Una nuova stagione per la canapa italiana. L’esempio della Regione Toscana
Cinquant’anni fa eravamo tra i primi produttori al mondo di canapa tessile di qualità. Una fibra straordinaria, che vantava pregi, tra cotone e cashmere, di indubbio valore. La canapa tessile si produceva, si tesseva e infine entrava in un comparto, quello sartoriale, ancora ben lontano dai fasti industriali dell’oggi e dalla globalizzazione. Come tante altre cose di quel tempo, la canapa tessile era una fibra che andava capita, da intenditori che non si stancavano di apprezzarne la versatilità, traspirabilità e sensazione di comfort.
L’abbandono delle campagne sul finire degli anni Cinquanta, la difficoltà e gli alti costi di manodopera l’hanno poi fatta dimenticare, fino a quando Legambiente, Agenzia Regionale per l’innovazione e sviluppo agricolo della Regione Toscana ed un manipolo di piccole aziende legate alla produzione biologica, hanno iniziato un lento lavoro di riscoperta e di salvaguardia di una biodiversità così preziosa. La coltivazione, trasformazione e commercializzazione della canapa da fibra sono gli obiettivi del progetto promosso dall’Arsia nel 2004 che è stato affidato, tramite bando pubblico, alla società Canapone s.r.l.
Il progetto trae origine dalla Legge Regionale n. 12 del 2003 “Progetto pilota relativo alla coltivazione, trasformazione e commercializzazione della canapa a scopi produttivi ed ambientali”, atta a finanziare la ricerca, già arrivata a compimento, delle varietà più idonee alla crescita nel territorio toscano; la costituzione di una banca del seme a disposizione di chiunque voglia intraprenderne la coltivazione; la realizzazione dei primi campi dimostrativi presso piccole aziende del territorio e realizzazione dei macchinari necessari per la raccolta e la macerazione.
Nell’ambito del progetto sono state riprodotte in Italia le varietà storiche italiane che oggi sono a disposizione degli agricoltori e, grazie alla messa a punto di un prototipo di mietitrebbiatrice, è stata ottenuta una elevata qualità del seme, con un’alta percentuale di germinabilità.
La messa a punto di una macchina per il taglio delle bacchette di canapa che consentirà di fornire all’industria tessile fibra lunga, utilizzando varietà italiane ad alta resa, senza dover ricorrere a tecniche agronomiche ad elevato impatto ambientale è avvenuta nel settembre dell’anno scorso. L’ultimo punto del progetto consiste nella realizzazione di un impianto pilota per la macerazione e l’asciugatura della fibra, che riproduce i processi naturali (basati sull’utilizzo di acqua, sole ed aria) con il supporto di tecnologie moderne e con l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, a limitato impatto ambientale e con costi sostenibili.
I risultati finali del progetto, che si concluderà alla fine di novembre 2008, verranno presentati in occasione di un convegno che l’Arsia organizzerà entro la primavera del 2009. Questo è un caso, in periodi di sprechi e cattiva gestione di denari pubblici, di virtuosismo nella pubblica amministrazione: i fondi stanziati nel quadriennio sono stati utilizzati, la tempistica è stata rispettata ed i risultati concreti sono sotto gli occhi di tutti. In Toscana è ritornata la canapa.