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Tecniche di estrazione della cannabis

Alcune tecniche casalinghe per estrarre i principi attivi della cannabis a scopo terapeutico in uno scenario in continua evoluzione

Estrazione cannabis1Il fai-da-te per l’estrazione dei principi attivi della cannabis a scopo terapeutico in alcuni casi in cui altre vie non sono percorribili, può diventare anche l’unica soluzione praticabile.

Va premesso poi, che ciò che fino ad oggi abbiamo capito della cannabis è, nelle migliori delle ipotesi, che c’è ancora tanto da capire! Tuttavia, le ricerche e i dati raccolti aumentano di giorno in giorno permettendo alla cannabis di raggiungere livelli di legittimità mai vissuti prima.

La comunità di coltivatori e consumatori di cannabis si è imposta poco a poco contro le leggi proibitive in materia e gli studi per la cura di differenti malattie su adulti e bambini mostrano, in molti casi, risultati postivi. Tanto che sono in molti a cambiare radicalmente opinione sulla pianta, ammettendo che si sbagliavano.

I TEMPI CAMBIANO E COSÌ PURE LA NARRAZIONE

Procedendo un passo per volta è stato possibile creare delle basi solide per questa sub-cultura, ma ora stiamo osservando una crescita esponenziale del settore ed ora anche l’informazione mainstream sembra non voler più alimentare la “guerra alla droga” che ha caratterizzato gli anni precedenti.

I genitori che un decennio fa avevano votato contro la legalizzazione della cannabis pensando di proteggere i loro figli, dopo aver visto con i propri occhi i benefici medici per i propri cari, oggi votano a favore della cannabis medica. I medici e gli infermieri raccomandano la cannabis, quando fino a poco tempo fa erano solo gli hippy e i coltivatori biologici che ne vedevano il potenziale.

Tutto questo è stato realizzato un passo dopo l’altro imparando dagli errori del passato e utilizzando la scienza come guida. Non importa cosa succederà in futuro, la cannabis è una pianta che può essere coltivata facilmente e in quantità anche da chi non l’ha mai fatto! Tenendo in considerazione che finora la cultura della cannabis si è sempre sviluppata per vie alternative – e in qualche modo continua a farlo – spesso sono ancora i pazienti e i consumatori stessi i maggiori esperti di estrazioni, dosaggi ed effetti benefici.

UN CASO CHE HA FATTO SCUOLA

Lo stesso Rick Simpson, che ha combattuto un cancro alla pelle, è stato l’ideatore di una tecnica di estrazione basata sulle sue esperienze personali e i risultati si vedono in termini di vite salvate. Ogni parola proferita dalla bocca di una persona salvata da una malattia vale più di qualsiasi altra cosa! I produttori di oli ed estratti di cannabis si basano su tecniche che si sono evolute e sviluppate nel tempo utilizzando strumenti rudimentali disponibili nelle zone in cui si coltivava cannabis.

Pezzi di resina di colore ambrato adagiati su un pannoLe cose sono cambiate radicalmente negli ultimi 3 decenni e le informazioni sono a portata di click, su internet e sui social media. È sufficiente guardare le innumerevoli dimostrazioni presenti su YouTube su come preparare oli, prodotti alimentari, effettuare estrazioni a secco, con ghiaccio, con butano oppure utilizzando le Bubble Bags, per fare in modo che i principianti diventino professionisti. Inoltre i pazienti stessi hanno fatto in modo che la comunità medica aprisse gli occhi di fronte ai risultati che stanno diventando di dominio pubblico.

LA MIA ESPERIENZA CON LE ESTRAZIONI

Negli ultimi 25 anni, ho fatto estrazioni provando l’una o l’altra tecnica e l’unico vero fattore limitante nel fare ogni tipo di estratto è la quantità di prodotto grezzo necessaria in partenza. Normalmente, le piante contengono piccole quantità di elementi essenziali e il rapporto tra la materia prima necessaria e il prodotto estratto è di circa 10 a 1 (ma questa è una stima approssimativa per scopi generali).

