Trapani: ucciso e poi carbonizzato per aver rubato erba nelle piantagioni della malavita

A pochi giorni di distanza dall’omicidio di un maresciallo dei carabinieri, freddato dai narcotrafficanti mentre era appostato nei pressi di una coltivazione di marijuana, la provincia di Trapani torna al centro della cronaca. Ancora una volta come brutale monito che testimonia il fallimento del proibizionismo e come l’Italia, ed in particolare la Sicilia, stia diventando un luogo strategico per il traffico di cannabis.
Un uomo di 38 anni, Cristian Maftei, è stato ucciso da due fratelli (Vito e Giuseppe Signorello, rispettivamente di 46 e 39 anni) per aver cercato di rubare delle piante di marijuana in una enorme piantagione illegale di circa 15mila piante. Dopo averlo ucciso i due omicidi hanno pure dato fuoco al corpo, probabilmente nel tentativo di cancellare le prove.
L’omicidio è avvenuto lo scorso 26 maggio, e fin da subito era parso assai probabile il collegamento con le piantagioni di cannabis, ora gli arresti da parte dei carabinieri e l’ordinanza del Gip certificano il nesso causale. Secondo gli inquirenti Cristian Maftei stava cercando di rubare alcune piante di marijuana insieme ad altri due complici, quando i fratelli Signorello se ne sono accorti e gli hanno sparato senza pietà. Cristian è rimasto ucciso, mentre gli altri due uomini, entrambi feriti, sono riusciti a raggiungere la centrale dei carabinieri dando l’allarme.
Secondo il comunicato dei carabinieri dopo l’omicidio, i fratelli Signorello hanno dato ordine ad un gruppo di braccianti rumeni, impiegati nella coltivazione illegale, di trasportare il corpo esanime di Cristian Maftei in un campo adiacente e di bruciare il cadavere per cancellare le tracce.
Nel campo dei fratelli Vito (intestato all’anziana madre) sono state ritrovate 40 serre coltivate a cannabis. In un magazzino posto tra l’abitazione e le serre era stato rinvenuto un altro cospicuo quantitativo di marijuana, già essiccata, pari a circa 33 Kg, una pistola revolver carica con 4 bossoli già esplosi e 3 proiettili ancora integri, oltre a 6 proiettili dello stesso calibro; mentre all’interno dell’abitazione, in una cassaforte, veniva trovato un fucile Calibro 12, semiautomatico.
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