Un mese senza supermercato: si può fare!
Riuscireste a reperire tutti i prodotti di cui solitamente avete bisogno senza recarvi al supermercato? Conoscete la rete di negozi, botteghe e piccoli imprenditori che lavorano nella vostra città, vicino a casa o al vostro luogo di lavoro?
A seguito della crisi del prezzo del latte Mathilde Golla, giornalista a Le Figaro, nell’aprile del 2016 decise di non fare più acquisti al supermercato, per un mese. L’anno successivo venne ripresa la medesima iniziativa, con un seguito di circa 600/800 persone anche tra la popolazione Svizzera. Per l‘edizione 2018 i partecipanti tra francesi ed elvetici passano a 20mila.
Una sorta di boicottaggio alla grande distribuzione con l’intento di far conoscere il disaccordo nella gestione dei packaging o nella politica dei prezzi che penalizza i produttori. Per far questo l’interessante reazione avversa è quella di rallentare, ritornare a ricercare l’indispensabile, concentrandosi sull’essenziale che andrà quindi ricercato in altri negozi. Imprese indipendenti, piccoli produttori, vendite all’ingrosso e gruppi di acquisto solidale.
Una disobbedienza civile che porti a ripopolare i mercati, ritrovare i prodotti di stagione e generi alimentari tipici del territorio, accorciando sempre più i chilometri tra produttore e consumatore.
Partecipare è semplice e non ci sono regole ferree. Il concetto è cercare di organizzarsi con la rete di negozi di quartiere, senza ricorrere al supermercato. Ovviamente ci possono essere alcuni prodotti che non risulta facile ritrovare nella piccola distribuzione e nella vendita al dettaglio. Nessun problema. Non si tratta di essere o fare gli integralisti, ma di assaporare un modo diverso di relazionarsi con il cibo e le necessità. Chissà, alcune cose potrebbero risultare più gratificanti, buone o di più facile gestione.
Mai come in questi anni gli acquisti hanno assunto un peso politico e riflesso un modello economico il più delle volte calato dall’alto, senza aver mai veramente compiuto una scelta consapevole.
Con i risvolti ambientali e sociali a cui assistiamo potrebbe essere determinante testarci e provarci su scelte apparentemente inusuali, come paradossalmente è diventato prendere il pane fresco al forno e andare dal fruttivendolo e farsi consigliare. In questo modo la dicotomia tra peso politico e modello economico può agevolarci: adottando un stile di vita più vicino al rispetto ambientale e di consumo consapevole si potrà avere anche un peso a livello di scelte politiche.
Non ci resta che rimanere affascinati da questo febbraio senza supermercati dei nostri vicini d’oltralpe e allenarci anche noi per aderire alla prossima edizione!