UK: disobbedienza civile per la canapa libera
Un gruppo nel Regno Unito porterà avanti un’azione di disobbedienza civile con “piantumazione di massa” di canapa per protestare contro il “regime”
Si chiama “Liberate Hemp Mass Grow” l’azione di disobbedienza civile organizzata da un gruppo non meglio definito che sabato 18 giugno, armato di zappe piantumerà in massa delle piantine di canapa. L’evento si svolgerà in un sito di Bristol, la bella città, già in transizione verso un futuro più sostenibile, che sorge nel sud-ovest dell’Inghilterra, sul fiume Avon.
Come si legge dal sito Liberate Hemp gli obiettivi sono: 1) Consentire a chiunque nel Regno Unito di coltivare, raccogliere e lavorare la canapa, indipendentemente dalla possibilità di ottenere una licenza governativa; 2) esercitare il diritto naturale di coltivare la canapa legalmente; educare e ispirare il pubblico a utilizzare la canapa per la propria salute, la salute delle loro comunità e la salute del pianeta.
Non ci sono molte più informazioni pubblicamente disponibili sull’evento e, data la sua natura, è comprensibile: dopotutto, è un atto di disobbedienza civile e i presenti correranno il rischio di essere perseguiti.
È FACILE OTTENERE UNA LICENZA PER COLTIVARE LA CANAPA IN UK?
Nel Regno Unito, in linea generale è illegale coltivare canapa ai sensi del Misuse Of Drugs Act del 1971. Tuttavia, gli agricoltori possono ottenere una licenza per la coltivazione di canapa industriale, ma il procedimento per ottenerla è complicato.
Le aziende britanniche possono richiedere al Ministero degli Interni britannico una licenza per coltivare canapa industriale: la licenza si chiama “Controlled Drug Domestic License” e consente di coltivare solo cannabis a basso contenuto di THC (canapa industriale) per la raccolta di fibre e semi vegetali.
Ma la licenza non consente neppure di raccogliere fiori di canapa che contengono un’alta concentrazione di CBD e non consente di estrarre il CBD. È una legge piuttosto bizzarra, specie considerato che il CBD di per sé è legale nel Regno Unito e può essere importato senza troppe difficoltà.
In compenso, se non ci si perde d’animo e si vuole comunque richiedere una licenza per la coltivazione della canapa, non è affatto semplice. Ci sono requisiti stringenti che devono essere soddisfatti prima ancora di poter pensare di candidarsi e, anche in questo caso, non è una garanzia.
Queste sono le principali ragioni per cui in UK solo pochi fortunati possono ottenere licenze speciali per la coltivazione della canapa e la produzione di CBD derivato dalla canapa. Sebbene nel Regno Unito esista un enorme mercato per il cannabidiolo, la maggior parte di questi prodotti “di produzione propria” viene esportata mentre il mercato locale è rifornito da prodotti importati.
LIBERALIZZA LA CANAPA: DISOBBEDIENZA CIVILE E PIANTUMAZIONE DI MASSA
Ecco il quadro da cui si genera l’iniziativa Liberate Hemp Mass Grow: dall’intento della comunità stessa di rivendicare il diritto di coltivare una pianta che possiede mille virtù, ma che viene intralciata a livello burocratico, legale e politico da diversi decenni, in UK, come in ogni lato del globo.
“Consentire al Regno Unito di coltivare canapa senza la necessità di una licenza governativa. Il regime delle licenze agricole del settore cannabico non è adatto allo scopo e sta soffocando l’economia verde, l’agricoltura britannica e la salute pubblica.” Scrive il gruppo promotore dell’azione di disobbedienza per indicarne lo scopo.
Leggiamo dal sito di Liberate Hemp: “Se il governo non si toglie di mezzo, insieme non abbiamo altra scelta che coltivare canapa senza il loro permesso e rendere superfluo il regime delle licenze”.
Si direbbe che il gruppo Liberate Hemp sia davvero risoluto ad andare avanti con l’azione di disobbedienza civile. La cosa plausibilmente non otterrà il risultato finale sperato – nonostante in UK attualmente stia soffiando un vento nuovo – ma l’iniziativa è destinata a far parlare di sé e dello scopo che la anima. Parafrasando il gruppo, la lotta che si vuole portare avanti è “Per un’economia verde, per gli agricoltori, per la salute di tutti”.