Torre Mozza: la via di mezzo
Stavolta vi porto a Rovigo, dove un piccolo locale ha deciso di inlattinare e vendere birre autoprodotte con il nome di Torre Mozza. Nato dalle mani di Daniele, appassionato (come me) di birre molto tradizionali, ma anche disposto a sperimentare, il progetto vede la luce nel 2019 con una capienza di 8hl.
Al momento sono molte le birre prodotte, io ho provato una Middleway, definita White IPL, ossia india pale lager. Quello stile che cerca di far incontrare due metodi, la fermentazione a bassa temperatura tipica delle lager e il dry hopping delle ipa anglo-americane. La base vede malti pale e pils con frumento e avena, e una luppolatura di Ekuanot (citrico, tropicale) e Sabro (floreale, cocco). Inoltre, in bollitura vengono aggiunti grani del paradiso, un seme della famiglia dello zenzero e del cardamomo, che dona un sentore pepato e agrumato.
Il colore è dorato carico, con una schiuma pannosa e soffice. Il naso è subito molto agrumato, con note di spezie, pepe e un leggero floreale. In bocca la bevuta è morbida, con una tessitura vellutata e cremosa, data da avena e frumento; le note agrumate si confermano, così come l’amaro piuttosto deciso, al pari della secchezza. Si percepisce anche una nota di frutto a pasta gialla (albicocca, pesca?), che dona una acidità gentile, a supportare una bevuta facile e dissetante. Cheers!
Michele Privitera
Titolare de “Il Pretesto Beershop” di Bologna