Terremoti e disastri continui: è ora di voltare pagina
È impressionante il balbettio dei sismologi in queste ore terribili per tanti nostri concittadini. Analisi discordi su tutto, incertezza dei dati, incapacità di formulare un’analisi compiuta o di avanzare la benché minima previsione per il futuro. Ma non è contro di loro che è necessario puntare il dito.
Gli uomini hanno sviluppato “scienza” e tecnologia, investito risorse enormi, per mettere a punto strumenti capaci di distruggere in pochi secondi il nostro pianeta. Poco o niente per conservarlo e studiarne il funzionamento.
Dei grandi brividi della terra continuiamo ad essere pressappoco ignoranti. In Italia ancor peggio. Un paese ad altissimo rischio sismico come il nostro spende poco o niente in ricerca sui terremoti. Un paese che ha vissuto immani tragedie e patito migliaia di vittime, continua ad aver cura zero del proprio territorio e a consentirne lo scempio e quindi nuovi lutti.
Siamo una parte fondamentale della memoria storica ed artistica del mondo, ma non sappiamo tutelarla e valorizzarla, farla divenire occasione di una vera e grande economia turistica. Chiunque, nel mondo, possedesse un patrimonio straordinario come Pompei, ne avrebbe avuto più cura ed avrebbe saputo farla divenire occasione di ritorni economici ed occupazionali in campo turistico.
Da noi, la sciagura dei terremoti fa fregare le mani a molti. E’ occasione di affari inenarrabili e lerci, origine di arricchimenti criminali. E’ ora di dire basta. Di voltare pagina. La tutela e la messa in sicurezza del territorio, cioè dei suoi abitanti e del patrimonio artistico, deve divenire la priorità assoluta.
Servono enormi risorse? Le si può trovare, bisogna trovarle ed è possibile farlo a patto che si garantisca da subito che queste risorse saranno usate in modo trasparente ed onesto. Servono norme che rendano il furto e la corruzione sulle opere di interesse pubblico un crimine gravissimo e sanzioni a tal livello. Organi di controllo superpartes, composti dai più grandi esperti del settore a livello internazionale e sottoposti a controlli internazionali.
Solo in questo modo potremo chiedere ai governi di tutto il mondo, ad imprese ed entità economiche di destinare parte delle proprie risorse al necessario salvataggio di un patrimonio artistico e culturale che è patrimonio del mondo intero.
Il ” Museo” Italia è di tutti i cittadini della terra. Tutti hanno il dovere di proteggerlo a patto che sia garantita la certezza dell’uso delle risorse in questa opera impegnate.
Per il patrimonio abitativo è necessario aprire l’unico grande cantiere di cui mai si discute. Altro che Tav o ponte sullo stretto di Messina. La sicurezza di tutti noi vale mille Tav e mille ponti sullo stretto.
Una patrimoniale, che colpisca soprattutto le elites del nostro paese ed i redditi più alti, può assicurare le risorse necessarie. I patrimoni confiscati alle mafie ed ai corrotti, i miliardi destinati agli inutili F35, vanno ad esempio, destinati a quest’opera di primaria importanza ed insieme a dotare di mezzi e fondi la ricerca sui terremoti che andrebbe centralizzata a livello mondiale. Norme stringenti, chiare, trasparenza assoluta e sanzioni gravissime nei confronti di furbi e ladri.
Saremmo da esempio al mondo. Esempio di vera cooperazione, di nuova cittadinanza globale, di una cultura di pace e dell’ambiente. Di un mondo che finalmente si occupa di se stesso e dei suoi veri bisogni. Non di quelli di poche elites non lungimiranti e corrotte.