Terapeutica

Investire nella cannabis medica: la possibilità data ai pazienti del Regno Unito

La carenza di cannabis terapeutica è un problema comune a tutti gli stati. Per risolverlo, un'azienda del Regno Unito ha permesso agli stessi pazienti d'investire nel settore

Rappresentanti di GLO e Cancard sull'Isola di Man
Rappresentanti di GLO e Cancard sull’Isola di Man

“Essere padroni della propria coltivazione”: questa è la possibilità offerta da Grow Lab Organics (GLO). L’obiettivo dell’azienda, che sta vendendo fino al 25% del suo capitale, è garantire la continuità terapeutica ai pazienti che scelgono d’investire nel settore della cannabis medica del Regno Unito.

L’iniziativa di GLO, la prima azienda a ottenere una licenza per coltivare ed esportare cannabis dall’Isola di Man, vuole risolvere un problema che coinvolge gran parte, se non tutti, gli stati dove la cannabis per uso medico è legale: la grave carenza di farmaci a base di cannabinoidi.

In primis in Italia, dove lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze è l’unico autorizzato dal Ministero della Salute a produrre, dopo aver “valutato il fabbisogno nazionale”, 400kg di prodotto nel 2022. Un decimo degli oltre 3mila chili di fabbisogno stimati dall’INCB.

ASSICURARE LA CANNABIS MEDICA AI PAZIENTI: L’INIZIATIVA DEL REGNO UNITO

Come riportato dal Financial Times, Alex Fray, amministratore delegato di GLO, ha dichiarato: “Avere pazienti coinvolti nel business significa fare meno errori, produrre i prodotti che desiderano e avere un ciclo di feedback più dinamico”.

L’azienda, che ha già raccolto 4 milioni di sterline da alcuni investitori, tra i quali celebrità e pazienti facoltosi che usano la cannabis medica, sta collaborando con Cancard: il progetto del Regno Unito riconosciuto dalla polizia che tutela i pazienti registrati, fornendogli una card di riconoscimento che gli evita l’arresto per aver coltivato la propria terapia o averla acquistata dal mercato nero.

Il progetto aziendale, che prevede la costruzione della nuova struttura di GLO, deve ancora partire e si svolgerà in due fasi. Un complesso che, una volta finito, ospiterà 30 locali di coltivazione, dei quali 22 stanze di fioritura di 200 metri quadrati e 6 stanze per l’essiccazione della cannabis.

Infine, i pazienti che hanno partecipato alla raccolta fondi pubblica lanciata dall’azienda riceveranno una quota degli eventuali profitti e potranno esprimersi sul come viene gestita l’attività. E ad accertarsi che le loro idee vengano ascoltate ci penserà la fondatrice di Cancard Carly Barton, che entrerà a far parte di GLO come nuova chief community officer.



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