mondo in cui la cannabis è stata legalizzata? E quali invece quelli in cui non è un reato consumarla o coltivarla nella propria abitazione? Ecco la panoramica globale
In questo nuovo approfondimento vi portiamo a fare il giro del mondo, con le parole, dei Paesi in cui è legale la cannabis o l’autoproduzione, oppure ancora ci sono delle concrete proposte di legge che potrebbero cambiare la situazione nel futuro.
Se il Canada e gli Usa – soprattutto in vista della legalizzazione federale – giocano ormai un altro campionato, la panoramica che trovate qui sotto rende esplicito il fermento a livello globale per il cambio di politiche che partono tutte da due punti cardini: la questione sociale, e quindi il considerare gli stupefacenti come un tema che abbia a che fare con i diritti umani e la salute, invece che con carceri e polizia, e la questione economica, declinando il tema stupefacenti come un enorme serbatoio dal quale attingere per riportare i soldi nei circuiti legali e toglierli a mafie e criminali.
MALTA
Su Dolce Vita ne abbiamo parlato paragonando la vicenda a quella di Davide che sconfigge il gigante Golia, visto che Malta, il Paese più piccolo dell’Unione Europea, è stato il primo a legalizzare l’autoproduzione di cannabis nel 2023, rompendo l’argine anche in Europa, e le associazioni cannabiche in ottica di riduzione del danno, la prima delle quali è stata autorizzata all’inizio del 2024, riuscendo ad avere più di 150 associati nei primi due giorni di apertura.
LUSSEMBURGO
Dopo tante discussioni, anche parlamentari, sulla legalizzazione, il Lussemburgo ha optato per la strada più soft seguendo l’esempio di Malta e rendendo legale l’autoproduzione nel giugno del 2023. Il consumo in pubblico resta vietato, e anche il possesso: fino a 3 grammi è prevista una multa compresa tra i 250 e i 500 euro, con più di 3 grammi si rischia una multa da 251 a 2500 euro oltre a una pena detentiva da 8 giorni a 6 mesi.
GERMANIA
Gli occhi di tutti gli europei sono puntati sulla Germania, visto che la prima economia del continente ha preso la decisione di cambiare il paradigma sulle droghe. Dopo l’idea della legalizzazione tout court, con la creazione di un mercato regolamentato, produttori e dispensari, visti i possibili contrasti con la normativa europea la cosiddetta coalizione semaforo che governa il Paese ha optato per autoproduzione e CSC. Dopo mesi di discussioni e di opposizioni interne, è stato trovato l’accordo: la legge sarà votata entro la fine di febbraio per diventare effettiva dal primo aprile. A luglio dovrebbe invece arrivare l’approvazione per la coltivazione in forma associata, e quindi i CSC.
REPUBBLICA CECA
La Repubblica Ceca sta valutando la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo, con l’obiettivo di stabilire un mercato regolamentato entro il 2024. Questo processo coinvolge la creazione di licenze per la vendita e coltivazione, con un sistema di registrazione per i consumatori che limiterebbe la quantità acquistabile mensilmente. Nonostante le sfide, inclusa l’opposizione interna da parte dei cristiano-democratici (KDU-CSL) e le potenziali complicazioni con la Commissione Europea, il governo ceco sembra disposto a correre il rischio per diventare il primo paese in Europa a legalizzare il mercato della cannabis per adulti. La situazione è ancora in evoluzione e riflette un ampio dibattito sia a livello nazionale che europeo.
PORTOGALLO
Il Portogallo è stato il primo Paese europeo a depenalizzare l’uso personale di tutte le droghe nel lontano 2001, contrastando con successo l’aumento esponenziale di overdose di eroina nel Paese. Dopo il fallimento di precedenti tentativi legislativi e le dimissioni del Primo Ministro António Costa nel novembre 2023, i progetti di legge presentati dall’Assemblea della Repubblica sono caduti, costringendo il paese a ricominciare da capo. Due principali proposte di legalizzazione erano state avanzate: una dal Blocco Sinistro nel giugno 2022 e l’altra dall’Iniziativa Liberale nell’aprile 2023. Entrambe puntavano a stabilire un mercato regolamentato per la cannabis non medicinale, ma non sono state discusse né votate prima dello scioglimento del governo. Con le nuove elezioni legislative previste per il 10 marzo 2024, il futuro della legalizzazione rimane incerto.
