Un popolo in movimento – Roma, 11 marzo 2006
11 marzo, sabato pomeriggio. La prima sensazione che si ha nell’avviarsi lungo il percorso scelto per la manifestazione è di far parte di un lungo fiume di persone, di “sentirne” migliaia davanti e dietro, più di quante non si riescano davvero a vedere. La folla estremamente variopinta, chiassosa, allegra e in larga parte giovane richiama e reclama gli sguardi dei turisti e dei curiosi. Il tempo, finalmente clemente, rischiara un pomeriggio che già si preannuncia allegro.
La manifestazione, organizzata dall’MDMA (movimento di massa antiproibizionista), richiama a Roma moltissime persone, che arrivano nella capitale con bus e treni organizzati, per unirsi ai migliaia di romani che già sono in piazza; 50.000 persone, titolerà poi il quotidiano l’Unità nel numero del 12 marzo. A legge ormai approvata e ad un passo dalle elezioni, c’è chi si chiede a cosa serva una manifestazione ora, e quanto invece sarebbe stata utile e comunicativa prima che la legge fosse davvero approvata dalla Camera.
In ogni caso, l’impressione che si è avuta è l’assoluta serenità che è scaturita dalla manifestazione: malgrado la folla imponente che percorreva le strade del centro di Roma, dal corteo si levavano voci allegre e festose, musica dai carri, serenità e voglia di comunione nel manifestare per una causa fortemente sentita dal popolo giovane. Un rammarico è forse proprio questo: l’età dei manifestanti raramente si discostava oltre i trenta-quarant’anni, come se la libertà di scelta – che qui si dichiara rispetto all’uso delle droghe leggere, ma che permea in modo continuo l’ideale societario che noi ci auguriamo possa esistere – fosse ormai un ideale lontano, che non riguarda più chi con le rivoluzioni culturali degli anni Sessanta e Settanta è cresciuto.
Ad ogni modo l’eterogeneità dei manifestanti testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, che liberalizzare o depenalizzare l’uso delle droghe leggere non significa tendenza a trasformarsi in criminali tossici e spacciatori; semplicemente sta ad indicare la necessità di rivendicare la libertà individuale – che trasversalmente interessa tutte le fasce sociali – di una scelta consapevole, senza quello che l’MDMA definisce, a ragione, un clima da coprifuoco sociale.
Sento il bisogno di ribadire ancora che l’aver manifestato sabato ha assunto il valore di negazione totale per un decreto legislativo che ripropone un anacronistico clima proibizionista, per una ignoranza e, lasciatemi dire, una ingenuità grave di una legge che equipara droghe leggere a droghe pesanti e, nei fatti, consumatori e spacciatori. Spero che le elezioni del 9 aprile portino l’annuncio che il vento è cambiato, che la coscienza sociale degli italiani non si fermi alle battaglie più evidenti ma si concretizzi in modo continuativo, e non si assopisca tra una manifestazione e l’altra. Il proibizionismo è sulle tue tracce… muoviti veloce!
– Video e foto della manifestazione su www.enjoint.com