Usa: se anche la polizia diventa antiproibizionista…
Negli Usa non sono solo associazioni e cittadini a chiedere di continuare nella svolta verso la depenalizzazione della cannabis. Ad esprimersi sono sempre più spesso le forze di polizia, rappresentate dal “Law enforcement against prohibition” (Associazione delle forze dell’ordine contro il proibizionismo).Il Leap è stato parte attiva nella campagna a favore del referendum per la legalizzazione negli stati di Colorado e Washington. I suoi membri sono tutti poliziotti coperti dall’anonimato (a testimonianza di quanto un agente antiproibizionista si trovi ancora in una posizione scomoda all’interno della polizia statunitense) ad eccezione dei membri del comitato direttivo, che è guidato da Jack Cole, ex poliziotto che per 26 anni ha guidato la squadra narcotici del New Jersey. Il Leap ha spiegato le cinque ragioni per le quali tutti i poliziotti dovrebbero essere contro il proibizionismo.
IL PROIBIZIONISMO E’ IL MIGLIOR ALLEATO DELLA MALAVITA. Secondo i dati del Dipartimento della Giustizia statunitense i cartelli della droga messicana sono attivi in ormai mille città degli Usa, e con la loro presenza vi è stata l’istituzionalizzazione della violenza e dell’intimidazione per risolvere le controversie e controllare il territorio. “Quando è finito il proibizionismo sull’alcool, Al Capone è rimasto senza lavoro”, spiega l’ex vice capo della polizia di Los Angeles Stephen Downing, ora membro della Leap, “continuare con l’attuale politica sulle droghe è una scelta contro la salute pubblica e a favore delle gang criminali”.
LA POLIZIA DEVE PERSEGUIRE I VERI CRIMINI. Secondo i dati del Leap negli ultimi 10 anni ci sono stati 7milioni di arresti per marijuana negli Usa, e nell’88% dei casi si trattava di semplici consumatori. Una repressione che 4 volte su 5 finisce per colpire neri e ispanici. Nel 2010 gli Usa hanno speso 3,6 miliardi di dollari per la repressione del possesso di droghe. Secondo il Leap, “la polizia ha risorse limitate, e tutte quelle forze economiche e di uomini che vengono spese per colpire i possessori di cannabis, deviano le risorse da quello che dovrebbe essere il vero lavoro della polizia, cioè la lotta contro il crimine”.
MIGLIORARE I RAPPORTI CON LE COMUNITA’. Molto spesso tra polizia e comunità c’è un clima ostile, specie nei quartieri a maggioranza di neri o ispanici. La diffidenza deriva innanzitutto dal fatto che in questi quartieri la polizia si fa vedere quasi solamente per fare arresti contro i possessori di marijuana. Secondo il Leap un buon rapporto tra comunità e forze di polizia è alla base della cooperazione e della comunicazione, e quindi della possibilità di combattere efficacemente il vero crimine. Questa possibilità è negata innanzitutto dal proibizionismo.
L’EFFETTO PERVERSO DEI FONDI PER LA LOTTA ALLA DROGA. Negli Usa esiste una legge federale che premia economicamente i distretti che compiono più operazioni contro il traffico di droga. Secondo il Leap questo sistema finisce per fomentare gli arresti di giovani consumatori di marijuana e il disprezzo delle libertà civili. La sola polizia di New York ferma per droga circa 500mila persone ogni anno, la maggioranza di questi sono semplici consumatori di droghe leggere, arrestati solamente per gonfiare le statistiche da presentare al governo federale ed ottenere più fondi.
LEGALIZZARE E’ L’UNICO MODO PER RIDURRE I CONSUMI. “La polizia vuole innanzitutto diminuire il numero di consumatori droga”, si legge nel sito del Leap. Secondo le rilevazioni il 36% dei giovani americani che frequentano la scuola pubblica utilizza marijuana. La legalizzazione, secondo i poliziotti contro il proibizionismo, “è l’unico modo per stabile un’età al di sotto della quale non si deve avere accesso alle sostanze, e per fare controlli di qualità che evitino i rischi per la salute derivanti dalle sostanze da taglio”.