Trenta arresti in vent’anni: Marc Emery, il principe della marijuana
Trenta arresti in poco più di 20 anni, 27 accuse penali per vendita di cannabis, 6 milioni di dollari canadesi guadagnati in 6 mesi vendendo erba dei quali 500mila dollari donati in beneficenza. Se pochi numeri possono fornire la descrizione di una persona, questi sono quelli di Marc Scott Emery, ribelle canadese ad attivista per i diritti umani meglio conosciuto come “The prince of pot”, oggi fuori su cauzione dopo l’ennesimo arresto in cui è stata coinvolta anche la moglie Jodie. Conosciuto per aver deliberatamente infranto il divieto di vendere cannabis in Canada (pagando comunque le tasse), ha iniziato anni fa una battaglia che porta avanti ancora oggi, quando il suo paese si appresta a legalizzare la cannabis dopo essere diventato uno dei maggiori produttori di canapa industriale ad uso alimentare al mondo.
Come sei diventato il principe della marijuana?
Nel lontano 1996, il “Seattle Post Intelligencer” usò il titolo “Il principe canadese della marijuana ha problemi con le leggi”. Questo articolo non ha avuto una notevole diffusione ma in quei giorni in cui nasceva internet sono riuscito a vederlo. Anche la CNN lo ha visto ed è venuta a trovarmi per più di 5 giorni creando un video che apparve nel 1997 col titolo: “L’influenza di Bernard Shaw sul Principe della marijuana canadese e la sua compagna per liberare la cannabis”. Questo è accaduto quasi 20 anni fa e da allora la rivista TIME, l’Economist, il NY Times, il Washington Post, Newsweek e sicuramente tutti gli altri media in Canada usano il termine “principe della marijuana”! La prigione ha semplificato tutto: sono sempre stato “Principe” o “Canada” anche se vengo comunemente chiamato Marc; è insolito perché tutti i prigionieri hanno un soprannome, mentre io sono stato la rara eccezione: mi chiamano Marc in segno di rispetto. Mi piace quel soprannome quando viene usato, e ho cercato di guadagnarmelo con le mie azioni e parole in nome della nostra cultura della cannabis.
Come sei diventato un attivista dei diritti umani?
Sono stato motivato a partecipare alle battaglie per la libertà nell’ottobre 1979, quando la mia vita è cambiata completamente, dopo aver letto Ayn Rand (Ayn Rand O’Connor, scrittrice, filosofa e sceneggiatrice statunitense di origine russa e fondatrice della corrente filosofica dell’oggettivismo, ndr).
L’anno successivo ho letto tutti i suoi libri, newsletter, la sua intera opera di lavori stampati. Dopo 3 libri sono diventato determinato a “distruggere lo stato” e lottare per l’individualismo e la responsabilità personale.
Il Canada ha scritto la propria Costituzione: è ciò che i canadesi chiamano Carta dei diritti e che mi ha mostrato la necessità di iniziare una carriera di trasparente disobbedienza civile, dal momento che sulla libertà non è si è mai legiferato. Tutta la legislazione limita la libertà. Tutte le leggi sono una forma di guerra civile; il governo dice che ha il consenso dei governati; ma se loro avessero davvero il nostro consenso, non avreste bisogno di far passare le leggi. Pertanto, il governo non ha mai il nostro consenso; agisce come un bandito, rapina i suoi cittadini e compromette la loro libertà e si pone come minaccia costante per i cittadini. Ayn Rand è colei che mi ha influenzato significativamente, ma altri autori che hanno condizionato notevolmente le mie azioni politiche sono Saul Alinsky, Spiderman Comics, Frederic Bastiat, Ludwig Von Mises, Murray Rothbard, Lysander Spooner e Thomas Jefferson (amo il vecchio Tom).
E tra gli attivisti per i diritti umani?
