Ti sei mai sentito confuso dal nome di uno strain? Conosci le origini dello strain che compri? Come fai a sapere se corrisponde a quello che compri?
Nei primi anni della coltivazione della Cannabis (1960 – 1980) le specie ottenevano fama e riconoscimento nella sotto-cultura della coltivazione grazie alla produzione selettiva. Ciò solitamente significava che alcuni viaggiatori trascorrevano del tempo in Asia, Sud America o Africa e collezionavano le specie di semi delle zone favorite dalle piante che gradivano di più. Questi semi venivano poi portati a casa, per esempio in America, Australia e Europa, e venivano piantati e incrociati per alcune generazioni, solitamente permettendo alle piante femminili di fiorire e selezionando solamente una pianta
maschile. In questo modo durante la stagione consecutiva ogni pianta femminile che ha prodotto semi, ha visto quei semi piantati e questo permette di nuovo alle piante femmine di essere impollinate da una singola pianta maschio. Questo era il processo normale e seguiva il ciclo stagionale, con un raccolto outdoors all’anno fino a quando questo hobby di giardinaggio/coltivazione incominciò a fare uso degli sviluppi nel mondo delle piante/agricoltura come, per esempio, l’uso di luci artificiali per mantenere le piante nella fase di crescita (18 ore di luce e 6 ore di buio) oppure nella fase di fioritura (12 ore di luce e 12 ore di buio).
Dal momento in cui si iniziò a clonare la Cannabis ci fu un notevole cambiamento nel concetto di coltivazione. Piante clonate permettevano un periodo di produzione costante, stabile e continuo… per non parlare della crescita iperbolica della competenza del coltivatore medio grazie alle informazioni tecniche che illuminavano il mondo della coltivazione… stava nascendo una rivoluzione. La maggioranza dei coltivatori che avevano accesso a particolari specie piantavano quei semi e selezionavano le piante impollinate tra le femmine che preferivano in base a potenza, sapore o effetto
o capacità di fare frutti o la velocità di fioritura ecc… Con il passare del tempo i semi coltivati cominciarono ad avere le caratteristiche per le quali venivano selezionati e solitamente riflettevano le scelte personali del coltivatore per una certa pianta. Dal momento che questo lavoro non era per tutti, era più facile avere un amico che faceva questo lavoro o che possedeva un seme attendibile dal quale altri coltivatori crescevano una pianta femmina, la coltivavano fino alla fine della sua vita e usavano i fiori secchi fino al raccolto dell’anno successivo. Così anche un seme identico originato diciamo in
Afghanistan e disperso tra 10 diversi coltivatori acquisiva presto tratti differenti, cioè individui selezionati per aspetti differenti della stessa pianta. Questo è il motivo per cui originalmente nessuno riusciva ad avere la stessa espressione Afghan di un altro coltivatore di Afghan, dal momento che ciascun raccolto di semi esprimeva tratti leggermente differenti, tipici di ciascun coltivatore/breeder.
Ricordo uno dei miei raccolti iniziali di Kush aveva una pianta che diventava rossiccio/violacea all’inizio della fioritura, mentre la pianta di uno dei miei buoni amici che derivava dalla stessa partita originale di semi dalla stessa area restava sempre verde scura fino alla fine del suo ciclo. Quando abbiamo confrontato i sapori e la capacità di fare frutti ecc… c’erano similitudini come in due sorelle in una famiglia. Così lavorando ognuno le proprie piante favorite e divergendo lentamente dalle sorelle abbiamo ottenuto, dopo 5 generazioni di coltivazione selettiva, due femmine Kush con le stesse origini, ma che non si assomigliano per niente. Questo è il motivo per cui molte compagnie di semi oggi possono affermare che le origini di un seme siano dall’Afghanistan, ma spiega perché diverse compagnie di semi abbiano piante afghane che sono molto differenti tra loro.
Quando i cloni cominciarono ad avere un ruolo più importante nella coltivazione della Cannabis, anche l’ibridazione di specie di varie aree, e la coltivazione iniziò a trasformarsi in una moltitudine di colori e disegni. I coltivatori che usavano piante padri sativa Thai cominciarono ad incrociarle con piante femminili Afghan dominanti indica e coltivarono selettivamente le generazioni consecutive di semi tramite incrocio di piante fratello e sorella della stessa generazione oppure tramite altri metodi di incrocio, così facendo scoprirono subito piante speciali che possedevano una combinazione degli aspetti positivi di entrambe le linee dei genitori. Grazie al continuo incrocio di questi ibridi nuove sotto-specie incominciarono ad emergere. Presto combinazioni semplici e complesse iniziarono a produrre piante molto diverse da quelle che esistevano precedentemente. Ciò che stava accadendo in verità era che gli uomini stavano impersonando il ruolo dei bombi (insetti imenotteri, fam. Apidae, ndt.), permettendo alle piante di continenti diversi di venire incrociati con piante di altri continenti. Un bombo non avrebbe potuto volare tutto il tragitto per fare questa impollinazione a lunga distanza, così ci pensarono gli uomini raccogliendo specie da aree diverse, portandole nelle proprie zone e permettendo alle piante di entrambi i continenti di crescere, impollinarsi e incrociarsi in un nuovo ambiente o continente. Ciò fece nascere le nuove sotto-specie di oggi e i multi-ibridi attualmente popolari in diverse parti del mondo.
