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Svizzera: la legalizzazione sperimentale parte a gennaio

Via alla legalizzazione sperimentale per uso ricreativo in Svizzera. Il progetto dovrebbe partire entro fine gennaio 2023

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Dopo quattro mesi di ritardo, il progetto pilota “Weed Care” della Svizzera, destinato a essere la prima sperimentazione di cannabis con THC a uso adulto in Europa, dovrebbe partire entro il 30 gennaio 2023.

LEGALIZZAZIONE SPERIMENTALE IN SVIZZERA: LE CAUSE DEL RITARDO

Inizialmente, il progetto doveva essere lanciato il 15 settembre a Basilea, la terza città più popolosa della Svizzera, e sarebbe dovuto durare fino a marzo 2025.

Tuttavia, pochi giorni prima dell’inizio vero e proprio della vendita in alcune farmacie scrupolosamente selezionate, il dipartimento sanitario della città ha dichiarato che “la cannabis fornita non ha raggiunto gli standard di qualità previsti dall’ordinamento”, rinviando il tutto a data da definire.

Dall’analisi del primo lotto da 30 kg di cannabis fornito risultava lo 0,1-0,2 parti per milione (ppm) di fluopyram, un pesticida non approvato per la coltivazione biologica.

Sebbene i livelli di fluopyram rilevati rientrassero nei limiti dettati per gli alimenti convenzionali – per la lattuga sono 15 ppm – venne deciso di incenerire il primo lotto e sospendere la sperimentazione in attesa di una soluzione.

Finalmente il momento sembra essere arrivato e la Pure Production AG, l’azienda di cannabis che possiede un permesso eccezionale dell’UFSP, ha confermato di aver ricevuto una nuova autorizzazione da parte delle autorità sanitarie per dar via alla produzione di cannabis necessaria per il progetto.

La sospensione ha dato inizio a una discussione di sei settimane tra il governo e i titolari dello studio sul come trovare una fonte alternativa, così che la sperimentazione potesse iniziare il prima possibile.

“Le opzioni erano limitate – ha spiegato Lino Cereghetti, il direttore operativo di Pure AG – Nel mondo non ci sono tanti mercati di cannabis ricreativa in grado di esportare. Era stato preso in considerazione il Canada, ma dovevamo assicurarci che coltivassero biologicamente rispettando la rigida normativa svizzera, il che riduceva ulteriormente i potenziali fornitori”.

Nonostante ciò, mentre erano in corso le trattative, Pure ha raccolto un secondo lotto da un sito alternativo “gestito in modo biologico negli ultimi trent’anni”, che ha ricevuto l’approvazione dell’ufficio federale ed è stato confermato “conforme a tutti i criteri della garanzia di qualità”.

QUALI PRODOTTI SARANNO DISPONIBILI SUL MERCATO

Come previsto, Pure fornirà due tipologie di hashish e quattro di infiorescenze di cannabis alle farmacie precedentemente selezionate in Basilea.

Nonostante il ritardo, il dipartimento sanitario, l’università della città e le cliniche psichiatriche universitarie, non si sono fermate ed hanno continuato con il reclutamento.

Circa 340 dei 370 partecipanti complessivi sono stati sottoscritti e saranno inclusi nello studio, mentre i restanti 30 dovrebbero essere arruolati prima della data di inizio.

Cereghetti ha dichiarato che lo scopo dello studio è quello di raccogliere prove per creare un sistema normativo migliore e che questo ritardo “fornirà i primi insegnamenti per una regolamentazione su larga scala in seguito”.

Inoltre, ha aggiunto che le lezioni apprese renderanno “più facile e più veloce” la dozzina di progetti pilota simili che seguiranno nelle prossime settimane e mesi, come già precedentemente annunciato da Zurigo e Losanna che, al posto delle farmacie, preferisce la vendita in appositi negozi.

“Stiamo facendo un lavoro pionieristico per l’intero settore della cannabis in Svizzera. Chiunque ci seguirà avrà vita più facile grazie al prezzo di apprendimento che abbiamo pagato”.

LA LEGALIZZAZIONE OLTRE LA SPERIMENTAZIONE

Come riportato su NewsWeed, la Commissione federale svizzera per le questioni legate alle dipendenze e alla prevenzione delle malattie non trasmissibili (CFDNT), in un comunicato stampa del Consiglio federale svizzero, si è espressa favorevole alla legalizzazione della cannabis.

“L’attuale politica sulla cannabis è inadeguata” – dichiara il CFDNT – Per evitare che i consumatori siano esposti a prodotti potenzialmente pericolosi, “il mercato della cannabis – oltre agli attuali esperimenti di distribuzione – deve essere legalizzato e regolamentato“.

La semplice depenalizzazione del consumo, la possibilità di coltivare a casa o di vendere attraverso il sistema sanitario “non costituisce un’alternativa credibile al mercato nero”.



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