Gli attivisti che mi hanno influenzato (o che continuano a farlo) includono il grande pioniere dei diritti umani Sir Roger Casement (successivamente giustiziato dall’Inghilterra del 1016 per il suo sostegno all’insurrezione di Pasqua nel 1916 in Irlanda, ma anche perché era gay), Abbie Hoffman, Emma Goldman, Eugene Debs, The ACLU, Tom Forcade, Mason Tvert, Dana Larsen, David Malmo-Levine, molti grandi pacifisti che si sono sacrificati in prigione, i ribelli dell’Upper Canada e Lower Canada Rebellions del 1837/38 qui in Canada; Louis Joseph Papineau in Lower Canada (Quebec), and William Lyon MacKenzie in Upper Canada (Toronto area). Molti ribelli furono giustiziati dal governo dell’Inghilterra, il sovrano coloniale. La ribellione è riuscita ad ottenere un governo autonomo poco dopo. Così indottrinato, per la disobbedienza civile in favore della marijuana, sono stato arrestato 30 volte dal 1996: sono stato in 36 diverse celle e prigioni in Canada e negli Stati Uniti. Sono stato imprigionato o incarcerato in 9 delle 10 province del Canada, e in 6 stati americani.
Ho affrontato attualmente 27 accuse per la vendita di cannabis presso il mio negozio a Toronto, altre per Cannabis Cultures a Toronto e Montreal.
Come affronti la situazione?
Io e mia moglie Jodie ci godiamo questa vacanza estiva forzata. Faccio molte partite a baseball. Siamo ancora molto attivi, essendo usciti dietro il pagamento di una cauzione non siamo autorizzati ad avere un nostro dispensario o più in generale ad entrarci. Ma il mio piccolo negozio era il negozio di cannabis più trafficato al mondo, che serviva 1600-2000 persone ogni giorno in una sola location. Ho venduto 6 milioni di dollari canadesi di erba in 6 mesi. Ho dato 460mila dollari in tasse di vendita al governo (altri 300mila dollari stanziati per il governo sono stati sequestrate dalla polizia e quindi le 2 agenzie governative dovranno risolvere il problema). Ho fatto donazioni ad organizzazioni benefiche, organizzazioni di attivisti, giornalisti, candidati politici, organizzazioni politiche, organizzazioni che si battono per i diritti dei gay, Amnesty International e centinaia di individui per un ammontare di ben oltre 500mila dollari per quel periodo di 6 mesi. Ho anche conservato una buona quantità di denaro per vivere e ho dato un enorme importo agli avvocati in anticipo in previsione del mio invitabile arresto e della chiusura del negozio da parte della polizia. Così sono davvero contento della favolosa marijuana venduta (la migliore nel mondo, questo è il motivo delle lunghe file dalle 10 del mattino a mezzanotte 7 giorni a settimana) e di come i soldi siano stati distribuiti.
Com’è la situazione attuale in Canada?
Il governo federale non eliminerà la cannabis dalla tabella delle droghe e delle sostanze da controllare. La legalizzazione che il governo vuole imporre limiterà molte attività alle sole élite; aziende quotate in borsa a cui il governo sta dando privilegi simili al monopolio. Le regole e le regolamentazioni proposte sono ridicole, assurde e mantengono il prezzo della marijuana elevato limitando la produzione. Secondo me il percorso per ottenere le leggi migliori è quello di disobbedire a tutti i cattivi e andare in tribunale per cambiarli. Questo è l’unico modo per ottenere ciò che la cultura della cannabis necessita e vuole. Il problema con le nuove leggi è che vengono scritte da gente che non fuma marijuana, non capisce la cultura della cannabis, e solitamente manifestano disprezzo e condiscendenza. Quindi il nostro slogan, sia per il fatto che abbiamo richiesto una moratoria immediata (e conclusiva) sugli arresti per possesso di cannabis sia per la nuova proposta di legge, è: “NIENTE SU DI NOI SENZA DI NOI”.
Significa che la cultura della cannabis ritiene le proposte governative con disprezzo se loro non si consultano con noi, che siamo quelli interessati dai provvedimenti. Ma entro il primo luglio del prossimo anno avremo un nuovo regime in ognuna delle 13 provincie e territori e tutto questo è eccitante. Rimane ancora un sacco di lavoro per condizionare i governi di provincia, quelli che permetteranno la distribuzione e la vendita al dettaglio di cannabis e cannabinoidi.
