I trend della cannabis da tenere d’occhio
La cannabis è stata una delle industrie che, anche in tempo di pandemia, è riuscita a crescere e solidificarsi
Il 2022, almeno a livello internazionale, potrebbe essere l’anno di svolta per la cannabis. Se ad esempio negli Stati Uniti è attesa la fondamentale legalizzazione federale della cannabis, anche nel resto del mondo si aspettano grandi cambiamenti. In Asia la Tailandia continua nell’operazione di “liberare” il vegetale dalle maglie della legge in cui era costretto, favorendo un cambiamento che può contagiare i paesi limitrofi. In Africa continua la grande crescita dei mercati medici e industriali, con diverse legalizzazioni implementate negli ultimi mesi, che è la stessa strada che sta perseguendo l’America del Sud, Uruguay a parte, visto che il primo paese al mondo ad aver legalizzato l’uso ricreativo. Anche l’Europa deve decidere che strada imboccare, con i mercati industriali e medici in crescita e con Malta che ha da poco depenalizzato la coltivazione ad uso personale, il Lussemburgo che vuole seguirne i passi, il Portogallo che ha presentato leggi per la legalizzazione, e la Germania che l’ha annunciata spiegando di volerla implementare durante questo mandato governativo.
E L’ITALIA?
Freschi della bocciatura del referendum, in Italia i temi sono diversi. Se da una parte inizia a muoversi qualcosa di concreto per risolvere gli annosi problemi della cannabis medica, con l’avvio del tavolo tecnico e la volontà di aumentare la produzione nazionale, con nuovi prodotti in commercio come gli oli titolati e l’avvio della produzione di CBD farmaceutico, ci sono dei nodi da sciogliere sia nel settore medico che in quello industriale, dove è sempre attesa una norma definitiva per la cannabis light. Così come servirebbero seri investimenti strutturati nelle filiere ancora da avviare nel settore della canapa industriale. La bioedilizia in canapa e il settore alimentare funzionano, ma è ora di pensare al resto. Per il tessile, tolte le produzioni artigianali non abbiamo ancora, come del resto d’Europa, una filiera produttiva per il filato; stessa situazione per la carta, dove le poche produzioni che abbiamo sono a livello artigianale e non possono soddisfare grandi volumi produttivi. Per la bioplastica ci sono diversi progetti in corso, ma è un settore dove la ricerca deve essere finanziata con grandi capitali, mentre da noi resta inesplorato – ad esempio – il settore dei biocarburanti.
Sul settore ricreativo non ci sbilanciamo, ma è evidente che la battaglia andrà avanti, mentre, nei cassetti della Commissione giustizia resta il disegno di legge sull’autoproduzione, che non è mai arrivato nemmeno alla fase degli emendamenti.
I TREND DELLA CANNABIS A LIVELLO INTERNAZIONALE
Per capire come si muoverà l’industria in questo 2022, MjBizDaily ha raccontato quali potrebbero essere i trend per quest’anno, ve li riassumiamo qui tenendo presente che altri stati (Usa e non) legalizzeranno la cannabis in qualche forma e che cresceranno le richieste per una maggiore partecipazione delle minoranze nell’industria della cannabis.
ACQUISIZIONI E FUSIONI
«Fusioni e acquisizioni continueranno probabilmente ad un ritmo rapido e perfino accelereranno negli Stati Uniti mentre gli operatori multinazionali ricchi di capitale entreranno nei nuovi mercati con alte previsioni di crescita», scrivono. MjBizDaily fa l’esempio della Florida, dove MSO ha fatto una raffica di acquisizioni nel 2021 per un totale di più di 500 milioni di dollari. Ma anche il Colorado secondo gli analisti continuerà il trend verso un mercato verticale, dove i più grandi incorporano i business più piccoli.
CRESCITA DEI MARCHI NEI DIVERSI SETTORI
La testata fa l’esempio della crescita di brand di infiorescenze selezionate, in via d’espansione a livello internazionale, facendo due esempi su tutti: Cookies e Wana Brands. Secondo le previsioni è una tendenza che continuerà ad aumentare, mano a mano che si apriranno nuovi mercati.
LA RICHIESTA DI ABBASSARE LE TASSE STATALI
«L’Alaska e la California sono due esempi di mercati dove le tasse sono un problema. Una tassa piatta di 800 dollari sulla coltivazione ha messo a dura prova i coltivatori dell’Alaska mentre le compagnie californiane di cannabis temono che le tasse portino al crollo del mercato», scrivono sulla testata americana puntualizzando che: «Senza un cambiamento significativo, molte, se non la maggior parte delle aziende con licenza di cannabis, si troveranno di fronte a una scelta disperata: pagare tasse esorbitanti in un sistema progettato per il fallimento o pagare i dipendenti in modo che possano sfamare le loro famiglie», hanno avvertito i leader dell’industria californiana della cannabis in una lettera di dicembre al governatore Gavin Newsom e ai leader legislativi.
CANADA E CRESCITA DEL MERCATO
Se è vero che la cannabis legale sta dando una grossa mano al Pil del Canada, dall’altra parte persistono diversi problemi.
Secondo MjBizDaily le previsioni errate di crescita fatte dalle grandi aziende rischiano di creare problemi sulla crescita del mercato e sulla redditività che potrebbero incidere sulle attività di import/export.
CANNABIS A PROVA DI RECESSIONE
La cannabis è stata una delle industrie che, anche in tempo di pandemia (vedi Dolce Vita 98), è riuscita a crescere e solidificarsi. Il trend continuerà anche quest’anno, grazie alle vendite al dettaglio che, invece che diminuire, sono cresciute.
«Anche se la pandemia in corso presenterà delle sfide – attese e inaspettate – per le società di cannabis dal punto di vista operativo, tra cui l’inflazione e i problemi di supply-chain, i consumatori continueranno a visitare i rivenditori mentre il mercato si espande ulteriormente», è la previsione.
LO SLANCIO PER L’EQUITÀ SOCIALE
È un aspetto che su Dolce Vita abbiamo sempre seguito: quello delle minoranze. La legalizzazione ha infatti reso evidente a tutti che le fasce più colpite dalla guerra alla droga negli Usa, sono state proprio le minoranze afroamericane e ispaniche. Da lì sono state diverse le iniziative legislative che hanno cercato di correre ai ripari, favorendo il business, dando aiuti economici e cercando di creare le condizioni necessarie perché l’industria non finisca nelle mani di poche multinazionali.
Secondo MjBizDaily sarà sempre più frequente che il processo di licenza richieda un elemento di equità sociale per dare alle minoranze e a coloro che sono stati danneggiati dalla guerra alla droga l’opportunità di partecipare all’industria
ALTRI STATI LEGALIZZERANNO SEGUENDO IL TREND, IN ATTESA DELLA LEGGE A LIVELLO FEDERALE
Secondo diversi osservatori l’anno chiave per la legalizzazione federale potrebbe essere il 2022, ma secondo MjBizDaily non succederà. È probabile, da ciò che scrivono, che la legge di riforma globale proposta dal senatore Chuck Schumer si bloccherà al Senato, mentre la riforma bancaria, contenuta nella proposta, potrebbe poi essere considerata come una misura a sé stante, ma nessun voto sarà probabilmente preso prima delle elezioni autunnali del 2022. A livello di legalizzazioni invece, secondo la testata americana queste sono quelle probabili: per l’uso ricreativo Rhode Island, Maryland e Delaware, per quello medico Mississippi, Kansas, Carolina del Sud e Carolina del Nord.