Quando queste nuove piante furono create il coltivatore dava alla pianta un nome comune come Haze o Skunk o Kush ecc… ma presto ciò non bastò a distinguerle, così i coltivatori iniziarono a creare nuovi nomi comuni come Widow Haze, oppure Orange Skunk o ancora Lemon Kush, e lentamente queste piante vennero mescolate con altri ibridi e così iniziò la difficoltà nel tracciare le linee dei genitori. Considerando che la maggioranza delle persone non va in certi continenti particolari per raccogliere specie di Cannabis da zone diverse, ma si fida di amici di amici di amici, le origini non sono così affidabili come se ci si fosse andati di persona. Coloro che vendono semi non barano e non mentono riguardo le origini delle piante, a meno che non le conoscano ma sostengano il contrario. Ma considerando le differenze nella selezione personale le piante evolvono e sono piuttosto diverse. Con le genetiche di base di Mendel e quelle basate sul sesso si possono comparare specie indica e sativa e le rispettive dominanze, ma visto che la maggior parte della gente eredita semi dal lavoro di altre persone con il passare del tempo ciò diventa una scienza approssimativa piuttosto che specifica.
Ovviamente all’inizio della coltivazione commerciale dei semi di Cannabis, che iniziò nei Paesi Bassi con Nevil Schoenmakers con The Seedbank (a metà degli anni ’80), la maggioranza delle varietà erano delle linee incrociate specifiche di aree particolari. Per esempio Mullumbimby Madness era uno strain composto da vecchi strain delle aree Thai/Colombian negli anni ’70 in Australia, e in base alla fonte dalla quale si otteneva il gruppo di semi ciò dipendeva il tipo di pianta acquisita, anche se i coltivatori erano tutti nel raggio di 50 km l’uno dall’altro.
Le domande più frequenti che mi vengono chieste nel mio help desk sono da coltivatori che dopo i loro primi raccolti iniziano ad educarsi sul come dovrebbero sembrare le cose in base ai report degli amici coltivatori. Solitamente sono motivati dal fatto che le loro coltivazioni non assomigliano per nulla alla foto che la rispettiva compagnia di semi aveva rappresentato come risultato, e dall’aver consultato un paio di forums online, chattando con altre persone che hanno coltivato specie simili o uguali. Con un po’ di ricerca solitamente scoprono che hanno acquistato una specie che possiede il nome che volevano e molte hanno pure la descrizione che volevano, ma la pianta che hanno coltivato non sembrava comunque uguale o non gli ha dato lo stesso aroma o effetto descritti. Tra questi, molti hanno basato la loro decisione d’acquisto principalmente sul fattore economico e perciò hanno scelto una compagnia che offriva tutti questi aspetti, piuttosto che investire del tempo con altri coltivatori per ascoltare le loro esperienze con la stessa specie della stessa compagnia.
Tenendo in considerazione che l’industria di semi di cannabis non è regolamentata e senza una serie di regole e linee guida con cui lavorare, quasi nessuno offre servizi d’appoggio o aiuto online, non è poi così sorprendente che talmente tanti strain possiedano lo stesso nome ma non si assomiglino per niente! Se fosse possibile parlare con il coltivatore direttamente, pubblicare foto delle specie in questione e confrontare le proprie foto con quelle di altri coltivatori indipendenti, forse l’industria dei semi sarebbe un po’ più onesta. Internet sarà in futuro il modo migliore per coltivatori in tutto il mondo di restare in contatto e con il tempo truffe e falsità verranno a galla.
Il problema maggiore di cui i coltivatori dovrebbero essere al corrente al giorno d’oggi è che se una pianta diventa famosa in una zona ed è chiamata Nevil’s Haze per esempio, un’altra compagnia di semi potrebbe decidere di chiamare una pianta simile o la loro versione di quella pianta con lo stesso nome. Ciò porta soltanto a confondere i coltivatori e le compagnie di semi a cercare di aumentare le vendite basandosi su un nome comune. Oggi giorno alcune compagnie producono addirittura semi non selezionati e li etichettano con un nome popolare preso da altri coltivatori in altri paesi e li reclamano come una creazione propria; questo è lo stato del mercato e ci sono molti coltivatori alle prime armi che credono a tutto ciò che ha il prezzo giusto!
Farebbe senso un po’ di lettura come si fa prima di acquistare una TV o uno stereo. Assicurati di poter contattare in modo diretto la compagnia da cui intendi acquistare, chiedi se hanno delle polizze specifiche riguardanti i semi non germinati oppure i semi danneggiati durante il trasporto. Vedi se riesci a parlare con i coltivatori in persona o la persona responsabile, non con semplici dipendenti di una compagnia che hanno parametri stabiliti con cui lavorare. Parla con altri coltivatori e cerca di fare domande il più possibile prima di acquistare, così sarai totalmente sicuro del tuo seme dal momento che è facile dare un nome qualsiasi ad un seme e ci vogliono un minimo da 4 a 6 mesi prima che tu possa realizzare se la compagnia ti ha ingannato, perché quello è il tempo di crescita e le compagnie di semi, essendone al corrente, lo usano a loro vantaggio. Non ti dimenticare che “il cliente ha sempre ragione” e se non hai questa sensazione con una compagnia prima di acquistare è difficile che tu inizi a sentirla una volta che usi i loro prodotti!