In un’intervista hai dichiarato di essere abituato alle ingiustizie e che determinate condizioni non consentono di lavorare a Cannabis Culture, la rivista che hai fondato. Sei stato vittima di censura?
Il mio rilascio su cauzione mi impedisce di sostenere che i canadesi debbano aprire dispensari, quindi c’è la censura! Non posso lasciare la provincia dell’Ontario, che è anche sotto censura, così devo vedere queste nuove leggi assurde e regolamenti inadeguati in tutto il territorio nazionale, ma le restrizioni alla mia libertà rendono impossibile che mi metta a fare un tour. Ad ogni modo, mi adatto. Se sei stato in 36 carceri e prigioni per la cannabis come è successo a me, si impara ad avere delle risorse e ad essere intelligente nel fare tutto ciò che deve essere fatto, anche con restrizioni e sorveglianza della polizia.
Nel 2002 hai fondato l’Iboga Therapy House a Vancouver, ma dopo pochi anni hai dovuto chiudere chiudere, quali problemi hai trovato in particolare?
Dipende dal fatto che l’iboga è illegale?
Ho gestito l’Iboga Therapy House dal 2002 al 2004. In quel periodo stavo facendo un sacco di ricavi con la mia attività di produzione di semi: dal 1995 al 2005, ho donato 5milioni di dollari a tutti i progetti sorprendenti e meravigliosi in quel decennio, inclusi i partiti politici: le class action contro il governo degli Stati Uniti, la sfida della corte suprema in Canada e molte iniziative di voto negli Stati Uniti. Uno dei progetti più gratificanti è stata la mia clinica per curare la dipendenza da droga (IBTH) per cui abbiamo trattato i tossicodipendenti irriducibili che utilizzavano eroina, oppioidi, cocaina, metanfetamine, morfina e metadone con una dose di cloridrato di iboga.
Come funziona?
È una sostanza che ferma immediatamente la loro voglia di droga e l’astinenza immediatamente, induce ore di visione e luci peculiari e ripristina tutto il corpo che non ha più bisogno di droghe. Durante i 2-4 giorni di esperienza è come avere un’illuminazione ed anche la pelle ne risente in modo positivo. Questo grande avvenimento era contrastato dalla tristezza dovuta al fatto che io potevo fermare la tossicodipendenza e l’astinenza, ma non cambiare le circostanze della loro vita; erano stati tossicodipendenti per così tanto tempo che avevano pochi amici, nessuna famiglia su cui contare e nessun lavoro, perché colpevoli di aver bruciato tutti i loro ponti nella vita e di aver mentito a causa della loro cattiva abitudine. Quindi, dopo 5 giorni, quando lasciavano la mia cara “cura”, tornavano liberi alla loro vecchia vita (il quartiere che li ha segnati), i loro vecchi amici (consumatori di droga), nessun lavoro (tempo libero), poche abitudini sane e poche occasioni di capitalizzare davvero la loro nuova condizione di salute e libertà dalla droga. Ho pagato tutto il trattamento per 65 pazienti in un periodo di 24 mesi, che mi è costato circa 225mila dollari in quei 2 anni. C’è una cosa che ho osservato che poi è la scoperta più importante: 59 dei 65 pazienti trattati per dipendenza dalle droghe non hanno avuto il loro padre biologico presente nella loro vita o in parte della loro infanzia. Sono cresciuto credendo che l’assenza del padre biologico è la causa principale e l’indicatore dei problemi di dipendenza dalle droghe nell’età avanzata.
Consiglia dei libri interessanti ai nostri lettori…
Ho letto 135 libri in questi 5 anni di prigione. Ho letto tutto quello che ha scritto Malcom X, molto su Martin Luther King, Taylor Branch junior incluso Magnificent 3, 3mila pagine di storia di Martin Luther King e tutto il movimento dei diritti civili dal 1947 al 1969.
in collaborazione con Mario Catania