Un anno decisamente turbolento per il settore della canapa
Il 2017 è stato, ovunque nel mondo, un anno del tutto imprevedibile con risultati altalenanti nei diversi aspetti della vita! Con così tanti cambiamenti politici e le tante incognite nascoste nell’ombra di questo 2017, è stato a volte come se avessimo fatto un passo in avanti a livello globale e poi, dopo poco tempo, è sembrato di fare invece 2 passi indietro a livello locale! Trovare delle certezze è stato difficile, comunque dopo i periodi di insicurezza arrivano tempi in cui le cose sono più certe e chiare… il 2018?
All’inizio del 2017 la rivoluzione del CBD ha dato nuovo slancio all’industria europea della canapa; ciononostante il mercato è stato mal interpretato da molte persone che hanno trattato il CBD come un mercato ricreativo guidato solo dal profitto. Invece la canapa ricca di CBD – che può comunque essere usata anche da consumatori ludici – è stata pensata sin dall’inizio per fini terapeutici. La ricerca ha dimostrato passo dopo passo i suoi effetti positivi per tutta una serie di disturbi fisici e mentali, sia sugli uomini che sugli animali. Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ha ufficialmente dichiarato che il CBD non ha effetti negativi, e anzi gli ha sostanzialmente attribuito un giudizio positivo e incoraggiante per il trattamento di molti problemi di salute.
A me i fatti appaiono chiari; si tratta di un settore emergente che sta creando molti posti di lavoro e attirando gente con visioni diverse, per cui ci vorrà del tempo prima che questa industria si stabilizzi su obbiettivi mirati e concreti. Questo non significa che non siano già in corso ottimi studi e organizzazioni impegnate nello sviluppo di nuovi prodotti. La difficoltà sta piuttosto nel valutare tutti i prodotti offerti da una miriade di nuove aziende senza alcuna esperienza in questo settore. Il risultato è che il consumatore fatica a capire quali prodotti siano di buon livello e se il loro contenuto corrisponda realmente a ciò che è riportato nell’etichetta.
Facendo una breve ricerca sugli eventi legati alla cannabis in tutto il mondo, si osserva come le Expo e le conferenze sono aumentate esponenzialmente negli ultimi 5 anni. Gli esploratori di nuovi settori industriali sono guidati da fattori quali lo spirito commerciale, la speculazione, l’entusiasmo, la speranza e l’avidità, ma come si è già visto in occasione della bolla speculativa delle dot-com alla fine degli anni ‘90, non tutti sopravvivranno alle prime fasi.
La regolamentazione sta sempre un passo indietro rispetto all’innovazione, ma c’è molta gente che viene abbandonata a se stessa, mentre l’unica cosa che cerca è un prodotto di qualità, ben fatto e affidabile che la aiuti nel quotidiano. È semplice etichettare prodotti non regolamentati con informazioni esagerate o inesatte, specialmente in nuovi settori commerciali, dal momento che ci vuole del tempo prima che tali beni – già sul mercato – vengano controllati e testati in laboratorio in modo che i consumatori siano bene informati. Certamente sono in vigore delle normative su certi componenti impiegati nell’industria alimentare e per l’uso umano ma, così come avviene per le sigarette elettroniche, si tratta di un mercato giovane che non ha ancora dato il tempo alla ricerca di mostrare studi sugli effetti a lungo termine. Penso che ci si preoccupi in primo luogo di essere in una situazione di legalità, e solo dopo ci si concentra sulla salute. Le norme vigenti si fondano sulle singole sostanze chimiche piuttosto che sulla comprensione del loro funzionamento complessivo, condizione quest’ultima necessaria per adattare le leggi al consumo e non viceversa.
Attualmente le aziende che vendono prodotti da semi ricchi di CBD, soluzioni per uso orale, vape pens e ricariche, capsule di CBD in gelatina morbida, biomassa di infiorescenze ricche di CBD ed estrazioni di qualsiasi genere, incominciano a stare sullo stesso livello e, grazie al potere di internet e alle testimonianze personali, il pubblico si sta iniziando a informare. È l’unico strumento che sta potenziando il controllo di qualità da parte del consumatore ma, visto che non è il metodo più veloce, si genera inevitabilmente confusione. Invece si potrebbero individuare ed eradicare uno per uno tutti i prodotti scarsi con l’unico metodo possibile, ovvero procedendo per tentativi ed errori.
La verità è che la pianta è costituita da una serie di composti che sono il risultato dell’adattamento all’ambiente, evoluzione che ha richiesto migliaia di anni. Invece, per quelle persone che vogliono bandire le piante o controllarne le colture per sfruttare solo i singoli componenti il discorso è diverso; si tratta di interessi monetari più che di attenzione e cura verso le persone. Lo stesso discorso vale per le leggi e le normative, che hanno lo scopo di controllare le tasse e le questioni sanitarie e di qualità ma che invece creano l’effetto opposto. Questa è la fase che stiamo attraversando ora in Europa. Mentre le acque si stanno calmando dappertutto e si stanno stabilendo i limiti legali in base al livello di tolleranza dei singoli paesi, siamo ancora incoerenti e creiamo vuoti legali e scappatoie dei quali alcuni traggono vantaggio.
