Tsonga del Mozambico: riti di iniziazione femminile
I Tsonga, o Shangana-Tonga, sono un gruppo etnico di lingua bantu di circa 2 milioni di individui che abitano in entrambe le regioni di frontiera fra Mozambico e Sud Africa. Sono stati estesamente studiati dall’antropologo Henri Junod (1927).
Per passare nella società delle donne adulte, le ragazze tsonga devono sottoporsi a un rito iniziatico, chiamato khomba, nel corso del quale viene utilizzato un agente allucinogeno, il mondzo, identificato con la pianta psicoattiva Datura fastuosa L. (Datura metel var. fastuosa, fam. Solanaceae).
Il mondzo è chiamato anche muri wa ku bonisa, che significa “ciò che apre gli occhi”. La droga è costituita dalla radice della pianta, polverizzata e utilizzata per preparare un infuso denso, che viene bevuto dalle novizie da larghe conchiglie utilizzate come ciotole.
Il rito iniziatico khomba, che è costituito da una serie di riti di fertilità, è istituito ogni anno subito dopo il periodo della raccolta dei prodotti agricoli, verso la fine di maggio. Nella fase finale di questi riti l’assorbimento del mondzo è accompagnato da danze frenetiche e mimiche al suono di tamburi battuti con ritmi molto veloci. Le novizie vengono denudate, esposte al cocente sole, immerse nell’acqua, fustigate lievemente con una verga ricavata dal fusto della pianta di datura e sono sottoposte a una incessante azione pedagogica da parte delle tutrici che regolano lo svolgimento dei riti. Alle novizie vengono insegnati i precetti della vita adulta, i comportamenti che devono tenere nei confronti del futuro marito, il modo in cui devono allevare i figli, i tabù relativi ai periodi mestruali, all’accoppiamento, al parto, ecc.
Una caratteristica peculiare del rito khomba riguarda l’induzione di fenomeni di sinestesia, che associano l’ascolto dei battiti dei tamburi con la visione di elementi geometrici di colorazione bluastra (mavalavala). Nel caso non si presentino queste visioni, alla novizia viene somministrata un’ulteriore dose di datura.
Durante il rito le novizie indossano una sottana di colore blu, dipingono di blu il loro viso e portano delle bandierine di colore blu. Il colore blu è associato agli spiriti degli antenati e in queste associazioni simboliche rientra anche un piccolo serpentello innocuo (chiamato xihundze, identificato come Dendrophis subcarinatus) che è solito abitare nei tetti di paglia delle capanne dei villaggi tsonga. Questo serpente è rispettato e venerato come incarnazione degli spiriti antenati. Durante il rito khomba, mediante lo stato visionario indotto dalla datura, le novizie contattano gli spiriti (odono la loro voce), in particolare quelli che regolano la fertilità, e tale contatto è simboleggiato dalla visione dei serpentelli blu.
Johnston (1977) ha evidenziato l’importanza della velocità ritmica dei suoni dei tamburi nell’intensificazione degli effetti uditivi e psicologici dell’agente psicoattivo. Nel corso di ciascun rito del khomba il suonatore di tamburo batte un ritmo specifico per quel rito, ad alto volume e tenendo il tamburo vicino alle orecchie delle novizie. I ritmi sono ad alta frequenza, raggiungenti e in alcuni casi superando gli 8 colpi per secondo; raggiungono quindi la frequenza delle onde alfa (8-13 colpi per secondo), che rappresentano le onde cerebrali umane di base. Di frequente sono utilizzate poliritmie – mediante il suono simultaneo del tamburo e del battito delle mani – che contribuiscono ulteriormente all’intensificazione degli effetti della datura.
Fra i Tsonga la datura (mondzo) è utilizzata anche nel corso di riti esorcisti (mancomane) nei casi di possessione da spiriti malevoli. Il posseduto è posto sotto a una coperta, dove la pianta intera della datura viene bruciata su delle braci. Aspirandone il fumo, il posseduto emette dei suoni melodici, dall’ascolto dei quali l’esorcista diagnostica il tipo di spirito che possiede il paziente, che verrà quindi scacciato dal suo corpo suonando il tamburo con un ritmo specifico per quello spirito.