Usa, il coronavirus ferma anche la legalizzazione della cannabis: stop da New York, Missouri e Oklahoma
Tra le conseguenze dell’emergenza coronavirus negli Usa c’è anche il brusco stop ai processi di legalizzazione in atto in tre stati: New York, Missouri e Oklahoma con ogni probabilità dovranno rinunciare alla possibilità di regolamentare il mercato della marijuana, almeno in questo 2020.
Il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, proprio pochi giorni fa aveva incluso la legalizzazione della cannabis nella proposta di bilancio per l’anno in corso, con l’obiettivo di utilizzare i proventi del mercato dell’erba per rilanciare l’economia affossata dal coronavirus. Niente da fare. Lo stesso Cuomo è poi tornato sui suoi passi affermando che non si potrà fare: servirebbe lavorare molto per pianificare la regolamentazione, la distribuzione delle licenze, i controlli e discuterne nelle assemblee legislative, e questo tempo ora non c’è durante l’emergenza.
I cittadini del Missouri, invece, avrebbero dovuto esprimersi sulla legalizzazione della cannabis con un referendum il prossimo novembre, ma con ogni probabilità non accadrà. Le associazioni antiproibizioniste che stanno promuovendo il referendum dovrebbero riuscire a raccogliere e far convalidare 160 mila firme entro metà maggio. La raccolta stava procedendo a gonfie vele, con quasi 80.000 firme raccolte in poche settimane, ma dallo scoppio dell’epidemia raccogliere le firme è diventata un’impresa titanica. Per ora gli attivisti hanno chiesto al governo una proroga sul termine per la presentazione delle firme, ma hanno ammesso di ritenere probabile che alla fine il referendum dovrà slittare al 2021.
Ad aver già quasi gettato la spugna è invece l’Oklahoma, altro stato dove sulla legalizzazione avrebbero dovuto esprimersi i cittadini il prossimo novembre nella tornata referendaria che si terrà insieme alle elezioni presidenziali Usa. Il governatore Kevin Stitt ha decretato la chiusura di ogni attività non necessaria e i cittadini sono invitati a rimanere in casa dallo scorso 15 marzo. La raccolta firme per la legalizzazione è stata ufficialmente sospesa e gli organizzatori hanno dichiarato di ritenere poco probabile che quando l’emergenza sarà terminata vi saranno tempi e condizioni di sicurezza necessarie a riprenderla in tempo per votare quest’anno, dando di fatto appuntamento al 2021.