TTIP: cosa contengono i documenti segreti (e perché l’accordo potrebbe saltare)
Domani a Roma si terrà una grande manifestazione contro il trattato di libero scambio Europa-Usa Ttip. Il corteo nazionale – indetto da moltissime sigle dell’ambientalismo e dell’opposizione politica italiana – che partirà alle ore 14 da Piazza della Repubblica, arriva in un momento decisivo delle trattative sul negoziato che, cominciate a metà 2013, si trovano in un momento di stallo dopo le rivelazioni di Greenpeace sui suoi contenuti e le prese di posizione di alcuni governi europei, a partire da quello francese, che hanno minacciato di non firmarlo.
I DOCUMENTI SEGRETI RIVELATI DA GREENPEACE. Pochi giorni fa la sezione olandese di Greenpeace ha reso pubbliche circa la metà delle bozze di trattativa tra Usa e Europa. In tutto 248 pagine di documenti che erano tenuti segreti e dei quali l’organizzazione è riuscita ad entrare in possesso. Questi documenti (consultabili integralmente a questo link) rivelano ufficialmente molte delle indiscrezioni che erano circolate nei mesi scorsi, facendo nascere l’opposizione popolare al trattato.
- Mancate tutele all’ambiente: Nei documenti rivelati non si menziona mai l’accordo sul clima di Parigi, ne l’importantissimo principio delle “Eccezioni Generali” che, introdotto oltre 70 anni fa e recepito nei precedenti accordi commerciali, permette ai paesi di «regolamentare il commercio per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante». Ancor peggio, gli stati non avrebbero possibilità di limitare gli scambi di fonti energetiche ad alto impatto ambientale, come il petrolio estratto dalle sabbie bituminose.
- Fine del principio di precauzione: Nessuno dei documenti della trattativa menziona il “principio di precauzione”, mentre in diversi capitoli emerge il punto di vista dell’approccio degli Usa che propone di gestire le sostanze potenzialmente pericolose piuttosto che evitarle. Questo è un punto fondamentale: in Europa vige il principio di precauzione, ogni prodotto cioè può essere commercializzato solo dopo che sia stata verificato che non comporti rischi per la salute dei cittadini. Negli Usa, invece, vige il principio opposto: ogni prodotto è considerato sicuro fino a prova contraria. Dai documenti pare evidente che, in caso di accordo, sarebbe l’Europa a convergere sul sistema americano, non viceversa.
- Organismi Geneticamente Modificati (OGM): Invece che organismi geneticamente modificati, vengono chiamati “moderne tecniche di agricoltura”, ma non vi sono dubbi sull’oggetto della definizione. Si tratta dei cosiddetti OGM di seconda generazione, elaborati dalle aziende come la Monsanto appositamente per aggirare la legge europea (per saperne di più consigliamo questo articolo). Già un anno fa la Commissione Europea doveva aggiornare la legge sugli Ogm per includere nel divieto anche quelli di seconda generazione, ora – con il Ttip – questi generi di OGM rischiano non solo di non venire regolamentati, ma anche di poter entrare in Europa senza alcun obbligo di etichettatura, indistinguibili da ogni altro prodotto alimentare.
LE TRATTATIVE SI TROVANO A UN PUNTO MORTO? Dai documenti rivelati da Greenpeace emergono anche dettagli positivi, nel senso che le possibilità che si arrivi all’obiettivo di avere una bozza di accordo completo entro l’estate sono basse. Infatti sui 30 capitoli di cui si compone il Ttip, solo la metà vedrebbe l’accordo tra Usa e Europa già raggiunto, mentre sugli altri rimarrebbero disaccordi più o meno profondi. Il tutto mentre il clima politico (e la contrarietà dei cittadini in entrambe le sponde dell’Atlantico) gioca contro la riuscita dei negoziati. In particolare i mandati di Hollande e Merkel sono in scadenza nel 2017, e la contrarietà dei cittadini (sia in Francia che in Germania, secondo i sondaggi, meno del 20% dei cittadini è favorevole al Ttip) pare spingere la politica a opporsi al trattato.
LA FRANCIA POTREBBE VOTARE CONTRO (FORSE ANCHE L’ITALIA). In Francia il presidente Hollande, appena tre giorni fa, ha dichiarato: «Non siamo per un libero scambio senza regole. Mai accetteremo la messa in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, la nostra cultura, per la reciprocità all’accesso dei mercati pubblici», aggiungendo che se il testo degli accordi dovesse rimanere quello mostrato dai documenti pubblicati da Greenpeace «il governo francese voterebbe contro». Mentre anche il governo italiano, per bocca di Paolo De Castro, europarlamentare del Pd che si sta occupando delle trattative, ha annunciato che «i punti di discussione aperti sono ancora troppi e l’Italia non vuole accettare un accordo al ribasso». A partire dalla manifestazione di domani anche i cittadini italiani hanno la possibilità di affiancarsi a quelli europei che già hanno espresso la contrarietà popolare all’accordo.