Trump e Harris sono d’accordo: basta arresti per cannabis
Nella sfida per la Casa Bianca c'è una cosa sulla quale entrambi i candidati sembrano essere d'accordo: fermare una volta per tutte la criminalizzazione del consumo di cannabis
Mentre in Usa si infiamma la corsa per l’elezione del prossimo presidente americano, c’è un’aspetto che sta mettendo d’accordo Kamala Harris, Donald Trump e la maggior parte degli elettori: mettere la parola fine, una volta per tutte, alla criminalizzazione dell’uso di cannabis da parte degli adulti.
Lo ha sottolineato di recente Paul Armentano, direttore di Norml, storica associazione antiproibizionista americana, in un articolo firmato di recente.
Nel pezzo ripercorre prima il cambio di posizione di Kamala Harris, candidata i pectore dei democratici dopo il ritiro dell’attuale presiedente Biden, che, da oppositrice della legalizzazione è diventata una delle più grandi sostenitrici. Vale la pena ricordare un post sui social di poco tempo fa in cui la Harris scrisse che: «Nessuno dovrebbe andare in prigione per l’erba».
Dall’altro lato anche Trump più di recente ha scritto che: «Non abbiamo bisogno di rovinare vite e sprecare i soldi dei contribuenti arrestando adulti con quantità personali di marijuana». E non è un messaggio banale, visto che, secondo Armentano, da presidente ha sostenuto le violente repressioni della guerra alla droga all’estero e ha nominato Jeff Sessions, storico fanatico anti-marijuana, come suo primo procuratore generale.
LA CANNABIS PER LA VOLATA ELETTORALE
È c’è un motivo semplice se entrambi i candidati hanno scelto di esternare pubblicamente le proprie idee pro-cannabis: il fatto che è un tema che può spostare parecchi voti.
Secondo un sondaggio di Gallup, il 70% degli adulti statunitensi ritiene che «l’uso della marijuana dovrebbe essere legale». Si tratta di un aumento di 19 punti percentuali dal 2014, quando Colorado e Washington sono diventati i primi stati a implementare la legalizzazione della cannabis per uso adulto.
Ora lo hanno fatto ventiquattro stati, e nessuno stato ha mai abrogato la legalizzazione. Il sostegno del pubblico è bipartisan. A livello nazionale, l’87% dei democratici, il 70% degli indipendenti e il 55% dei repubblicani sostengono la legalizzazione. In importanti stati indecisi come Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, la legalizzazione della marijuana gode di un sostegno analogo della maggioranza.
Ancora oggi negli Stati Uniti quasi la metà di tutti gli arresti per droga a livello nazionale riguardano la cannabis. «Si tratta di un’enorme perdita di tempo e risorse che la maggior parte degli americani ritiene debba essere riconsiderata per contrastare crimini più gravi», sottolinea Armentano, che conclude spiegando che: «In un’elezione in cui ogni voto conta, sia Trump che Harris vedono saggiamente la promozione della riforma della politica sulla marijuana come un’opportunità per entrare in contatto con un’ampia gamma di potenziali elettori».