Ciò che è davvero necessario è un livello consistente di tutti i componenti chimici presenti in tutta la pianta, e non una ricostruzione sintetica delle molecole fatta in laboratorio col fine di rispettare i limiti di legge e allo stesso tempo replicare ciò che la Natura offre. Ma ancora non siamo a questo punto! Ci sono stati casi ben documentati in cui l’uso del CBD è servito per combattere la dipendenza da oppiacei che, si sa, è da vari anni una piaga in diversi paesi. Questo impiego può avere effetti molto positivi, riducendo drasticamente la dipendenza agli oppiacei che le case farmaceutiche hanno lentamente instillato a persone ignare, che per combattere il dolore, sono diventate tossicodipendenti. In tempi recenti in Germania, è stato concesso che i medici possano prescrivere ai pazienti fino a 100 grammi di infiorescenze essiccate. Quanta più istruzione e ricerca si fa nel campo della canapa, ci saranno migliori soluzioni per le persone. E i dati scientifici confermano che la pianta di cannabis sta facendo la differenza.
Nel 2017 la ricerca in questo ambito è aumentata in maniera esponenziale dovuto al fatto che la scienza ha confermato le proprietà e il valore di certi costituenti della pianta. Sono stati portati avanti diversi studi approfonditi su un ampio ventaglio di patologie che vanno da quelle mentali all’Alzheimer e alla demenza. Ci sono altri studi in corso o in fase di preparazione che già stanno mostrando i primi risultati preliminari; e sembrano positivi per il trattamento di certe malattie quali la sindrome di Dravet, l’epilessia, la sclerosi multipla, problemi muscolari e neurologici. Il semplice fatto che oggi la scienza tiene in considerazione la canapa significa che si sta progredendo e che finalmente c’è accettazione nei confronti della cannabis.
La normalizzazione di questo settore si è consolidata e rafforzata nel 2017. Prodotti come Cannabis light, sigarette di CBD e dispensatori elettronici (e-liquid) di CBD stanno arrivando a un pubblico sempre più vasto. La possibilità di comprare sigarette di CBD nei supermercati o nei tabaccai svizzeri ha aumentato – e di molto – la richiesta di prodotti di CBD da parte di tutte quelle persone che non conoscevano l’esistenza di questi beni fino a che non li hanno visti negli scaffali dei loro supermercati. Pare che tutto intorno a noi si stiano compiendo degli invisibili passi da gigante verso una accettazione diffusa nei confronti dei prodotti di canapa. Ma visti i moltissimi dati da analizzare simultaneamente sui vari aspetti di questa industria, non sembrerebbe che stiamo facendo questi passi da gigante… e invece è proprio così.
Quindi, se il 2017 è stato un anno di consolidamento e di legalità, in cui la società ha maggiormente compreso, grazie alla scienza, il valore intrinseco della pianta di cannabis e le sue potenzialità, cosa aspettarsi dal 2018?
Sicuramente la nuova generazione di imprenditori porterà l’industria sui mercati azionari e in nuove aree farmaceutiche all’avanguardia: come prodotto di base o come ingrediente primario. Vedremo lotte tra le aziende per il controllo del mercato in tutti quei paesi che permettono all’industria della canapa di svilupparsi. È probabile che osserveremo grosse compagnie sorgere dalla California, dal Canada e Israele… E anche una crescita in quei paesi europei più conservatori come: Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Croazia, Macedonia e Polonia. La ricerca acquisirà maggiore slancio e diventerà il braccio innovatore di questa industria. La scienza spianerà la strada alle aziende che nasceranno e che si specializzeranno in questo settore, e si supererà piano piano il modello del Canna-businessman vecchio stile. Queste sono solo considerazioni personali per cui non decontestualizzatele, ma dopo 30 anni passati a fissare standard e benchmark in questo settore, vi assicuro che sono previsioni frutto della mia esperienza.
Il mondo sta cambiando sempre più rapidamente, e anno dopo anno i nostri strumenti diventano ogni volta più accurati e la nostra conoscenza si tramuta in saggezza. È chiaro che si continueranno a commettere errori, è la natura dell’uomo! Ad ogni modo è fondamentale rimanere concentrati sui motivi per i quali è nata l’industria della cannabis e anche su chi ne trae giovamento e in che modo. Il prezzo dei prodotti dovrebbe essere mantenuto accessibile, in modo tale che coloro che non hanno troppo potere d’acquisto possano usarli allo stesso modo di chi ne ha di più. Questa pianta è un dono e solo ora iniziamo a renderci conto del vero valore di ciò che è stato di fronte a noi per così tanto tempo.