THE NIGHT SKINNY – Zero Kills (recensione)
The Night Skinny è il classico esempio di chi è venuto fuori grazie ad anni di gavetta, in un crescendo vertiginoso dalla provincia meridionale ad uno degli studi di registrazione più frequentati di Milano. La carriera del producer molisano ha perseguito un indirizzo sempre coerente, senza mai strizzare l’occhio alle tendenze d’oltreoceano – sempre incentrato su uno spiccato e peculiare urban taste, che negli anni gli è valso la palma di beatmaker più influente d’Italia.
“Zero Kills” arriva nel 2014 come il disco di chi ha saputo creare un suono riconoscibile, laddove il marchio di fabbrica è un frullato di sintetizzatori, rullanti saturi e sample scovati in scatoloni dalle più disparate provenienze. I beats di TNS hanno un’aurea di completezza, e di certo il suo approccio meticoloso è tangibile e segna spesso il distacco da produttori più prolifici, ma meno attenti a quei dettagli che alla lunga suonano decisivi. Perché Zero Kills non è solo il progetto che accoglie gran parte della migliore scena rap italiana degli ultimi anni – e prodezze balistiche come ricongiungere anche in studio Lord Bean e Colle der Fomento – ma è soprattutto il disco che consacra TNS ad un rango ancor più elevato. Un disco hip hop a 360° gradi, che ha saputo rivoltare magistralmente spunti di più ampio respiro senza scadere nella banale elettronica o nella dance da giostre di piazza.
Luca Pace alias TNS ha accumulato col tempo un notevole quanto meritato credito, ma la probabile svolta è avvenuta con l’incontro con i Casino Royale – l’avanguardia del suono che fa da spina dorsale a Zero Kills. Non è un caso che il collante di un disco con cento ospiti sia Pat Cosmo, strepitoso nel tenere unite le sfumature più viscerali del soul e gli impulsi più pop del progetto, guarnendo con la classica ciliegina sulla torta alcuni degli episodi più fortunati del lavoro. Che sono diversi, certo: “Resta vivo” con Ensi e i Casino è una assoluta hit da radio; la title track di Marracash è la prova che il milanese dia il meglio in brani più rapidi ed intensi; “L’ultima scena” è la puntuale verve anti-sistema di Lord Bean; “C’è nessuno” l’inaspettata ottima prova di MadMan; infine “Questa notte”, l’incontro crepuscolare tra Mecna e Patrick Benifei.
Se appunti sono da farsi, riguardano sicuramente la lunghezza complessiva che non facilita un ascolto continuato; ma, soprattutto, la precisa scelta di non pescare da quell’underground di cui si cibava “Metropolis Stepson“, che aveva risaltato ottime prove di mc’s meno reclamizzati. Fondamentalmente, nulla che intacchi la qualità di “Zero Kills“, un disco infarcito di talento e personalità.
_______________