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THC nel corpo: per quanto tempo si può rilevare?

Patente sospesa con un test positivo: la follia del nuovo codice della strada. Vediamo per quanto tempo è rintracciabile il THC nell'organismo

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Con la possibile approvazione del nuovo codice della strada “tolleranza zero”, proposto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, sono sempre di più i consumatori che – giustamente – si domandano: “per quanto tempo il THC resta nell’organismo?”

Secondo le nuove norme infatti, riguardanti l’assunzione di stupefacenti (cannabis compresa) e la guida di un veicolo, non sarà più necessario provare l’alterazione vera e propria, ma basterà risultare positivi al test della saliva al momento del fermo per far scattare la sospensione della patente e la successiva revoca, con il divieto di conseguirla per tre anni.

Una legge che ha del surreale, in quanto, la positività non certifica lo stato di alterazione. E quindi la non idoneità a guidare. Se consumiamo della cannabis infatti, il THC potrebbe rimanere in circolo nell’organismo per un lasso di tempo prolungato, che va pochi giorni fino a svariate settimane.

Fatte le giuste considerazioni iniziali, spieghiamo velocemente per quanto è possibile rintracciare la cannabis nel corpo dall’ultima assunzione.

THC nel corpo: per quanto tempo si può rilevare?
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THC NELL’ORGANISMO: PER QUANTO TEMPO È RINTRACCIABILE?

Condotto nel 2001 su 52 volontari, uno studio ha rivelato che i tempi medi per eliminare il THC dall’organismo sono 18 giorni.

Ma non esiste una risposta univoca per tutti. Questi tempi infatti possono variare da persona a persona, in base alla forma fisica, il metabolismo, la dieta, le abitudini. Ma sopratutto, molto dipende dalla frequenza con cui assumiamo cannabis e dal test a cui ci andremmo a sottoporre.

THC NELLA SALIVA, NELLE URINE, NEL SANGUE E NEI CAPELLI: TUTTO CIÒ DA SAPERE

Saliva, urina, sangue e capelli. Sono questi i metodi di controllo utilizzati per rilevare le tracce di cannabis nell’organismo. Ognuno con la propria finestra di rilevamento: ossia il periodo in cui una persona può risultare positiva dall’ultimo utilizzo. Ma vediamoli con ordine.

SALIVA

Rapidi, economici e di solito preferiti dalle forze dell’ordine, i test salivari posso individuare i metaboliti del THC per circa 5 giorni nei consumatori di cannabis occasionali e fino a 29 giorni nei consumatori cronici.

URINE

Insieme a quello della saliva, le analisi delle urine sono di certo il drug test più utilizzato. Anche in questo caso però, i tempi di rilevamento variano in base alla frequenza di consumo.

E in particolare vanno dai 5-7 giorni per chi assume cannabis sporadicamente, spingendosi oltre i 30 giorni per chi la consuma quotidianamente.

SANGUE

La situazione cambia per le analisi del sangue. Questi test infatti, più costosi ma nettamente più precisi, non ricercano i metaboliti, ma il THC stesso.

Un punto a nostro favore, in quanto, entrato nel flusso sanguigno, questo cannabinoide viene scomposto dal fegato e convertito nei suoi metaboliti. Che invece si accumulano nei nostri tessuti adiposi, e vengono smaltiti molto più lentamente.

Tuttavia, è sempre la frequenza a fare la differenza. Infatti, se in un consumatore occasionale il THC viene rilevato nel sangue solo per pochi giorni, in un consumatore cronico (più volte al giorno) anche per 3-4 settimane.

CAPELLI

Abbiamo infine il più insidioso tra i test antidroga, quello del capello. Da una ciocca di soli 3-4 cm infatti, è possibile risalire a consumi fino a 90 giorni di distanza.

E tagliare i capelli non è la soluzione. Se questi non raggiungono almeno i 3 cm, il test verrà effettuato prelevando i peli ascellari o pubici, che crescendo più lentamente, permettono di trovare tracce di sostanza ancora più remote.



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