Durante l’ultimo decennio il mercato della cannabis ha più volte cambiato direzione in base alle esigenze dei consumatori, se dapprima l’effetto dato da un ceppo aveva un’importanza primaria, negli anni recenti sempre più produttori hanno selezionato cultivar particolari per i loro sapori ed odori. Come abbiamo già visto nei numeri precedenti sapore e aroma vengono dati da terpeni e flavonoidi.
I terpenoidi o terpeni sono uno dei composti chimici più importanti prodotti dalla pianta di cannabis. Sono i composti responsabili dell’odore della pianta e conferiscono a ciascuna cultivar il suo profumo unico. I terpeni, come i cannabinoidi, sono prodotti nel tricoma della pianta. I tricomi sono le piccole appendici che crescono fuori dalla pianta, si trovano sui germogli e talvolta sulle foglie della pianta. Nella pianta di cannabis sono tipicamente costituiti da un gambo e da una testa. All’interno di queste teste si trovano la maggior parte degli oli essenziali presenti nella pianta di cannabis, inclusi cannabinoidi, terpeni, flavonoidi e altri composti.
Attualmente c’è un cambiamento nel dialogo riguardante la percentuale di THC e la sua importanza esclusiva per la vendita di cannabis nei numerosi mercati legali di tutto il mondo. Questa dovrebbe essere intesa come una notizia fantastica per i consumatori, poiché saranno finalmente i beneficiari di una maggiore conoscenza sulla pianta e sul modo in cui i suoi composti attivi interagiscono tra loro per guidarne gli effetti. Il THC è come il gas dell’auto e i terpeni e altri composti agiscono come il GPS, dando la direzione all’effetto.
I primi ricercatori a discutere dell’effetto entourage furono il dottor Raphael Mechoulam e il dottor Shimon Ben-Shabat che intuirono che l’effetto combinato di tutti i composti presenti nella testa del tricoma lavorasse in una “sinergia botanica”, per massimizzare l’effetto farmacologico della cannabis. Questo concetto è stato ulteriormente ampliato dal Dr. Ethan Russo in un articolo scritto nel 2011. Nel British Journal of Pharmacology, il Dr. Russo ha scritto «che le interazioni fitocannabinoidi-terpenoidi trovate nella cannabis offrono attività farmacologiche complementari che possono rafforzare e ampliare le applicazioni cliniche e migliorare l’indice terapeutico degli estratti di cannabis». Questa scoperta ha dimostrato che le percentuali di fitocannabinoidi e terpeni raggiungono livelli incredibili, non è raro infatti che alcune varietà arrivino fino al 35-38% di cannabinoidi totali, con alcuni fiori che contengono fino al 5,5-6% di contenuto totale di terpeni. Man mano che emergono sempre più ricerche sulla cannabis, le tecniche di coltivazione diventano sempre più raffinate. Utilizzando un approccio supportato dalla scienza, i coltivatori possono testare i loro fiori e controllare realmente l’ambiente, l’utilizzo dei nutrienti e la genetica. Quando si tratta di coltivare per massimizzare terpeni, i principali fattori che un coltivatore può controllare sono: nutrienti, luce ultravioletta (UV), controllo della temperatura, programma di raccolta, processo di essiccazione/concia e genetica.
NUTRIENTI
I nutrienti, in particolare alcuni ormoni vegetali, possono stimolare la resistenza sistemica acquisita (SAR) in una pianta. Ciò la costringe ad aumentare gli oli naturali, in questo caso terpeni, flavonoidi e cannabinoidi, come mezzo di protezione. Un altro modo per avere questa risposta è dato dall’acido salicilico. In un articolo pubblicato sulla rivista Food Science and Nutrition, un team di botanici dell’Università di Scienze Mediche di Urmia in Iran, ha scoperto che l’uso dell’acido salicilico come alimento fogliare può aumentare la produzione di cannabinoidi, flavonoidi e terpeni. Quando spruzzato sulla pianta di cannabis, l’acido regola il percorso di segnalazione del jasmonato di metile, fitormone naturalmente presente nella cannabis. Ciò rende più efficiente la sintesi dei flavonoidi e dei terpeni, aumentandone i valori di diversi punti percentuali. Il nutriente più noto utilizzato per il potenziamento dei terpeni è il Terpinator. Il prodotto non contiene metil jasmonato o acido salicilico, invece il suo ingrediente principale è il potassio (K) che aumenta l’attività enzimatica rendendo più efficiente la produzione di olio essenziale. Un altro prodotto sul mercato utilizza un amminoacido poliaspartico brevettato che aumenta l’assorbimento dei nutrienti da parte della pianta, aumentando la resa e la produzione di olio naturale.
