Trim: fresco o secco?
L’ultimo step per ogni grower è il più atteso, ma anche il più delicato: basta un errore nel seccare le piante per rovinare mesi di lavoro. Senza le giuste condizioni ambientali, le cime, infatti, possono sviluppare muffe, marcire o perdere terpeni.
Prima di raccogliere è indispensabile organizzare un ambiente pulito, con un buon ricambio d’aria, umidità e temperatura controllate.
Uno dei metodi migliori, a mio avviso, è quello di stendere delle corde su cui appendere dai rami stessi le piante, togliendo solo le foglie più grandi e lasciando il resto delle foglie a protezione dei tricomi e della cima stessa.
Inoltre le foglie, soprattutto quelle più vicine ai fiori, contengono moltissimi tricomi e quindi resina da poter estrarre e utilizzare.
Se lasciamo seccare con le cime anche le foglie e procediamo a separarle (trimmare) solo quando saranno secche, potremmo in seguito ottenere estrazioni da fumare o da utilizzare per preparare infusi, cosmetici ed edibles.
Alcuni grower preferiscono trimmare le cime da fresche, appena raccolte, perché è molto più veloce visto che le foglie non si sono ancora seccate e appiccicate al fiore, e in più le cime fresche si possono trimmare con un apposito macchinario.
In ogni caso il materiale che abbiamo separato dalle cime, che sia esso fresco o già secco, può essere riutilizzato e va conservato nel giusto modo per evitare che si danneggi.
La scelta più conveniente per utilizzare gli scarti è quella di fare drysift e/o ice-o-lator, sia perché gli strumenti necessari sono facilmente reperibili, sia perché non prevedono l’utilizzo di solventi potenzialmente pericolosi. Va tenuto presente che la percentuale di estrazione che possiamo ottenere dagli scarti è bassa ed è dunque indispensabile accumulare una discreta quantità di foglie e piccole cime prima di poterle utilizzare.
Uno degli strumenti fondamentali è il vassoio su cui trimmare le cime, trimming tray, fornito di uno screen per drysift che di solito ha tra i 150 e 120 micron e che lascerà filtrare i tricomi su un ripiano inferiore. Il trimming tray ci permette di separare a secco (drysift) una prima parte della resina che cade mentre puliamo le nostre cime e che altrimenti si perderebbe tra gli scarti.
Tutto il materiale invece che si ferma sopra lo screen, il trim, si può setacciare su altri screen con micron più piccoli e ottenere così una differente selezione di tricomi o si può conservare per altri scopi.
I tricomi contenuti nelle foglioline così come quelli nelle cime sono soggetti a deterioramento e per evitare che si rovinino consiglio di conservare il trim in congelatore, chiuso ermeticamente, e utilizzarlo successivamente per fare l’ice-o-lator. Se abbiamo una macchina sottovuoto è bene sigillare prima di congelare, senza aspirare troppo e senza schiacciare le foglie che spezzandosi rilascerebbero più clorofilla nell’acqua, compromettendo il risultato. Il materiale una volta congelato non deve mai scongelarsi.
Il trim fresco è più delicato da processare e il ritorno di estrazione in percentuale è più basso rispetto al materiale secco e per questo di solito per fare waterhash o frozensift non si utilizza solo il trim, ma anche le cime. FFWP (fresh frozen whole plant) è la sigla con cui si identifica una estrazione da piante fresche, quindi utilizzate direttamente in fase di raccolto o seccate un giorno soltanto. La texture che si ottiene dal materiale fresco (cime e foglie) risulta migliore e per molti hashmakers è migliore anche la qualità.
Se non siamo dei professionisti e vogliamo tenere le cime da fumare e destinare solo gli scarti alle estrazioni puntiamo a lavorare il materiale secco, dal quale possiamo comunque ottenere ottime estrazioni e lasciamo i fresh frozen agli esperti.
a cura di Hilde Cinnamon
Grower residente a Barcellona. Ha un cultivo, un’associazione cannabica e una selezione di genetiche più che rispettabile. Instagram: @hilde.cinnamon