BELGIO
Il Belgio confina a sud est con il Lussemburgo, secondo Paese europeo ad aver reso legale l’autoproduzione di cannabis e il suo consumo, a est con la Germania, che vuole implementare la legge su autoproduzione e cannabis social club entro fine anno, e a nord con l’Olanda, da sempre permissiva nei confronti del consumo di cannabis. Anche per queste ragioni alla fine del 2023 è iniziato il dibattito politico per la legalizzazione della cannabis, con il politico socialista Pierre-Yves Dermagne che ha dichiarato: «Non penso che abbia senso continuare a chiedere alla nostra polizia di perseguire all’infinito i consumatori di cannabis e metterli in prigione. Quella repressione non funziona».
La nuova proposta risale all’inizio del 2024 con la commissaria nazionale belga per la lotta alla droga Ine Van Wymersch che vorrebbe seguire l’esempio del Portogallo nel depenalizzare il consumo, mirando a trattare il consumo di droghe come un problema di salute pubblica piuttosto che un reato penale.
OLANDA
In Olanda da decenni la vendita di cannabis è tollerata ma non era mai stata normata la produzione, che restava illegale. Il 15 dicembre 2023, in una giornata storica per il Paese, è partito il piano sperimentale di legalizzazione, con le prime produzioni legali avviate nelle città di Breda e Tilburg, in un progetto pilota che durerà 4 anni e coinvolgerà in totale 10 città, compreso un quartiere di Amsterdam.
SPAGNA
In Spagna la situazione per la cannabis è complessa. Non è presente una legge nazionale per la cannabis medica, anche se nel giugno 2022 il Congresso spagnolo ha approvato un rapporto che analizza le esperienze di regolamentazione della cannabis per uso medicinale, segnando un passo avanti verso la sua regolarizzazione. Tuttavia, la coltivazione di cannabis per scopi commerciali è consentita solo per l’esportazione ad aziende debitamente autorizzate.
A livello ricreativo in Catalogna nel 2017 era stata approvata una legge che depenalizzava la coltivazione personale e il consumo di cannabis in luoghi privati, rendendo legali i CSC. Il governo centrale ha però impugnato la legge portando alla sua abrogazione, e a una situazione complessa (approfondisci la notizia leggendo l’intervista nella sezione Antipro).
SCOZIA
Depenalizzazione e riduzione del danno: sono le due parole chiave di un documento presentato dal governo della Scozia nell’estate del 2023 per chiedere al Regno Unito un nuovo approccio sulle droghe.
Il ministro scozzese per le politiche sulla droga e l’alcool Elena Whitham ha infatti presentato un documento programmatico che prevede la depenalizzazione del possesso personale di sostanze controllate, la creazione di strutture sicure per il consumo di sostanze, un maggiore accesso al farmaco per l’inversione dell’overdose naloxone e la possibilità di aumentare i controlli sugli stupefacenti per ridurre il rischio di contaminazione nel mercato illecito. «Vogliamo creare una società in cui l’uso problematico di droghe sia trattato come una questione sanitaria, non criminale, riducendo lo stigma e la discriminazione e consentendo alla persona di riprendersi e contribuire positivamente alla società», ha spiegato.
FINLANDIA
Raggiunte le 50mila firme necessarie, un’iniziativa popolare volta a legalizzare la cannabis in Finlandia verrà discussa in Parlamento. In particolare la proposta: permette il possesso, il consumo, la coltivazione personale, la produzione e la vendita di cannabis; regolamenta il mercato verde che verrà, con tanto di tassazione; definisce la differenza tra canapa impiegata per uso industriale e cannabis dagli effetti psicoattivi.
Un disegno di legge che rispecchia la volontà dei finlandesi, che, da quanto rivelato da un sondaggio condotto lo scorso anno dall’Institute for Health and Welfare, sarebbero favorevoli alla depenalizzazione della cannabis. Depenalizzazione sfiorata con l’iniziativa popolare lanciata nel 2019 e poi respinta ad aprile 2022 dalla commissione giuridica del Parlamento.
SVIZZERA
La Svizzera, fuori dall’Unione europea ma al centro dell’Europa, ha di recente lanciato la sua legalizzazione sperimentale con progetti di vendita legale di cannabis in farmacia o dispensari attivati in diverse città.