Setaccio rudimentale fatto in casa appoggiato sulle ginocchia di una persona seduta; altra persona vi appoggia cucchiaio di legnoESTRAZIONI A SECCO CON SETACCIO

Per produrre questo tipo di hashish è sufficiente setacciare piccole quantità di fiori secchi attraverso un telaio con schermo a maglia fine per un paio di volte, raccogliendo la resina prodotta dai tricomi. Dopo aver avvolto la resina prima in un cellophane, poi nella carta di giornale, viene scaldata in una padella facendo pressione per renderla compatta. Questo procedimento ha reso alcune tra le qualità di hashish più aromatiche che abbia mai assaggiato, per non parlare degli effetti sensazionali.

La resa media è compresa tra 6-12% del peso totale del prodotto di partenza, variabile secondo il ceppo di cannabis utilizzato. Questo estratto polveroso è composto da una miscela di terpeni (elementi primari per gli oli essenziali), cannabinoidi (molecole attive della pianta che attivano i recettori delle cellule) e piccole quantità di materia vegetale.

Senza analizzare il prodotto in un laboratorio professionale, si possono solo avanzare ipotesi sul contenuto specifico, considerando che tutti i semi, anche se provenienti dalla stessa generazione di piante madri, variano leggermente in termini di fenotipo ma non di genotipo. Ogni pianta produce risultati leggermente diversi e di conseguenza, la quantità di terpeni e di cannabinoidi è variabile. I modi migliori per ottenere un prodotto costante e standardizzato sono: mettere tutte le piante insieme facendo una media tra le piante utilizzate, oppure utilizzare un solo clone per tutta la coltivazione, così la stessa sarà creata a partire da una sola pianta e non dai semi. Per me l’unico modo per ottenere un prodotto coerente e affidabile è quello di utilizzare i cloni mantenendo in camere separate le piante madri.

Secchio da cui traspare un liquido e da cui fuoriesce un sacchetto nero tenuto da una mano al suo internoESTRAZIONE TRAMITE GHIACCIO

Dopo aver setacciato le cime una volta e aver eliminato il 10% del peso totale, si passa all’utilizzo delle Bubble Bags (stesso principio del setaccio, ma in sacchetti multistrato). Il primo passaggio corrisponde a mettere il materiale vegetale nel primo sacchetto e immergerlo nell’acqua con ghiaccio alla temperatura di 2°C agitandolo per 10 minuti. In seguito bisogna farlo riposare per altri 30 minuti, poi rimuovere e scolare il sacchetto contenente il materiale vegetale. Setacciare la resina e posizionare le ghiandole di resina bagnate su un foglio di alluminio lasciandole asciugare per qualche giorno. Questa tecnica estrae le ultime ghiandole di resina presenti nella materia vegetale e la quantità ottenuta è compresa tra 2-5% del peso totale di partenza.

Mescolare i prodotti ottenuti con la setacciatura a freddo e a secco, in quantità variabili, produrrà un hashish forte e aromatizzato, facilmente realizzabile e senza sostanze chimiche aggiunte. La miscela dei due prodotti è indicata anche per tinture, oli e in cucina senza dover usare il verde e la clorofilla della pianta. Queste polveri sono migliori da utilizzare in cucina, perché con i fiori, i valori possono variare notevolmente da una pianta all’altra e da una cima all’altra a causa della posizione del sole e molti altri fattori. Ecco perché consiglio alle persone di imparare queste due tecniche: per produrre estratti di polvere concentrati e conoscerne i dosaggi e gli utilizzi.

ESTRAZIONI TRAMITE SOLVENTI

In questi ultimi tempi mi sono dedicato anche alle estrazioni mediante l’utilizzo di diversi solventi, quali etanolo, alcool, acetone, etere e kerosene (tecnica utilizzata da Rick Simpson). In sostanza il processo è il seguente:

