Un nuovo metodo per la riduzione dei cannabinoidi che conserva le proprietà del fiore
L’abbassamento dei livelli di cannabinoidi nelle infiorescenze è spesso un tema critico per i coltivatori che si trovano a dover “regolarizzare” il proprio prodotto o a volerlo trattare per aprirsi ad altri mercati. Non sempre i livelli sono facilmente controllabili in quanto il contenuto di queste sostanze nella pianta varia in dipendenza di fattori non preventivabili come l’irraggiamento solare o i nutrimenti ricevuti.
Sul mercato il processo di degradazione porta alcuni rischi come l’eccessiva perdita di peso, la riduzione esagerata dei contenuti di THC, un cambiamento della pigmentazione dei bud e un processo di svolgimento spesso poco trasparente e pericoloso.
Una nuova tecnologia sembra però in grado di risolvere definitivamente queste preoccupazioni. Il funzionamento di questo macchinario si basa sul principio del lavaggio, ma il solvente utilizzato risulta più gentile sul fiore rispetto a quelli più comunemente utilizzati, butano e CO2 su tutti. Anche la dinamica del lavaggio stesso differisce dalla quella effettuata in colonna in quanto il materiale si trova tutto sullo stesso livello, garantendo in questo modo omogeneità di trattamento e di risultato. Il prodotto iniziale si deve attestare sotto l’1% di THC per poter assicurare di ottenere fiori sotto lo 0,2%.
La lavorazione conferisce al fiore un leggero schiarimento cromatico (vedi foto). Dopo il processo di degradazione è sempre consigliato sottoporre il materiale ad un intervento di ricondizionamento per conferire il giusto grado di umidità al fiore ed esaltare le originarie caratteristiche terpeniche. In arrivo sul mercato italiano questa tecnologia sarà a disposizione dei coltivatori che richiederanno il servizio sul territorio nazionale.
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