Geopolitica

Tutti contro tutti in Siria: l’obiettivo è il controllo del Medioriente

guerra-in-siriaUn antico proverbio africano dice che quando gli elefanti lottano, l’erba muore. E’ quanto accade,oramai da anni, in quell’orrendo mattatoio chiamato Siria.

Le notizie di questi giorni, con l’accelerazione degli avvenimenti imposta dal protagonismo di Putin, sciolgono e fugano ogni dubbio. In Siria non c’è una guerra civile. In Siria si affrontano le grandi potenze del mondo per interposta persona. Ognuna finanzia una sua banda di assassini, tutte hanno contribuito alla desertificazione e distruzione di un intero paese.

Il Pentagono accusa la Russia di bombardare postazioni di milizie armate ed addestrate dagli Stati Uniti. La Turchia denuncia sconfinamenti aerei russi nel suo territorio quando da anni non fa altro, con Israele, nei cieli siriani. I sauditi lamentano vittime civili a causa dei bombardamenti russi dimenticando i massacri e gli sgozzamenti delle bande da essa, e compari, finanziate.

Tutti bombardano e tutti uccidono, ognuno cercando di assicurare la vittoria alle milizie sponsorizzate.

In ballo c’è il controllo del Medioriente, delle rotte petrolifere, la guerra infinita tra le monarchie del Golfo ed il mondo sciita. Nel mezzo un paese una volta straordinariamente bello, ricco di storia e di cultura, culla di civiltà. Ed un popolo intero. Uomini, donne e bambini ostaggio della follia degli interessi in guerra.

Vien da ridere, o da piangere, pensando allo sciocchezza cinico e delirante di chi voleva e vuole barriere alla fuga di questa gente. Suonano macabre le affermazioni di chi voleva e vuole che i siriani restino lì e si battano per liberare la loro terra dalla guerra. Questa guerra non è la loro guerra. Contro chi dovrebbero battersi? Contro tutti noi?

Quella in corso in Siria è una nostra guerra, sulla loro pelle. L’evidente dimostrazione di un pianeta, senza controllo e leadership, che ha sacrificato un intero paese alla sua follia e che in questa follia rischia di precipitarci tutti pur di non fare l’unica cosa giusta. Trattare, costruire la pace. In Siria e nel mondo intero.

Tratto dalla pagina facebook di Silvestro Montanaro



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