Il progetto, denominato SCRIPT (Safer Cannabis Research In Pharmacies randomized controlled Trial) ha una durata di 5 anni ed è nato per studiare gli effetti della legalizzazione sulla popolazione dal punto di vista sociale e sanitario. È già partito a Basilea, Zurigo e Losanna ma verrà attivato a breve anche a Berna, Lucerna, Bienne e altre città. In ogni città un campione di adulti, compreso in genere tra 200 e 500 persone, viene autorizzato ad acquistare cannabis che deve essere biologica e prodotta in Svizzera. I primi risultati di Losanna, a un paio di mesi dall’inizio della sperimentazione, dicono che sono stati venduti 4,5 kg di cannabis portando ad un calo del 5% del mercato nero mentre il tipo di cannabis più richiesto è quello più forte, che contiene un tasso intorno al 15% di THC e rappresenta il 40% delle vendite.
USA
Gli Stati Uniti d’America sono la nazione che è responsabile del moderno proibizionismo nei confronti della cannabis, oltre al Paese che, dalla legalizzazione del Colorado in poi, ci sta guadagnando da più dai punti di vista economico e sociale. Innanzitutto è il settore che sta creando più posti di lavoro in assoluto: erano circa 430mila quelli creati a inizio del 2022, mentre nel solo 2023 dovrebbero essere cresciuti di oltre 100mila unità. Solo negli Stati Uniti l’industria della cannabis ha generato un’iniezione di 100 miliardi di dollari nell’economia nel 2022, con previsioni che indicano un aumento fino a 155 miliardi di dollari entro il 2026. Questo significa tante tasse, che vengono utilizzate per scopi sociali come la costruzione di scuole, di alloggi per senzatetto e di formazione sugli stupefacenti. Il prossimo passo, che dovrebbe realizzarsi in questo 2024, è la legalizzazione federale che potrebbe eliminare gli ostacoli che limitano la crescita dell’industria, come restrizioni bancarie e leggi sul commercio, offrendo alle aziende produttrici accesso a finanziamenti, banche sicure e quotazioni in borsa. Questo potrebbe portare a una maggiore stabilità e crescita del settore a livello globale, con gli Stati Uniti che si pongono come leader mondiali nell’industria della cannabis.
CANADA
Il Canada ha legalizzato l’uso ricreativo della cannabis il 17 ottobre 2018, diventando la prima grande economia mondiale a farlo. La legalizzazione ha portato alla creazione di un’industria legale di cannabis che, tra ottobre 2019 e dicembre 2021, ha generato entrate totali per 5,6 miliardi di dollari. Questo include le vendite a distributori, rivenditori, clienti medici e altri titolari di licenza. In tutto il Canada, sono state autorizzate circa 3.200 rivendite al dettaglio in tutte le province e i territori canadesi. Il settore sta affrontando sfide come la sovrapproduzione e la competizione con il mercato nero. Da quando è stata legalizzata, la cannabis ha contribuito per 43,5 miliardi di dollari al Pil del Canada, dimostrando l’impatto economico significativo del settore legale.
MESSICO
In Messico il consumo di cannabis per gli adulti è legale dal giugno 2021, in seguito alla decisione della Corte Suprema che l’ha depenalizzato. La sentenza, pur in assenza di una vera e propria legalizzazione, permette agli adulti di possedere fino a 28 grammi di cannabis e di coltivare fino a sei piante per uso personale nella propria proprietà. Questa mossa è stata una risposta all’incostituzionalità della legge che proibiva l’uso ricreativo di cannabis, dichiarata dalla Corte Suprema già nel 2018. Il Congresso messicano aveva ricevuto l’ordine di legalizzare la cannabis entro 90 giorni da quella dichiarazione, ma ha fallito nel rispettare questa scadenza, portando a ulteriori ritardi fino alla decisione definitiva della Corte Suprema nel 2021.
ANTIGUA E BARBUDA
Dal 2018 i cittadini hanno il diritto di possedere fino a 15 grammi di cannabis e di coltivare un massimo di quattro piante di cannabis per nucleo familiare. La vendita e il consumo in luoghi pubblici rimane vietata. Questa legislazione ha rappresentato un notevole cambiamento, segnando un passo verso il riconoscimento e la legalizzazione della cannabis a fini sia medici che ricreativi.
Inoltre, il governo di Antigua e Barbuda sta preparando una nuova legge che prevede di legalizzare la vendita di cannabis per uso ricreativo e medico sotto certe condizioni, con l’obiettivo di portare la proposta in Parlamento nei prossimi sei mesi.
