Cronache da dietro il cancello

Take it easy… But not too

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É vero che impariamo più dalle sconfitte che dalle vittorie, le prime ci ridimensionano riportandoci più vicini alla realtà, a volte magari bruscamente, le seconde ci esaltano e ci rendono spesso preda di deliri di onnipotenza e ci fanno perdere la giusta rotta… in medio stat virtus dicevano i latini. Certo che da quest’epoca dovremmo davvero risorgere molto migliori di ciò che siamo ed eravamo, perché pare che la sconfitta del nostro modello sociale sia totale su tutti i fronti, umano, economico, ideologico, sentimentale… è proprio in epoche come questa che l’Individuo ha una responsabilità che va oltre quella della sua personale esistenza, e ognuno diventa corresponsabile del destino collettivo; quando se non ora è basilare e vitale che si lascino risorgere e crescere quotidianamente dentro di noi tutti quei valori che abbiamo impressi nei geni della razza umana, quelli che l’hanno resa a tratti meravigliosa ed amabile e che per pigrizia e stupidità abbiamo lasciato si addormentassero dando il via a quello che ha generato e genera ancora molte delle nefandezze a cui stiamo assistendo.

Eppure, in fondo all’Anima di quelli che hanno già sentito il risveglio della coscienza, v’è un inalienabile certezza che, seppure con fatica ed impegno, terremo dritte le nostre schiene ed alte le nostre teste (queste ultime soprattutto, per non asfissiare nel puzzo di merda che ci circonda) e come già molti di noi stanno facendo “ci guadagneremo il giorno palmo a palmo, dalla sponda di ogni mattino” (parafrasando Alda Merini).

Non c’è più tempo per lasciare che i giorni scorrano, nemmeno per coloro che sono in stato di prigionia e per i quali tutto diventa più difficile e complicato perché spesso, dall’altra parete della barricata o del cancello c’è l’espressione più feroce e crudele dell’oscurantismo, quello che giudica e punisce i peccatori senza scavare nelle ragioni del peccato, quello che non capisce e non tollera il legittimo desiderio di riscatto perché lo vede come una minaccia alla propria inettitudine, una seconda possibilità per qualcuno potrebbe significare nessuna possibilità per un incapace… ma se lasciamo che, come si dice “oltre il cancello” la “galera ci mangi”… avremo un guaio in più da risolvere, quello di dover uscire dalla prigione mentale, una volta usciti da quella di ferro e cemento. Quante sono le prigioni virtuali in cui vengono rinchiuse le menti, limitandone le immense potenzialità? Quella fisica è soltanto l’espressione ultima e maggiormente manifesta di quanto sia importante mantenere sotto controllo le persone e chi sta “oltre il cancello” spesso vi finisce perché non è stato messo nei ranghi; potrebbe partire da questa considerazione la rivalutazione, il riscatto e il reinserimento fratelli, il mio modo di vedere un futuro passa anche per una visione utopistica, ma spesso è proprio dalle utopie che nascono cose nuove.

L’alternativa ormai è davanti ai nostri occhi tutti i giorni, se lasciamo che gli altri si impadroniscano anche dei nostri sogni e delle nostre emozioni, prima o poi li troveremo, svuotati di ogni ragion d’essere, sugli scaffali dei supermercati e nei centri commerciali, ormai uguali in ogni angolo del globo.

Allora coraggio Fratelli, non perdiamoci più nemmeno un giorno dell’unica vita che abbiamo e non lasciamo più nemmeno un metro scoperto dello spazio vitale che ci spetta, in mano a qualcun altro, è a noi per primi che tocca la difesa dell’oggi, perché chi verrà dopo possa avere un domani.

 



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