Un mondo con ancora troppe ingiustizie
Brutta bestia la statistica. Scienza fredda, sequenza impersonale di numeri. Racconto del mondo spesso, troppo spesso, imperfetto ed “inumano”. Non voglio qui addentrarmi dentro questo linguaggio. Non mi compete. E neanche voglio attardarmi sulla “oggettività” dei criteri di misura e rilevazione. Una sterminata letteratura ci ha già raccontato le imperfezioni e le menzogne di questo organizzare la realtà.
Mi interessa invece la profonda verità intrinseca in una storia che ci racconta della morte di un uomo, che non sapeva nuotare, mentre attraversava un fiume mediamente profondo 30 centimetri. Come si può affogare in una pozzanghera? Possibile, possibilissimo se la pozza d’acqua in questione misura pochi centimetri in più sue parti ed alcuni metri in altre. Mediamente sono trenta centimetri, ma nel tratto profondo tre metri, se non so nuotare, affogo.
Le statistiche sui progressi del nostro mondo negli ultimi decenni soffrono di questo male. La loro medietà invita all’ottimismo, ma cela le voragini in cui tanta parte dei nostri simili sprofondano quotidianamente. Alcuni esempi.
Diritti umani. L’ampiezza di numero e contenuto dei trattati sottoscritti a difesa dei diritti basilari di ogni essere umano negli ultimi anni è innegabile. Stando ai trattati e alle normative internazionali il nostro è il migliore dei pianeti. Sulla carta, però. La pratica concreta di questi diritti è altra cosa e ci narra ingiustizie profonde e crescenti che minano la base della convivenza e del rispetto umano.
Le differenze sociali, mai come oggi, sono veri abissi e come tali vengono percepiti. Lo spaventoso aumento del numero dei profughi di guerra che oramai rasenta cifre vicine al centinaio di milioni, esplicita un mondo regolato dall’incertezza e dalla violenza. Mai come oggi il corpo delle donne è oggetto di compravendite, traffici ed orrori tali da aver visto nascere vere e proprie aree metropolitane del sesso low-cost in cui milioni di giovanissime, e spesso minori, vivono la ferocia di una delle nuove schiavitù.
Le indipendenze di tante ex colonie sono state di fatto vanificate, specie in Africa, da un nuovo ed ancora più crudele dominio, quello del debito. Questa stessa arma finanziaria sta trasformando anche tanta parte delle popolazioni del nostro occidente in sterminate moltitudini di schiavi finanziari. La logica feroce di queste dinamiche pretende addirittura che i figli ancora non concepiti dei nostri figli siano già dei debitori.
Scolarizzazione. La verità mai raccontata è che nonostante imponenti flussi di aiuti, in molte aree del mondo, in interi continenti, sia indecente parlare di scolarizzazione. La gran parte delle scuole in Africa sono solo finzioni, povere strutture dove a malapena è possibile imparare a scrivere e a far di numero. Un vero processo formativo non è mai partito. Secondarie ed università sono in molti casi isole nel deserto nelle quali nessuno di noi manderebbe un proprio figlio. In Sudamerica la scuola pubblica è di una povertà assoluta e quella privata è accessibile solo a pochi. Stesso discorso in tanti paesi asiatici.
Povertà. Ricordo che una volta in Nepal, il nostro accompagnatore locale, nel corso di un reportage, volle ostinatamente portarci a vedere un’area per lui tra le più povere del paese. Ci ritrovammo in un’area di colline fertili tutte piantate a grano ed altre produzioni. Televisione e telefoni non erano arrivati, ma i bambini erano in salute, le tavole sempre piene e le comunità felici intorno alle loro tradizioni. La loro povertà era tale per occhi da città. La gente del posto non si sentiva povera. Quella vera la vedo crescere a dismisura nelle mille megalopoli del pianeta dove una moltitudine di esseri umani si affanna solo a sopravvivere privata di ogni radice ed ogni auto-sostentamento. Penso alle grandi città brasiliane dove grattacieli e baracche convivono a pochi metri le une dagli altri. È un caso che basti uno sciopero della polizia per scatenare assassinii e saccheggi? Si, la povertà è diminuita. È diminuita la sua dignità ed i suoi collanti comunitari. Oggi abbiamo di fronte invece le praterie sterminate della miseria che è bestia famelica e senza onore.
Piccole note in contrasto le mie che non vogliono negare sforzi e parziali traguardi, ma solo ricordare che il grosso, per rendere questo nostro mondo casa di tutti, è ancora tutto da fare e deve fare i conti con logiche ed interessi potenti. E bugiardi. Si, bugiardi. Perché nelle tante storie di successo e successi che ci vengono ammannite ogni giorno, infinita umanità soffre e muore. Ogni giorno.