CILE
Dal 2005 è legale possedere fino a 10 grammi di cannabis per uso personale senza affrontare accuse penali. La coltivazione fino a sei piante di cannabis per uso personale è permessa, ma la vendita, distribuzione, trasporto e consumo in pubblico restano illegali. La cannabis medica è legale dal 2015, consentendo ai pazienti con prescrizione medica di accedere a farmaci a base di cannabis.
COLOMBIA
In Colombia, il consumo pubblico e la vendita commerciale di cannabis sono illegali, ma ci sono eccezioni per l’uso medico e personale. L’uso medico della cannabis è stato legalizzato nel 2015, con la necessità di una prescrizione medica per i pazienti. È permesso l’uso personale fino a 20 grammi o coltivare fino a 20 piante per uso personale. Attualmente è in fase di discussione in Parlamento una legge per la legalizzazione della cannabis, che ha avuto il primo sì alla Camera.
URUGUAY
Era il 2013 quando l’Uruguay, per volere dell’ex Presidente Mujica, è divenuto il primo paese al mondo ad aver legalizzato la cannabis per scopi ricreativi. A sette anni dall’inizio delle vendite, partite solo nel 2017, l’Istituto per la Regolamentazione e il Controllo della Cannabis (IRCCA) ha pubblicato il bilancio delle farmacie.
Farmacie che sono incaricate di dispensare la cannabis ad un prezzo che non superi l’1,30 dollari al grammo, a tutti i cittadini che scelgono di iscriversi ad un albo dei consumatori. Consumatori che possono anche coltivare le proprie piantine in casa, massimo sei, o affidarsi ai Cannabis Social Club che tappezzano il territorio.
Secondo l’IRRCA, tra il 19 luglio 2017 e il 19 luglio 2023 sono 61.509 le persone che si sono registrate e rifornite dalle farmacie: 37 quelle autorizzate in tutto il Paese, che hanno venduto 10,7 milioni di grammi di cannabis. Circa 10.486 invece i soci degli oltre 300 Club del paese e 14.592 i coltivatori domestici.
THAILANDIA
È stato il primo Paese asiatico a rendere legale la cannabis medica prima e l’autoproduzione di cannabis poi, portando nel Paese un nuovo tipo di turismo, legato alla pianta e ai cannabis café che sono sorti in diverse zone del Paese. L’uso adulto della cannabis non è stato mai espressamente autorizzato ma per diverso tempo è stato come se lo fosse. Ora però nel Paese si è instaurato un nuovo governo che, tra i primi provvedimenti in agenda, sembra avere proprio quello di separare l’utilizzo medico da quello ricreativo, e di vietare quest’ultimo. È stata infatti preparata una proposta di legge che vieterebbe l’uso ricreativo della cannabis, prevedendo multe fino a 60mila baht (1.700 dollari) per l’uso ricreativo, mentre le campagne pubblicitarie o di marketing che riguardano tale uso possono comportare pene detentive fino a un anno o multe fino a 100mila baht. All’inizio del 2024 su questa legge il governo ha chiesto una consultazione pubblica dei cittadini, prima di inviare il testo al Parlamento per la discussione.
AUSTRALIA
La capitale dell’Australia è diventata la prima giurisdizione del paese a legalizzare la cannabis ricreativa sia per la coltivazione che per il possesso. La nuova legge del Territorio della capitale australiana, che comprende la capitale Canberra, è stata approvata dopo mesi di dibattiti e consente il possesso di 50 grammi di cannabis essiccata per i maggiorenni e la possibilità di coltivare 2 piante per persona o 4 per famiglia. Nel 2023 sono invece state presentate 3 differenti proposte per la legalizzazione e la creazione di un mercato regolamentato a livello nazionale.
SUDAFRICA
La Corte Costituzionale del Sudafrica ha sancito in via definitiva nel 2018 l’incostituzionalità del divieto di coltivazione, possesso e consumo di cannabis contenuto nella legge sulla droga. La Corte Costituzionale ha precisato anche che il Parlamento sudafricano ha due anni di tempo per approvare una nuova legge che tenga fede a quanto stabilito dall’Alta corte, la quale nella sentenza aveva bollato la criminalizzazione del consumo di cannabis, previsto dalla legge sulle droghe, come «ingiusta, antiquata e discriminatoria». Legge che però, ad oggi, non è ancora stata implementata.