THC-O: derivato all’ennesima potenza
Per molti consumatori di cannabis, la prima reazione di fronte ad un cannabinoide presumibilmente tre volte più forte del THC potrebbe essere di entusiasmo, sconcerto o perplessità. Ad ogni modo, chiunque abbia un interesse anche passeggero per i cannabinoidi terapeutici, alternativi, derivati dalla canapa o affini dovrebbe conoscere il THC-O, un cannabinoide sintetico arrivato di recente alla ribalta in Usa.
Cos’è il THC-O?
L’acetato di THC, o THC-O, è un analogo sintetico (o gemello chimico) del THC. Ciò significa che, sebbene il THC-O sia effettivamente un cannabinoide, non è presente in natura e può essere prodotto in sicurezza solo tramite tecnologia.
Sono necessarie una serie di estrazioni per generare THC-O. A differenza del delta-8 THC, che è un fitocannabinoide naturale nella pianta di Cannabis sativa L. , il THC-O non può essere trovato naturalmente nella pianta di canapa. Il THC-O può essere prodotto solo in un laboratorio, una distinzione importante per l’analisi legale. Il materiale risultante dal processo di acetilazione è un isolato di THC incredibilmente potente che si presenta sotto forma di un liquido denso e marrone. Destano serie preoccupazione, le istruzioni che si trovano online, su come sintetizzare THC-O-acetato da chimici dilettanti o appassionati nei forum che vanno da YouTube a Reddit. I processi di conversione coinvolgono solventi altamente volatili, inclusa l’anidride acetica, e dovrebbero essere effettuati solo da professionisti qualificati in laboratorio con misure di sicurezza. Questo processo elimina tutti i terpeni e i flavonoidi, lasciando un prodotto finale insapore, inodore, denso e di color ambrato.
A causa del processo unico di produzione del THC-O, esso si presenta sotto forma di un olio denso con una leggera sfumatura ed è solubile in etanolo. Essendo insapore e inodore, come tutti i cannabinoidi isolati, e come gli estratti di cannabinoidi che conosciamo, può essere utilizzato come ingrediente attivo di base per formulare qualsiasi cosa, dagli oli da svapo agli edibili.
La ricerca, la regolamentazione e i dati sul cannabinoide e sui suoi effetti sono scarsi, ma i ricercatori hanno concluso che il THC-O è un “profarmaco” o comunque un composto, che deve essere metabolizzato per attivarsi. Una volta che il THC-O viene metabolizzato, ciò che essenzialmente rimane è una variazione altamente biodisponibile del delta-9 THC, il che significa che tale variazione viene assorbita e circola bene nel sistema endocannabinoide. Poiché la biodisponibilità aumenta speculativamente alla stessa potenza, non dovremmo meravigliarci se questo composto salti alla ribalta del futuro mercato farmaceutico dei cannabinoidi.