Tecnologie verdi di estrazione: CO2 supercritica
L’estrazione supercritica è un’importante tecnica di separazione impiegata nel settore alimentare, nutraceutico e farmaceutico attraverso cui vengono isolati determinati principi attivi sottoponendo la materia da estrarre ad alta pressione in presenza di un gas, principalmente CO2.
L’estrazione con fluidi supercritici è una Green Technology che garantisce sostenibilità ambientale al processo e un alto grado di qualità e purezza del prodotto estratto. È una tecnologia pulita, selettiva, non necessita di alte temperature e rappresenta un’alternativa alla comune estrazione con solventi organici, altamente tossici per l’ambiente e l’uomo.
L’anidride carbonica è utilizzata largamente nell’industria chimica per la sua non tossicità, rinnovabilità e stabilità, ricevendo notevoli attenzioni e investimenti per il suo potenziale come solvente per estrazioni allo stato supercritico (SC-CO2). L’anidride carbonica supercritica è un solvente alternativo per l’estrazione lipidica ed è impiegata per l’isolamento dei grassi ed oli di pesce, colture vegetali oleaginose, per l’estrazione di componenti nutraceutici e bioattivi da piante o scarti vegetali oppure per eliminare determinate sostanze come nel caso della caffeina dal caffè.
La versatilità del complesso fito-chimico della pianta di cannabis permette lo sviluppo di innumerevoli prodotti alimentari, cosmetici, farmaceutici, alimenti funzionali e nutraceutici. La SC-CO2 permette di estrarre composti sensibili al calore e all’ossidazione come gli acidi grassi polinsaturi (ω3, ω6), vitamine, cannabinoidi, flavonoidi, steroli, tocoferoli e altri composti dall’alto valore aggiunto con la sicurezza di non danneggiarli. Il risultato sono estratti dall’estrema purezza e dalle caratteristiche organoletticamente molto raffinate.
A differenza dei procedimenti convenzionali, l’estrazione è selettiva verso i composti bioattivi ed evita prodotti finali impuri e successive fasi di recupero del solvente. L’anidride carbonica non è infiammabile ed è poco costosa, viene riciclata e il suo impiego su vasta scala stimolerebbe la cattura della CO2 atmosferica contribuendo a bilanciare le emissioni di gas serra.
La CO2 in fase supercritica è selettiva verso i composti apolari o debolmente polari, ideale per l’estrazione di molecole di origine biologica come quelle presenti nei fiori o nei semi di Cannabis. La CO2 assume il ruolo di solvente quando passa dallo stato gassoso a bassa densità ad uno stato detto ‘supercritico’ con densità più elevata: questa condizione viene raggiunta alla temperatura di 32°C e alla pressione di 72 atm, perdendo la sua identità gassosa e assumendo proprietà caratteristiche dei fluidi, come densità e capacità estrattive. Dopo l’estrazione viene abbassata la pressione e la CO2 torna allo stato gassoso perdendo così la sua forza solvente e rilasciando le sostanze solute, ora disponibili allo stato puro e in forma concentrata. La capacità di controllare rigorosamente pressione e temperatura del processo permette di gestire la densità della CO2 e quindi la capacità estrattiva, potendo selezionare determinati composti rispetto ad altri.
Dall’utilizzo delle tecnologie di estrazione supercritiche vengono ottenuti prodotti dall’altissima purezza che garantiscono alti standard di qualità necessari nel settore farmaceutico, nutraceutico e alimentare oltre a garantire sostenibilità ambientale all’intero percorso produttivo, dalla pianta all’estratto.
BIBLIOGRAFIA
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