Usa: la cannabis presto sarà tolta dalla tabella delle droghe pesanti?
La Casa Bianca apre allo spostamento della marijuana dalla “Schedule 1 controlled substance”(che corrisponde all’analoga Tabella 1 dell’attuale Testo Unico in materia di stupefacenti italiano ), come è stato già affermato dal procuratore generale Eric Holder nel corso del mese scorso. Il provvedimento, ha specificato, deve tuttavia provenire dalla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d’America per essere trasformato in legge.
Tale spostamento non legalizzerebbe necessariamente la cannabis, ma renderebbe più agevole la ricerca medica sulla pianta, e permetterebbe alle aziende della neonata industria della cannabis di usufruire delle deduzioni fiscali che attualmente non gli è consentito utilizzare.
Le droghe in Usa, come in Italia, sono infatti classificate in Tabelle, e la Tabella 1 consiste di quelle di cui il governo non ha riconosciuto nessun beneficio medico. Tra le altre, questo elenco comprende anche Lsd ed eroina, mentre paradossalmente la cocaina è inserita nella Tabella 2, con alcune limitate applicazioni legali in ambito medico.
RENDERE POSSIBILE LA RICERCA NELLE UNIVERSITA’. La posizione occupata dalla marijuana nella Tabella 1, impedisce che la sostanza possa essere apertamente studiata nelle Università, e contribuisce al suo status di illegalità nazionale. Ma a quanto pare l’amministrazione Obama è disposta a discutere sulla questione. “Saremmo più che felici di collaborare con il Congresso se c’è il desiderio di una riesamina della collocazione della sostanza, come ho detto c’è un alto grado di competenza all’interno del Congresso” ha affermato Holder, che continua “ si tratta di un tema che fondamentalmente avremmo dovuto cambiare, e penso che la nostra amministrazione sarà lieta di lavorare con il Congresso nel caso venisse fatta una proposta del genere”. Sebbene questa mossa rappresenterebbe un grande cambiamento sulla carta, Bill Piper, direttore del Dipartimento per le politiche antidroga Americano (Dpa), sostiene che tale riclassificazione della cannabis non sarebbe “una reale soluzione” nei confronti del fallimento della guerra alla droga.
LA SOLUZIONE SAREBBE DECLASSIFICARE. A suo avviso la marijuana dovrebbe essere declassificata piuttosto che riclassificata: “La riclassificazione si configurerebbe come un piccolo passo nella giusta direzione, aprendo forse le porte per una limitata ricerca scientifica”, ha scritto il Dpa nella sua risposta alle osservazioni di Holder. “Simbolicamente si tratterebbe del trionfo del buon senso nel contesto delle politiche sulla droga, attraverso il riconoscimento del valore delle evidenze scientifiche e del supporto popolare a favore della marijuana medica. Tuttavia il semplice spostamento della cannabis in una Tabella meno restrittiva, non sarebbe sufficiente a proteggere i già esistenti programmi statali sulla marijuana medica o a modificare le sanzioni federali previste per il possesso, la coltivazione e la distribuzione della sostanza. Né impedirebbe alla DEA e alla NIDA di ostacolare il progresso della ricerca scientifica sulla pianta”, conclude Holder.
GLI SPETTRI DELLA MONOPOLIZZAZIONE. Sono in molti a pensare che uno degli effetti della riclassificazione sarebbe quello di conferire alla Fda (ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici), il pieno controllo sulla gestione della sostanza, in un’ottica monopolistica di distribuzione della cannabis esclusivamente tramite farmacie, tesa ad eliminare i dispensari di marijuana medica privati già esistenti ed impedendo la coltivazione domestica della pianta. Tuttavia i fatti sembrano smentire tali ipotesi, infatti le sostanze attualmente regolamentate dalla Fda, come il tabacco, continuano ad essere coltivabili autonomamente, mentre i farmaci controllati dalla Fda, come il Tylenol ( potenzialmente letale a differenza della marijuana), possono essere acquistati in luoghi diversi rispetto alle sole farmacie.