LUCE UV
È stato scoperto che la luce UV ha anche un grande impatto sulla produzione di terpeni e sull’aumento dei cannabinoidi. Ciò deriva dal fatto che la pianta si protegge naturalmente dai raggi UV aumentando la produzione di olio essenziale. Uno dei progressi più interessanti nella coltivazione è stato il miglioramento della qualità delle luci a LED. Negli ultimi anni le aziende produttrici di apparecchi a LED hanno aggiunto diodi e lenti UV ai loro apparecchi di illuminazione, il che fa aumentare i valori di cannabinoidi e terpeni. La lunga questione sui vantaggi della coltivazione outdoor rispetto a quella indoor ha anche trovato nuove prove a sostegno dei benefici della luce UV. Nella rivista Molecules un gruppo di scienziati della Columbia University, in collaborazione con diversi coltivatori della California, ha testato la differenza tra coltivazione outdoor e indoor. Utilizzando gli stessi cloni, terreno e reggimenti nutritivi, hanno coltivato piante in regimi all’aperto e sotto luci artificiali. La loro scoperta ha dimostrato che non solo i terpeni e i cannabinoidi erano più alti nelle coltivazioni all’aperto, ma che nelle piante coltivate all’aperto erano stati rilevati anche terpeni e cannabinoidi minori unici. Inoltre, le percentuali di sesquiterpeni come il b-cariofillene e l’a-umulene erano più elevate nelle piante all’aperto. Si potrebbe ipotizzare che questi terpeni fossero più presenti nelle piante outdoor perché necessitavano di una protezione extra dai raggi UV.
Il controllo della temperatura è un altro fattore importante nella produzione di terpeni. In genere, abbassando le temperature alla fine del ciclo di fioritura, vedrai anche un aumento della produzione di terpeni. Di solito una caduta tra 5 e 10 gradi centigradi basterà. Un ulteriore vantaggio dell’abbassamento delle temperature è che aumenterà anche la produzione di flavonoidi e antociani, e le piante che diventano naturalmente viola aumenteranno anche la quantità di colore presente nelle cime.
PROGRAMMA DI RACCOLTA
Un programma di raccolta è un fattore abbastanza facile da controllare dall’avvento dei laboratori di test sui cannabinoidi e sui terpeni. In passato dovevamo fare affidamento su occhialini o lenti d’ingrandimento per studiare il colore dei tricomi. Ora puoi testare il tuo fiore in qualsiasi momento del ciclo di raccolta e scegliere il momento di maturazione perfetto, a seconda delle tue esigenze. Di solito per la maggiore produzione di terpeni è necessario raccogliere un po’ prima, mentre per quanto riguarda la psicoattività sarebbe necessario raccogliere un po’ più avanti nel ciclo.
ESSICCAZIONE E CONCIA
L’essiccazione e la concia sono processi altrettanto importanti quanto lo è la coltivazione. La maggior parte delle persone dimentica che le lunghe settimane di lavoro possono essere facilmente rovinate da una cura o da una conservazione inadeguata. Sarebbe preferibile per l’essiccazione, trovare un ambiente a temperatura più bassa tra 15 – 18 gradi Celsius e con circa il 55-60% di umidità relativa. Per quanto riguarda la conservazione, il vetro è sempre migliore della plastica, a meno che non si opti per un affinamento successivo in sottovuoto. La chiave per conservare i fiori è avere un barattolo pieno per tre quarti ed inserire all’interno un regolatore di umidità.
Infine, anche la genetica può svolgere un ruolo importante nella creazione di fiori ricchi di terpeni. La chiave qui è sperimentare con il tuo ambiente e continuare a testare. Testa quali cultivar funzionano meglio per te, per il tuo ambiente e per il programma nutrizionale che stai utilizzando. La scienza è tua alleata, ricorda che essa si basa su prove e non su convinzioni; quindi, conoscere le basi ti aiuterà a scoprire di più sul tuo fiore e sui composti chimici che si trovano al suo interno. Ciò ti consentirà di coltivare il fiore più prelibato, raggiungere ottimi risultati e progredire man mano che testi diverse cultivar in base alle tue esigenze.
Sebbene non possa esistere uno strain in grado di soddisfare in maniera univoca tutti i palati di ogni consumatore, possiamo tranquillamente affermare che la percentuale di terpeni presente in ogni singola pianta è soggetta ad innumerevoli fattori e dipende in primis dalle abilità del coltivatore. Rimane la convinzione che alcuni ceppi di cannabis possano produrre determinate quantità di terpeni e sempre più seedbank iniziano ad integrare nei loro cataloghi i dati recanti le informazioni con le percentuali di ogni singola molecola. Sta a noi sceglier la varietà che più ci aggrada, fermo restando che ciò non comporta una sicura riuscita di un determinato sapore ma integra quelle che sono le nozioni utili al fine di una buona riuscita del raccolto; l’unica via pertanto, rimane quella di testare più strain possibili fino a trovare il nostro personale gusto che più ci soddisfa.