THC a basse dosi per rallentare l’invecchiamento del cervello
Anti-invecchiamento e miglioramento delle funzioni cognitive. Il "doppio effetto" della cannabis notato dai ricercatori in uno studio effettuato sui topi
«Un trattamento a lungo termine e a basso dosaggio di Δ9-THC (tra i maggiori principi attivi della cannabis, ndr) ha avuto un effetto anti-invecchiamento sul cervello, ripristinando le capacità cognitive e la densità delle sinapsi nei topi anziani».
Ad evidenziarlo è uno studio guidato dall’Università di Bonn e della Hebrew University, pubblicato di recente sulla rivista Pharmacology and Translational Science. Che conferma, «i risultati ottenuti potrebbero essere la base per un farmaco anti-invecchiamento e pro-cognitivo efficace».
IL “DOPPIO EFFETTO” ANTI-INVECCHIAMENTO DELLA CANNABIS
Per quasi un mese, i ricercatori hanno somministrato del THC o un placebo a dei topi di 4 o 18 mesi. Misurando costantemente la funzione cerebrale e i livelli di proteine associate al metabolismo, la memoria e l’apprendimento. In particolare di mTOR, che regola la crescita, la proliferazione, la motilità e la sopravvivenza delle cellule.
I risultati? Nei topi anziani, il THC è stato associato ad un aumento dell’attività di mTOR e dei livelli di proteine che aiutano a formare e riparare le sinapsi. Così anche l’attività metabolica nell’ippocampo, area legata all’apprendimento e alla memoria, è migliorata nei topi anziani che hanno ricevuto il cannabinoide.
Nel tessuto adiposo invece, il THC ha contribuito ad una diminuzione dell’attività di mTOR e un aumento degli acidi grassi che aiutano a combattere l’invecchiamento.
«Abbiamo concluso che il trattamento a lungo termine con THC ha inizialmente un effetto di miglioramento della cognizione attraverso l’aumento dell’energia e della produzione di proteine sinaptiche nel cervello, seguito da un effetto anti-invecchiamento attraverso la diminuzione dell’attività di mTOR e dei processi metabolici in periferia», ha spiegato Andras Bilkei-Gorzo, ricercatore e dottore dell’ospedale universitario di Bonn (UKB) e dell’Università di Bonn.
Che conclude: «Il nostro studio suggerisce che un duplice effetto sull’attività di mTOR e sul metaboloma potrebbe essere la base per un farmaco efficace contro l’invecchiamento e per il miglioramento della cognizione».
CANNABIS: MIGLIORA LE FUNZIONE COGNITIVE, LO STUDIO
Risultati simili sono arrivati dallo studio pubblicato nel 2017 su Nature Medicine, sempre condotto dall’Università di Bonn e della Hebrew University di Gerusalemme.
I ricercatori, dopo aver somministrato del THC in topi di diverse età: 2 mesi, 12 mesi e 18 mesi, hanno confermato che la cannabis potrebbe rallentare il declino cognitivo negli anziani.
Allo stesso modo, testando le loro capacità mnemoniche e di apprendimento, è stato notato che sia a 12 che 18 mesi di età i topi che avevano ricevuto il THC vantavano funzioni cognitive paragonabili a quelle dei topi giovani di soli 2 mesi.
Nel gruppo di controllo invece, composto dagli animali a cui era stato somministrato il placebo, il declino cognitivo ha iniziato a manifestarsi come previsto intorno ai 12 mesi di vita.