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Turismo cannabico: la Jamaica non è esattamente il paradiso che molti vogliono farci credere

Turismo cannabico: la Jamaica non è esattamente il paradiso che molti vogliono farci credere

Da sempre la Jamaica é un mito per ogni consumatore di cannabis. Il mito é alimentato ogni giorno dalle immagini del museo di Bob Marley a Kingston, o da quelle dei rasta che vendono (illegalmente) marijuana sulle spiagge di Montego Bay.

É molto facile che la Jamaica, insieme all’Olanda e al Colorado, sia inserita nella lista delle migliori 10 destinazioni di qualsiasi sito internet che parla di turismo cannabico. Ma forse non é esattamente il posto dove vorresti passare le tue prossime vacanze. Perché?

Di cannabis sull’isola ne viene prodotta in quantità: le autorità Jamaicane stimano che ad oggi siano 15.000 gli ettari di cannabis coltivati, per una produzione annuale di centinaia di tonnellate. Una parte del raccolto viene destinato al mercato locale, mentre una parte é esportato illegalmente negli Stati Uniti e negli altri stati dell’America centrale.

Dal 2015, quando é passata la legge che legalizzava la marijuana sull’isola, ci sono state 236 richieste di licenza per attività come produzione, trasporto e vendita al dettaglio, anche se nessuna licenza é stata finora concessa.

Turismo cannabico: la Jamaica non è esattamente il paradiso che molti vogliono farci credereSembrerebbe tutto a posto… e invece?
Il vero problema é che la Jamaica é uno degli stati dove transita la cocaina proveniente dal Sud America. Sono moltissime, in realtà, le rotte che i narcotrafficanti utilizzano per far arrivare la cocaina dai paesi di produzione ai paesi di consumo, per diversificare il rischio. Così, quando una rotta viene chiusa, ce ne sono comunque 1.000 altre che possono continuare a lavorare.

E la Jamaica é l’isola perfetta per molte di queste rotte del narcotraffico, perché:

– I poliziotti sono pochi, mal finanziati e corrotti (per non parlare dei giudici);
– La costa é frastagliata, rocciosa e difficilmente pattugliabile dalla guardia costiera;
– É in mezzo ai Caraibi, in una posizione geografica strategica;
– I poveri disoccupati e disperati sono facilmente reclutabili nelle gang di trafficanti per pochi soldi.

Il risultato é un’isola che per metà é un gioiello turistico col mare caraibico, i rasta e la musica reggae, mentre per l’altra metà é in mano ai trafficanti di cocaina, che smerciano crack a basso costo ai loro soldati, per tenerli tranquilli e motivati.
Anche a causa di queste gang, famose a livello internazionale per la loro violenza, il tasso di omicidi in Jamaica é 6 volte superiore a quello dell’Afghanistan, 44 volte superiore al tasso di omicidi dell’Italia.

Questa é la parte che si dimenticano sempre di raccontare nei reportage che parlano di questo paradiso caraibico del turismo. Se ci vai in vacanza, é meglio che tieni gli occhi bene aperti.

Turismo cannabico: la Jamaica non è esattamente il paradiso che molti vogliono farci credere

Alex Testa
Fondatore di CannabisViaggi, la prima agenzia viaggi specializzata in Turismo Cannabico.



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