The Souls of Breakdance
La breakdance è una delle quattro discipline (assieme all’ mcing/beatboxing, al writing e al djing), del movimento culturale dell’Hip hop che vede nei b-boys e nelle b-girls gli orgogliosi portabandiera. Grazie ai media è facile oggi documentarsi su date, luoghi e nomi, ma ancora non basta per sentirsi appagati nella conoscenza di questo fenomeno di storia recente se non si dedica qualche parola che esprima la visione di tutti coloro che proprio grazie ai padri fondatori hanno trovato la loro dimensione di espressione creativa e l’esempio così carismatico da arrivare addirittura ad influire sulla vita quotidiana. Il b-boy e la b-girl sono persone che ammaliate dal binomio messaggio sociale e suono ricercato che compone la vera musica hip hop decidono di divorarne ogni singola nota, accompagnando con passi ispirati ai Grandi o di propria gioiosa inventiva quel ritmo travolgente che ha il grande merito di essere immediatamente riconoscibile ed inconfondibile. Questa precisione caratteriale è una sorta di metafora di tutti i breakers: chi si approccia a questo tipo di danza difficilmente continua a praticarla se non sinceramente mosso da passione e necessità di ricerca di una conoscenza particolare dei limiti del proprio corpo e dunque di se’ stessi, perché non si contano i momenti di fatica, rabbia e sconforto durante l’allenamento per realizzare passi così insidiosi per la necessità di trovare il proprio flow (la sinuosa energia che da’ il proprio tratto personale ai passi) il baricentro indispensabile, il perno tanto agognato e un raro senso dell’equilibrio. L’inconfondibilità del genere musicale è la stessa che cerca il breaker per distinguersi da quella massa omologata che non lo rispecchia, lui o lei che sono invece alla ricerca di un codice morale che dia sicurezza alle relazioni amichevoli come avviene nella crew mentre la società attuale consente solo sfuggevoli incontri periodici, che faccia sentire appagati per aver raggiunto obiettivi i cui unici percorsi erano sangue e sudore ma soprattutto la meravigliosa sensazione di libertà che regala ogni passo concluso sul clap, ogni rotazione sognata per mesi di duro lavoro e l’emozione da debutto che si rinnova inesorabilmente ad ogni ingresso in cerchio di b-boys e b-girls plaudenti.
Il ballerino e la ballerina sopportano occhiate di disapprovazione, spesso la presenza di un pubblico che osserva ma non partecipa e non condivide l’emozione della danza e della musica e la sottile sfida continua con altre crews sempre un po’ più brave. La breakdance si può permettere di lasciare insegnamenti di lealtà, costanza e riflessione profonda da far valere in situazioni decontestualizzate dal mondo Hip hop, che diventa così un universo parallelo con proprie gerarchie,proprie regole e codici morali, dove chi infrange il sogno degli altri ha prima di tutto infranto il suo, di sogno, perché è un mondo in sottile equilibrio su un filo intrecciato di passione e magia che se viene spezzato toglie con amarezza quella piccola parentesi quotidiana di felicità che ogni b-boy e b-girl prova ballando. Il breaker è un orchestrale con il suo strumento seduto emozionato su un palco davanti ad una esigente platea che attende il suo assolo. E musica fu.
Personalmente penso che nessuno come il breaker abbracci anche le altre espressioni culturali, molti infatti rappano o creano musica, firmano con i colori gli spazi urbani o fanno i djs, difficilmente può esserci un percorso contrario. Questa è forse l’eredità che lascia sentire il beat in ogni battito del cuore.
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Andrea Giuliano aka MisterX