1. Rompere le cime in parti più piccole per fare in modo che il solvente possa penetrare su una superficie maggiore sciogliendo tutte le ghiandole di resina nel solvente.
2. Immergere il materiale vegetale nel solvente e mescolare per circa 10 minuti o più.
3. Rimuovere il materiale vegetale e lasciare scolare il solvente.
4. Mettere il liquido restante in una pentola per il riso (o a bagnomaria) per fare in modo che il solvente evapori (fare molta attenzione in questa fase del processo).
5. L’estratto viscoso che si ottiene una volta che il solvente è evaporato (che io chiamo miele o ambra) è la forma di resina più pulita che si possa ottenere e contiene tutte le molecole attive della materia vegetale. Questo processo inoltre, purifica la cannabis da tutte le impurità e i batteri e vista l’esposizione prolungata al calore, l’estratto è abbastanza sicuro da usare così come si presenta!
6. Il dosaggio è probabilmente l’elemento più importante da prendere in considerazione una volta che l’estrazione oleosa è fatta. Questo dev’essere regolato per tentativi partendo da basse dosi iniziali ed è quindi la parte più difficile di tutto il processo ma probabilmente anche la più importante e da fare seriamente se si vogliono ottenere effetti positivi.
7. Secondo Rick Simpson si ottengono tra i 60 e i 75 grammi di prodotto finale partendo da mezzo chilo di fiori secchi e questa quantità è sufficiente per un ciclo di cure.

L’estrazione col butano risulta leggermente diversa in quanto non si tratta di un fluido sotto pressione normale ma di un’estrazione con gas o più precisamente con un fluido supercritico. Questa tecnica produce miele di qualità ed estratti oleosi dal sapore pieno, ma il risultato dipende anche dal tipo di butano utilizzato e da com’è stato eseguito il processo di estrazione.

ESTRAZIONI CON OLIO D’OLIVA

Secondo uno studio di Hazekamp e Romano sull’auto-medicazione casalinga da parte dei pazienti tramite estratti ottenuti con vari solventi, la conclusione è stata che il migliore solvente per le produzioni casalinghe è l’olio d’oliva. In questo studio vengono messe a confronto e discusse le estrazioni eseguite utilizzando nafta, etanolo, etere e olio d’oliva come solventi. In conclusione sembra che l’estrazione con olio d’oliva sia di gran lunga la tecnica che i professionisti consigliano, per ragioni di sicurezza, di minore quantità di residui dannosi lasciati nell’estratto concentrato e per facilità d’uso e di dosaggio, ai principianti che vogliano produrre farmaci fatti in casa.

È sufficiente mescolare cannabis sminuzzata con olio d’oliva e mantenere la cottura a bassa temperatura per un’ora mescolando ogni 5 minuti. Si dovrà poi filtrare il materiale organico con un panno da cucina o un filtro da caffè raccogliendone l’olio. L’olio permette di essere dosato facilmente e può essere integrato alla dieta come si farebbe con il normale olio d’oliva.

PERCHÉ FARE UN’ESTRAZIONE?

Le estrazioni dalle piante si fanno da tempi immemori. Lo scopo principale, come nella distillazione di oli essenziali, è quello di ottenere una quantità pura di molecole essenziali dal prodotto grezzo senza alterarne o comprometterne l’integrità. La cannabis ha almeno 85 diversi cannabinoidi come molecole attive che la rendono unica oltre ai terpeni (aromi) in diversa misura. I terpeni rappresentano un fattore di estrema importanza per il valore medicinale della cannabis, infatti, se vogliamo misurare sia l’aspetto quantitativo sia qualitativo, non è consigliabile sottoporre i prodotti grezzi a temperature estremamente elevate perché ucciderebbero o farebbero evaporare le essenze.

Attraverso le estrazioni è possibile ridurre le piante grezze in molecole attive, che sono più facili da controllare e dosare. La scienza si basa su dosaggi misurati e lo stesso deve essere per i farmaci a base di cannabis. E’ quindi necessario essere in grado di testare i principi attivi del concentrato o dell’olio che viene prodotto. Una volta testato l’estratto di cannabinoidi e terpeni, è possibile cominciare a creare dei dosaggi specifici a seconda delle necessità dei pazienti. È solo una questione di tentativi ed errori, per questo consiglio di cominciare con dosaggi bassi. La soddisfazione di coltivare e produrre la propria medicina e farsi carico della propria salute non ha eguali! Tutto nella vita è solo una questione di scelte!



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